La Jornada - Martedì 1° giugno 2004
Non si sa dov’è l’attivista Liliana Galaviz López
Incriminano 43 altermondisti picchiati a Guadalajara
Sedizione, vandalismo, lesioni e attentato alle vie di comunicazione, tra i reati
Nuove testimonianze sull’infiltrazione di provocatori nelle marce

JAIME AVILES - INVIATO

Guadalajara, Jal. 31 maggio - Con eccezione della giovane Liliana Galaviz López, di cui non si sa dov’è, i 43 ragazzi arrestati venerdì in seguito ai disturbi che questo pomeriggio hanno sconvolto la città sono usciti oggi dalle celle della Procura Generale di Giustizia dello stato di Jalisco (PGJEJ), succursale jaliscience del centro di torture di Abu Ghraib in Irak.

Salvo quattro adolescenti che sono passati al tribunale tutelare per minori, gli altri sono a disposizione dei giudici per la causa penale con cinque reati a carico: attentato alle vie generali di comunicazione, resistenza alla legge e all’arresto, sedizione, vandalismo e lesioni.

Secondo Alfonso Hernández Barrón, segretario tecnico della Commissione Statale dei Diritti Umani di Jalisco (CEDHJ), adesso i ragazzi dispongono di 120 ore - da oggi fino a domenica - per presentare prove a discarico e a gran maggioranza potranno ottenere la libertà sotto cauzione, privilegio che non avranno coloro che saranno considerati sospetti di rapina.

Grande preoccupazione affligge questa notte i gruppi altermondisti locali per Liliana Galaviz López. Secondo i medici della CDHEJ che l’hanno visitata domenica al tramonto in Abu Ghraib, scusate, nelle celle della procura, aveva un trauma cranico encefalico "che non mette in pericolo la vita", però poi non si sa più nulla.

Le istanze ufficiali si rifiutano di rivelare dov’è e, sebbene si crede che sia stata internata in un ospedale, rimane il mistero su dove e sul suo stato di salute. Ai suoi compagni preoccupa che le lesioni possano essersi aggravati per i maltrattamenti subiti nelle celle della PGJEJ.

Liliana è entrata venerdì alla Croce Rossa, da dove se n’è andata sabato molto presto con un fasciatura in testa e una camicetta blu. Io l’ho vista personalmente mentre gli agenti giudiziari la facevano salire su un loro mezzo di trasporto con altri dieci arrestati, sabato pomeriggio.

I detenuti di Indymedia

Un comunicato del Centro dei Media Indipendenti (CMI) ha informato oggi che Liliana Galaviz ed altri cinque ragazzi - Daniel Alejandro Olvera Sule, Jorge Octavio Castillo Gutiérrez, Jearim Fernández Sagredo (e non "Sagrado", come erroneamente è stato pubblicato ieri), Mauricio Uribe García e Oscar Chávez Castillo "hanno partecipato alla marcia pacifica di venerdì 28 maggio come artisti o giornalisti alternativi".

Il loro arresto, le torture che hanno subito e adesso la loro imputazione davanti a un giudice "sono misure repressive, ingiuste ed arbitrarie che non solo violano i diritti umani, ma attentano pure contro la libertà di espressione", ha aggiunto il comunicato.

Io ho potuto consultare oggi gli archivi del CIM ed ho trovato una nuova dimostrazione evidente dell’intervento di provocatori infiltrati da una mano governativa sconosciuta. In un nastro audio, che ha registrato dal principio alla fine gli incidenti della manifestazione, si ascolta una voce che si dirige a un gruppo di picchiatori, mascherati da punk, che si univano alla marcia mentre questa stava per partire in direzione del centro dalla piazza de La Minerva:

"Ragazzi, sbrigatevi! I bastoni sono nel posteggio sotterraneo di questa banca. Dai! che si sta già partendo!", grida con discrezione ed insistenza un uomo non identificato. Coloro che hanno consegnato questa pova evidente a La Jornada hanno spiegato che questi punk, vestiti di nero con le tipiche pettinature, sono stati i primi che si sono scontrati con il cordone di granaderos (celerini) all’angolo dei viali Juárez e Indipendenza però, chissà perché, nessuno di loro è stato arrestato dalla polizia.

La Jornada ha informato domenica che, secondo politici legati al governo del panista Francisco Ramírez Acuña, i provocatori sono stati infiltrati dalla Segreteria di Governo, visto che a Santiago Creel "interessava mettere in ridicolo" il governatore jalisciense perché appoggia la precadidatura presidenziale di Felipe Calderón, segretario di Energia di Vicente Fox.

Inoltre una donna, madre di un giovane partecipante nella marcia, mi ha raccontato che venerdì nel pomeriggio, prima dell’inizio della manifestazione, "ho visto varie camionette pick-up bianche, come quelle che usa la Polizia Statale, che trasportavano giovani che vestivano di camicia verde e pantaloni marroni che si sono mescolati con il resto della gente".

Sulla pagina web di Indymedia è stato pubblicato il numero del conto corrente bancario, a nome di Marta Cecilia García Juárez, nel quale il pubblico può depositare i suoi donativi per aiutare i ragazzi arrestati a pagare la libertà provvisoria. Chi appoggia economicamente questa lotta giuridica e politica deve notificarlo per Internet all’e-mail: biblioteca@libertà.org.mx

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home