La Jornada - Lunedì 29 settembre 2003
Persiste campagna antiguerriglia di bassa intensità
Crescente rifiuto alla militarizzazione in Chiapas

HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 28 settembre - Contro ciò che si potrebbe pensare, la continua occupazione militare di vaste regioni del Chiapas non ha portato a una militarizzazione "benigna" della vita quotidiana di indigeni e contadini, ma al contrario, ad un crescente rifiuto della popolazione alla presenza di accampamenti e basi militari, particolarmente nella cosiddetta zona di conflitto (vale a dire, di tutte le regioni abitate dagli indigeni).

In seguito alla creazione delle Giunte di Buon Governo (JBG) nei municipi autonomi zapatisti, i movimenti di truppa e in generale la attività dell'Esercito federale si sono incrementati. Intorno alle città di San Cristóbal de Las Casas, Ocosingo e Palenque, i pattugliamenti e il passo di convogli sono i più assidui e evidenti dal cambiamento di governo nel 2000.

Una manovra mediatica, alimentata da ambiguità e falsi dati, lascia l'impressione che "l'Esercito se ne sia già andato". Le forze armate, da parte loro, fanno finta di non esserci, anche se il dispiegamento di truppe non varia dai tempi del zedillismo. Il governo di Vicente Fox riubicato alcune posizioni, però non ha fatto andar via un solo soldato. L'assedio attorno alle comunità ed ai municipi zapatisti rimane intatto.

Adesso, dopo le JBG, sono proliferati incidenti e conflitti vicino a diverse comunità ribelli, che sembrano "intercomunitari" o "ideologici", però che significano la continuazione puntuale della guerra antiguerriglia di bassa intensità instaurata dal governo priista dopo l'offensiva del 1995.

Diversi conflitti

L'impatto della presenza militare non è occultabile. Nelle settimane recenti, i corrispondenti di La Jornada in Chiapas hanno registrato diversi conflitti tra la popolazione e membri dell'Esercito federale. Ci sono state manifestazioni di protesta in Frontiera Comalapa, Cintalapa, Chenalhó, Trinitaria, Palenque, San Cristóbal de Las Casas ed altre regioni. Però in nessuno di questi casi si tratta di comunità ribelli: molte addirittura sono priiste.

Per esempio, il 17 luglio circa 500 persone hanno protestato nel capoluogo municipale di Cintalapa per la morte di José Liévano, di 14 anni, investito di fronte a casa dai militari José Arturo Nazario Hernández e Juan Carlos Pérez Solar, della base Chiapas Nuevo, in Jiquipilas. I cintalapeñi hanno espresso la loro protesta perché è incrementato il numero dei militari che arrivano in cerca di cantine e postriboli, "il che danneggia la vita comunitaria". Hanno segnalato che nel fine settimana è normale vederli vestiti da civile, ubriachi, che transitano con veicoli ad alta velocità, il che ha provocato molti incidenti.

La procura locale ha già arrestato il sergente dell'Esercito Andrés Vidales Segobia, insieme a Juan José, Ramiro e Genaro Guzmán Martínez, accusati di aver ucciso Avelino Encino Guzmán, funzionario del municipio di Tenejapa. Un altro implicato, l'ex militare Baltasar Escobar Cáceres, è fuggito.

L'arsenale trovato a queste persone includeva mille 900 cartucce calibro 7,62 (usate negli AK-47), così come centinaia di proiettili, quattro granate di mortaio da 60 millimetri, cinque corpi per granate di mortaio, quattro granate da fucile antipersona, cinque granate a mano, vari bossoli e due pistole. Le autorità giudiziarie li hanno accusati di traffico illegale d'armi, però nei fatti operavano come squadrone omicida in una zona de Los Altos dove agiscono gruppi paramilitari, secondo le ultime denunce dei municipi autonomi di Polhó, Santa Catarina e San Juan Apóstol Cancuc.

Più di recente e noto a tutti (e ancor più manipolato dai dirigenti priisti della zona) è stato il caso di 35 militari trattenuti dalla popolazione tra Santa Martha e Saclum (Chenalhó) all'inizio del mese. Gli indigeni affermavano che la strada si era deteriorata per il passaggio di unità delle forze armate.

Un conflitto irrisolto tra abitanti e truppe federali è quello de La Albarrada, ejido di San Cristóbal de Las Casas, che da 12 anni sta soffrendo per la vicinanza alla base di Rancho Nuevo, sede della 31^ Zona Militare. Il 16 settembre, il commissario ejidale Pablo Pérez Jiménez ha dichiarato: "La nostra posizione è molto brutta perché i militari fanno esercitazioni di tiro con armamento pesante a pochi metri dalle nostre case".

Gli indigeni esigono che si riubichi il campo di tiro e si ritirino le recinzioni di filo spinato che bloccano il collegamento con le altre comunità. Ricordano che esattamente tre anni fa è morto Angel Cruz Díaz, di otto anni, ed altri due bambini sono risultati feriti dall'esplosione di una granata "dispersa" il La Albarrada. Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé delle Casas ha confermato che prevale l'impunità, non si sono pagati i danni alle vittime e le esercitazioni di tiro proseguono.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home