La Jornada - Martedì 1° giugno 2004
Semarnat, Profepa ed il Gruppo Chiapas li considerano una minaccia per la riserva
CACCIARE GLI INDIGENI DAI MONTES AZULES, L'OSSESSIONE DI GOVERNO E "CONSERVAZIONISTI"
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, 31 maggio - Sgomberare una buona parte degli abitanti indigeni dei Montes Azules sembra essere una sfida che il governo federale deve superare. Ed un'ossessione dei "conservazionisti" internazionali, dei vari titolari di Semarnat e Profepa, del cosiddetto (e silenzioso) Gruppo Chiapas che compongono le diverse entità pubbliche federali e statali. Secondo le versioni ufficiali, gli abitanti indigeni sono la principale minaccia (secondo le loro parole, quasi le uniche) per questo tesoro tanto conteso.

Molti altri occhi osservano quello che succede nei Montes Azules. Per diverse organizzazioni civili indipendenti della regione, di diritti umani, ambientalisti, promotori di alternative educative o di salute, la vera minaccia non sono gli insediamenti indigeni nel perimetro menzionato, bensì in quello che accadrebbe una volta eseguiti gli sgomberi.

Davanti ai cavilli legali che ostacolano lo sgombro degli indigeni, il partito di governo cerca l'avallo del Congresso dell'Unione per realizzarlo. Alla Camera di Deputati, l'iniziativa è stata del PVEM (vedere La Jornada, 27 maggio). Quella dei senatori, già firmata da tutti i membri della Commissione Ambiente, Risorse Naturali e Pesca, è stata resa nota il 6 di aprile. Il promotore è stato Rubén Nordhausen González, senatore di Campeche per il PAN che ha annunciato che, approvata la cosa, il Senato avrebbe esortato le autorità competenti "a continuare con le azioni tese a riportare l'ordine e la legalità nella Riserva della Biosfera dei Montes Azules".

A modo di considerazioni, il legislatore panista ha presentato un quadro rivelatore: "L'importanza e particolarità della selva Lacandona, nello stato del Chiapas, fa sì che questa sia presente nello scenario politico, economico e sociale del nostro paese. Dal punto di vista politico, questa regione è stata oggetto di lotte tra leader ed autorità del posto sfociate in conflitti legali; dal punto di vista economico, basti dire che a livello nazionale è la regione con maggiore diversità biologica del Messico, possibile grazie alla presenza di una gran varietà di ecosistemi, mentre dal punto di vista sociale dobbiamo citare le condizioni di emarginazione e povertà estrema in cui vivono i suoi abitanti". Di questo ammirabile riassunto del senatore Nordhausen sulla selva Lacandona, bisogna sottolineare il primo punto: "È stata oggetto di lotte tra leader ed autorità del posto", e come la diversità biologica sia considerata sotto l'aspetto "economico" del problema. Questo quadro dice più di quello che sembra: ritrae i suoi autori.

"Gli sgomberi eseguiti nella Riserva della Biosfera dei Montes Azules - ha aggiunto il portavoce della commissione senatoriale - non sono misure arbitrarie, bensì azioni basate sulla legge e motivate dalle invasioni avvenute negli ultimi anni a danno e detrimento del patrimonio naturale della nazione. Noi senatori che sottoscriviamo, avalliamo le misure che le autorità competenti hanno portato a termine in relazione al ristabilimento dell'ordine e della legalità nella selva Lacandona, non solo rispondendo ai diversi appelli rivolti a questo organo sovrano per risolvere la questione, ma anche come parte della rigorosa applicazione della legge. In particolare applaudiamo il modo in cui il governo dello stato del Chiapas, guidato dal dott. Pablo Salazar Mendiguchía, è intervenuto controllando la situazione malgrado sappiamo che la regione sia zona più tesa del paese a causa delle sollevazioni armate e sovversive sorte dagli inizi del 1994".

I senatori che sottoscrivono la proposta hanno manifestato il loro "appoggio agli sgomberi degli abitanti insediati irregolarmente nella Riserva della Biosfera dei Montes Azules, ogni volta che dette operazioni sono avvenute nel rigido rispetto del diritto di ogni persona a godere di un ambiente adeguato al suo sviluppo e benessere, previsto al paragrafo quarto dell'articolo quarto della Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani". Riferito al quale i senatori di tutti i partiti PAN, PRI, PRD e PVEM, hanno sottoscritto il seguente accordo:

Primo. Si esorta il governo dello stato del Chiapas, la Segreteria della Riforma Agraria, la Segreteria della Marina, la Segreteria della Difesa Nazionale e la Procura Federale per la Protezione all'Ambiente, a proseguire con gli sgombri ed altre azioni tese a riportare l'ordine e la legalità nella Riserva della Biosfera dei Montes Azules, allo scopo di garantire che in essa si proteggano e si conservino gli ecosistemi e le risorse naturali che sono patrimonio naturale di tutti i messicani.

Secondo. Si esorta a che, nell'esecuzione delle azioni contenute nella risoluzione precedente, si includano soluzioni integrali alla problematica sociale dei gruppi di coloni, tenendo conto delle condizioni particolari di emarginazione e povertà estrema degli stessi, al fine di prevenire che in futuro tornino ad invadere aree naturali protette.
(18 marzo 2004)

L'ex delegato scomodo

Nel frattempo, i fautori diretti di queste politiche si scontrano con altri problemi. Non solo perché la complessità politica e culturale della selva Lacandona non è così schematica e semplice come si legge nei progetti governativi e legislativi. Anche perché gli amministratori della legge non sempre la rispettano.

Il delegato in Chiapas, fino ad una settimana fa, della Profepa, Hernán Alfonso León, viene accusato di varie cose - di proteggere il disboscamento illegale, di permettere il traffico di specie protette di animali, di molestie sessuali verso sue dipendenti - ed almeno l'ultima potrebbe causare la sua rimozione dall'incarico perché ha suscitato un certo scandalo a Tuxtla Gutiérrez agli inizi dell'anno. Oltre ad essere stato denunciato per molestie, da almeno una collaboratrice, è risultato che Hernán Alfonso aveva piazzato una videocamera nel bagno delle donne.

Il governo federale panista ha difeso dallo scandalo il suo delegato. In seguito è stato poi "sostituito". Sebbene la Profepa neghi di star investigando sul suo ex delegato, una fonte della procura assicura che si realizzerà un'audizione sulla sua gestione (Cosa che potrebbe essere normale).

Durante la settimana precedente, la radio statale ed il quotidiano Expreso Chiapas hanno diffuso denunce contro l'ex delegato. Il rappresentante statale della Commissione Nazionale dell'Industria Forestale, Carlos Peña Caballero, ha ribadito quello che altre volte ha già espresso: che Hernán Alfonso, dietro la sua carica, proteggeva disboscatori illegali. Da parte sua, l'Istituto di Storia Naturale ha denunciato l'ex funzionario di quantomeno tollerare il traffico di specie protette di animali. Per quanto si sa, queste accuse non sono state presentate davanti alle autorità. Inoltre, la Direzione Generale di Comunicazione Sociale della Profepa sostiene che "è falso che l'ex delegato sia sottoposto ad indagine da parte dell'istituto di controllo interno". E' bene saperlo.

(tradotto dal Comitato Chiapas Maribel" - Bergamo)



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