La Jornada 2 febbraio 2004
IL VESCOVO CONDANNA GLI SGOMBERI FORZATI NEI MONTES AZULES
RICONOSCE CHE L'EZLN RISPETTA L'ECOLOGIA
ELIO HENRIQUEZ - Corrispondente
San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, 1 febbraio - "Non approveremo mai uno sgombero eseguito con la forza" degli indigeni insediati nella riserva della biosfera dei Montes Azules se non si sono esurite le risorse del dialogo e del convincimento, ha dichiarato il vescovo della diocesi locale, Felipe Arizmendi Esquivel, sostenendo la necessità che i governi federale e statale cerchino "alternative reali e sicure, non promesse campate in aria", per le persone che abitano nella zona e che potrebbero essere ricollocate.
"Confido che i governi federale e statale non procedano in maniera violenta contro le persone che ormai da tempo risiedono in queste comunità, perché la gente emigra non per fare turismo e né per il semplice desiderio di avere più soldi, ma cerca altri luoghi per fame, bisogno, per trovare qualcosa da mangiare", ha aggiunto il prelato durante l'intervista rilasciata dopo la messa officiata questa mattina nella cattedrale.
Ha inoltre aggiunto che, poiché molti degli abitanti insediati nella zona sono basi d'appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), "questo è un ulteriore fattore di preoccupazione" anche se, ha chiarito, i ribelli "si sono impegnati a rispettare l'ecologia e proseguono su questa strada".
Arizmendi ha manifestato preoccupazione perché in qualche occasione le autorità hanno promesso terre agli indigeni per convincerli ad abbandonare i Montes Azules, ma poi non hanno mantenuto la promessa.
"Esorto qualsiasi autorità a mantenere le promesse, altrimenti sarà difficile che altre persone possano andarsene con le buone, inoltre questo toglie credibilità a qualsiasi istituzione", ha aggiunto.
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)
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