La Foja coleta
Martedì 1° giugno 2004 - Numero 1326
Il Centro dei Diritti Umani FBC condanna la Legge Bavaglio
Atteggiamento irresponsabile del Congresso

Carlos Herrera

San Cristóbal de Las Casas, 31 maggio - Il Centro di Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (CDHFBC) ha manifestato che l’approvazione e l’entrata in vigore della cosiddetta Legge Bavaglio è una retromarcia, un atteggiamento irresponsabile dei deputati del Congresso del Chiapas.

"Questa riforma che si fa a livello statale nel Codice Penale del reato delitto di diffamazione è una regressione, nega alla società il diritto ad essere informata e anche ad essere informata in modo veritiero", ha sostenuto Blanca Martínez Bustos, direttrice del CDHFBC.

La direttrice dell’organizzazione presieduta dal vescovo emerito Samuel Ruiz García, ha presentato una forte critica della Legge Bavaglio, però anche dell’atteggiamento irresponsabile dei 40 deputati del Congresso Locale che l’hanno approvata lo scorso febbraio.

"Che adesso i deputati del Congresso statale ci stiano dicendo pubblicamente che non hanno letto l’iniziativa, che l’hanno approvata senza conoscerla, denota solo una mancanza di responsabilità".

Nell’intervista, ha spiegato che si dovrebbe investigare come i deputati possano avere approvato questa Legge, visto che non si può risolvere tutto dicendo che c’è stato un semplice errore.

"È davvero irresponsabile il ruolo del legislativo, che mette in discussione la vocazione e il perché di queste istituzioni; allora bisognerebbe controllare e la società civile dovrebbe esigere di sapere dai suoi parlamentari che ruolo hanno giocato", ha sottolineato l’attivista.

"La riforma di questo articolo ci preoccupa abbastanza perché pone in uno stato di mancanza di difesa i cittadini, per noi questo è un brutto segnale della misura in cui si vanno serrando spazi e negando diritti riconosciuti".

Ha ricordato che la citata riforma inibirà i cittadini a presentare denunce contro le autorità, perché saranno suscettibili di essere controdenunciati dalla stessa autorità per diffamazione, se questa denuncia va contro i funzionari.

La Legge Bavaglio è un esempio del tipo di norme, promosse dal governo dello stato, che tendono a criminalizzare qualsiasi azione sociale, qualsiasi richiesta di diritti, perché questo tipo di riforme sembra criminalizzare la società civile, che è quella invece a cui vengono sottratti i diritti.

L’avvocato ha insistito che questo tipo di azioni pone in questione le aperture dello Stato democratico ed il grave è che si può "cadere in eccessi e nell’autoritarismo ed è qualcosa che ci preoccupa il fatto che si vadano serrando gli spazi riconosciuti e vinti in termini di diritti e che si comincino a creare riforme che portino al controllo sociale".

Nonostante le manifestazioni di protesta realizzate da organizzazioni che difendono i diritti umani, gruppi di giornalisti e dalla società civile, il 26 maggio quelle riforme sono entrate in vigore violando i lineamenti marcati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.


In Chiapas condizionano la consegna del programma Oportunidades
Elio Henríquez

San Cristóbal de Las Casas, 30 maggio - Autorità federali e statali "stanno condizionando" la consegna di risorse del Programma Opportunità e la partecipazione agli esami finali in perlomeno qualche scuola superiore del Chiapas.

Marina Patricia Jiménez, coordinatrice della Fondazione Leone XIII, ha denunciato che agli studenti è stato richiesto di presentare la ricevuta dei pagamenti delle bollette della luce per dimostrare che sono a posto con quanto dovuto.

"Questa è una infrazione grave perché attenta contro i diritti economici, sociali e culturali degli indigeni, per cui queste denunce potrebbero essere presentate all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT)", ha affermato l’ex direttrice del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas.

Ha segnalato che le denunce sul "condizionamento" della consegna delle risorse di Opportunità, sono state fatte dagli abitanti dei municipi di Rayón, Jitotol, Yajalón, Amatenango e Tila.

In questo ultimo paese, ha aggiunto, indigeni choles hanno pure denunciato che per poter partecipare agli esami finali del presente ciclo scolastico, il dirigenti di un seminario di Cobach hanno chiesto agli studenti di presentare le ricevute della luce per verificare se i loro genitori o tutori abbiano dei debiti con la Commissione Federale di Elettricità (CFE).

Ciò colpisce migliaia di indigene che dal 1994 sono in resistenza e non pagano la CFE, per protesta contro le alte tariffe della luce. E "ci sono casi documentati, secondo i quali a varie famiglie arrivano bollette perfino di quattromila pesos, quando hanno solo una o due lampadine in casa".

Jiménez ha detto che "la pressione" contro quelli che sono in resistenza è aumentata da circa due mesi, nel contesto del programma Tariffa Vita Migliore firmato dai governi statale e federale nel dicembre scorso, secondo il quale i debitori dovrebbero pagare il 50 per cento del dovuto ed il governo l’altro 50%, però gli utenti s’impegnano a sospendere la resistenza al pagamento delle bollette.

Direttrice: CONCEPCIÓN VILLAFUERTE
Editore: Amado Avendaño Figueroa
Collaboratori: Carlos Herrera, Heriberto Velasco, Manuel Martínez López
Uffici: Calle Venustiano Carranza#26, Barrio de San Diego, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
Telefono (967) 678-90-62
E-mail: lafojacoleta@yahoo.com.mx


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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