La Jornada 30 maggio 2003

I GOVERNI FEDERALE E STATALE APPLICANO STRATEGIE DI CONSTROINSURGENCIA IN CHIAPAS

Analista di CIEPAC dichiara che il Piano coincide con i fatti avvenuti nei villaggi zapatisti
Creano conflitti attraverso la costruzione di opere pubbliche
Gli sgomberi nelle riserve della biosfera fanno parte di questo processo
Pretendono che Esecutivo ed Esercito si erigano a pacificatori

Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de Las Casas, 29 maggio - Onésimo Hidalgo, del Centro di Ricerche Economiche e Politiche di Azione Comunitaria (CIEPAC), ha rivelato oggi che "documenti filtrati ad alcune ONG rivelano che i governi federale e statale stanno sviluppando una strategia di controinsurrezione. Anche se non si pronuncia mai la parola 'contrainsurgencia', si tratta proprio di questo".

Il piano governativo rappresenta "un processo di controinsurgencia, coordinato e realizzato da diversi enti federali e statali e che coincidono con i fatti che si stanno verificando in diverse comunità della zona in cui è presente l'EZLN, fatti che sono stati denunciati dai municipi autonomi".

Secondo l'analista, "quanto previsto dal piano di contrainsurgencia, coincide con i recenti scontri in diverse zone a presenza zapatista". Cita, come esempio, il conflitto a Santa Rosalía (Comitán), San Gregorio, Frontera Mexiquito e La Tejonera (Chanal). "Dall'anno scorso si stanno verificando diversi scontri tra militanti del PRI, OCEZ e basi d'appoggio dell'EZLN del municipio ribelle Miguel Hidalgo, a causa della costruzione di una strada. E sebbene il presidente municipale di Comitán sia membro del PRD, avrebbe già richiesto l'intervento di corpi di polizia e l'allontanamento degli stranieri che si trovano presso gli Accampamenti Civili per la Pace".

In altre località, afferma l'analista nel documento intitolato "La controinsurrezione in Chiapas" - che CIEPAC ha diffuso oggi - si registrano conflitti simili a causa della costruzione di strade nei municipi autonomi di Olga Isabel, Primero de Enero, Ernesto Che Guevara, 17 de Noviembre, La Paz, San Andrés Sakam'chen de los Pobres e Vicente Guerrero.

Denuncia anche il "rapido" avanzamento della strada asfaltata tra Las Margaritas e San Quintín, che attraverserà La Realidad. A giudizio di Hidalgo, questa opera potrebbe portare a conflitti man mano si avvicinerà alla zona zapatista.

Meno noti sono i casi delle scuole "parallele" a quelle dei municipi autonomi. Il governo sta costruendo scuole primarie e secondarie nelle comunità di Bayalemó e San Andrés.

"Lo sgombero delle comunità dei Montes Azules ed i pattugliamenti militari in quelle di Chimalapas, si collocano all'interno di questa logica di contrainsurgencia", scrive Onésimo Hidalgo (autore di diversi libri sulla militarizzazione e paramilitarizzazione pubblicati recentemente). Afferma che le autorità vogliono provocare scontri tra lacandoni e basi d'appoggio zapatiste affinché il governo e l'Esercito possano erigersi a pacificatori, "mentre sono loro i veri responsabili di quanto sta accadendo".

Evidenzia come nel caso dei Montes Azules, i funzionari "non offrono neppure un'alternativa praticabile e, vista l'illegittimità, utilizzano organizzazioni non governative come mediatori, cosa sbagliata e assurda". L'analista chiede: "Fino a quando il governo continuerà a rilasciare concessioni alle imprese del legname per distruggere i boschi del Chiapas, come a quelle delle segherie di Altamirano, Comitán, Cintalapa, Palenque e Teopisca? Quando darà una soluzione giusta e degna agli indigeni dei Montes Azules?".

Nella logica di contrainsurgencia sono aumentati i detenuti tra le basi d'ppoggio zapatiste nelle carceri di Ocosingo, Cerro Hueco e San Cristóbal.

D'altro lato, "sono ricomparsi i paramilitari che distruggono i serbatoi d'acqua nel municipio ribelle di Olga Isabel. Membri di Paz y Justicia perseguitano armati le comunità di Lote Ocho in Salto de Agua. Sono risorti anche quelli del gruppo Los Puñales, che adesso si chiamano Los Cholos, nei territori del municipio ribelle Miguel Hidalgo".

E come se non bastasse, racconta l'analista, "a Chenlahó i priisti e gli evangelici della comunità Canoal, la settimana scorsa hanno terrorizzato membri de Las Abejas sparando con armi da fuoco". Las Abejas avevano già denunciato il 2 aprile scorso che i paramilitari priisti ed evangelici di Yaxgemel si erano procurati una partita di armi e la notte stessa le avevano usate.

In questo panorama si aggiunge "l'aumento della militarizzazione con maggiori posti di blocco, sorvoli e vessazioni a comunità indigene ed il fenomeno si è esteso verso il centro dello Stato. Così ora per andare da Tuxtla Gutiérrez a Tapachula, si devono passare cinque posti di blocco permanenti dell'Esercito e della polizia Federale Preventiva".

In queste condizioni si sono svolte già cinque visite dell'incaricato per la pace del governo federale Luis H. Alvarez in Chiapas, "che si sono spese in discorsi sui programmi del governo e per richiamare l'EZLN al dialogo. In realtà parla a se stesso e nessuno lo ascolta, perché il governo federale non ha ascoltato né l'EZLN né i popoli indigeni".

L'autore ritiene che "nessuna comunità si opporrebbe alla costruzione di strade, scuole e progetti produttivi se questi facessero parte dell'applicazione degli accordi di San Andrés, o meglio, dei tavoli di lavoro su benessere e sviluppo, donne, democrazia e giustizia, con i quali il governo, l'EZLN e la società civile avrebbero potuto continuare un dialogo che avrebbe portato democrazia, dignità, giustizia e pace". Poiché così non è stato, oggi si tratta di una "guerra a colpi bassi" del governo per tentare di sconfiggere "il nemico indigeno".


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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