Hermann Bellinghausen, inviato, La Realidad, Chiapas, 19 di marzo ¤
``Ci aspettiamo un attacco da un momento all'altro, ha dichiarato
oggi Maximiliano, rappresentante della comunità. Per il
sesto giorno consecutivo, oggi si sono osservati numerosi voli
a bassa quota su La Realidad, con una ostilità aerea senza
precedenti.
Negli ultimi giorni si sono registrati fino a più di dieci
voli giornalieri di aerei da rastrellamento, combattimento e trasporto
di truppe, così come di elicotteri artigliati e d'assalto.
``I soldati credono che il subcomandante Marcos sia da queste
parti e lo vogliono prendere", dice Maximiliano e aggiunge
che gli abitanti di questa comunità tojolabal vivono in
attesa, con la paura continua che ``l'Esercito decida di entrare
un'altra volta nella nostra comunità''.
Secondo la testimonianza degli abitanti, l'insolita pressione
aerea ha avuto inizio lo stesso giorno in cui il governo federale
inviò al Senato una Legge sui Diritti e Cultura Indigeni
senza l'approvazione dell'EZLN. Mentre gli zapatisti definiscono
la loro posizione in relazione all'iniziativa di legge, si sono
potuti confermare voli a bassa quota e abbondanti in tutte le
regioni dove ci sono basi di appoggio del EZLN.
``Già sono cinque giorni che non usciamo a lavorare --dice
Maximiliano-- per la paura che ci attacchino. Da un momento all'altro
gli elicotteri si vogliono abbassare, volano ben basso''.
Gli abitanti di La Realidad vivono nell'inquietudine e nell'attesa.
Gli aerei passano tanto vicino ai tetti che molti bambini piccoli
si mettono a piangere. Questo inviato ieri ha visto un aereo attraversare
in mezzo agli alberi e gli elicotteri arrivare a pochi metri del
suolo, qualcosa mai visto prima.
Inoltre, l'Esercito federale ha installato due posti di blocco:
uno in Vicente Guerrero e un altro in Guadalupe Tepeyac, vicino
alla pista di atterraggio.
L'ora dei raids psicologici
Con la novità che la vita continua. Sotto agli aerei più
vicini che mai alla testa, e mai così tanti. Più
rasenti, basta poco perché possano atterrare. Per questo
i bambini gli gettano pietre: li vedono tanto prossimi che credono
di poterli prendere. Lo credono sul serio.
La paura iniziò ``cinque giorni fa --continua Juan--, nello
stesso momento in cui hanno detto alla radio che Zedillo firmò
la legge che lui stesso fece ''.
Juan non sa che da sabato l'aeroporto di Terán, a Tuxtla
Gutiérrez, è stato congestionato di aerei, aeroplani
e elicotteri che durante il giorno decollano e atterrano. I voli
commerciali sono subordinati a quelli militari, che coprono i
cieli di La Realidad, Morelia, La Garrucha, Oventic, Roberto Barrios
e Amparo Aguatinta.
Nemmeno nei giorni seguenti all'8 febbraio 1995, quando ci fu
l'offensiva dell'Esercito federale sulle comunità zapatiste,
gli indigeni ribelli conobbero un repertorio tanto vario di macchine
da guerra.
Il defilè dura tutto il giorno. Oggi, per esempio, è
iniziato alle 8:10 del mattino.
Simultaneamente, i pattugliamenti terrestri dell'Esercito federale
hanno cambiato la loro routine. Per adesso lasciano La Realidad
agli aerei e agli elicotteri; I convogli passano da Guadalupe
Tepeyac a Vicente Guerrero (oltre la selva), e dal río
Euseba a San Quintín (accanto al río Jataté,
dentro la selva ). Così, il tragitto di meno di 20 chilometri,
che va dall'Euseba al Tepeyac, e che ha nel mezzo un solo assediamento
indigeno (questo pueblo tojolabal), appare coperto da un ignominioso
vuoto.
Già il Fili ha messo la sua fionda nella tasca posteriore
del pantalone che porta addosso. Già ha scelto buone pietre
facendone una montagnola. Non per giocare né per gettarle
agli uccelli o alle rane, come la sua infanzia le detta, ma per
difendersi.
Mai questo inviato ha visto una rappresentazione più reale
e terribile della favola di David e Golia. ``La guerra più
diseguale", la chiamò l'altro ieri José Saramago,
e non vide il Fili e le sue pietre né sperimentò
lo spiegamento della Forza Aerea.
``Ci stanno mostrando tutti li oro aerei perché li conosciamo '', ragiona Juan questa mattina. Benché sa che questo non è niente, che mancano gli Hawk e i bombardieri, questo rappresenta una prima mostra. Già ha conosciuto tre fa anni l'aereo Arabat che adesso passa di nuovo sulla sua testa.
Allora Juan e tutti gli altri si rifugiarono nella montagna.
Un'immagine della ``modernità realmente esistente: Juan
appoggiato al manico del suo zappone, in mezzo al terreno che
sistema la milpa, sistemandosi indietro il cappello, alza lo
sguardo e cerca di scoprire i rumori del bimotore, che passa all'altezza
dei suoi occhi.
Il fumo dello scarico macchia di grigio l'aria della vallata. E Juan solo riconosce una cosa che la modernità e la giustizia offrono: la guerra.
Ricorda che i notiziari della radio insistono che il governo non
userà la violenza contro gli zapatisti. Cioè, questi
voli durante il giorno non sono violenza, come neppure il futuro
che annunciano. Allora riflette sugli attributi del potere in
materia di linguaggio.
``Sarà che il governo sta cambiando il nome alle cose.
(Dove dice ``legge indigena leggasi ``guerra''; dove dice ``dialogo
leggasi ``paura, ecc..)
``Ieri sono passati cinque tipi differenti di aereo, ricapitola
Juan. ``Non era mai successo.
Voli continui, da quando nasce il sole. Adesso tutti vivono in
allerta, gli occhi verso il cielo. Questa è la novità
della vita, adesso.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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