La Jornada - lunedì 29 settembre 2003
Il decimo anniversario dell'insurrezione indigena, un momento da festeggiare
La rivista Rebeldía celebra i 20 anni di fondazione dell'EZLN
Un libro, video, cd, cartelli e mostra fotografica, ecc.
HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 28 settembre - La rivista zapatista Rebeldía invita a celebrare i 20 anni della fondazione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e i 10 dalla sua insurrezione armata. I festeggiamenti si chiameranno "20 e 10. Il fuoco e la parola". Dalle sue pagine per Internet, Rebeldía annuncia che avranno inizio il 10 novembre e termineranno il 12 gennaio e preannuncia la pubblicazione di un libro cronologia-bilancio sui 10 anni di vita pubblica dell'EZLN che, in coedizione con La Jornada, uscirà il 17 novembre.

Si prevede anche la diffusione di un video sull'insurrezione zapatista, iniziative e mobilitazioni, un'esposizione dei lavori più rappresentativi di fotografi nazionali e di altri paesi, due programmi radiofonici "che possono essere utilizzati in posti pubblici e stazioni di radio". Ci saranno cartelli commemorativi, un cd con tutti i comunicati ed i discorsi del CCRI-CG dell'EZLN ed altro ancora che raccoglierà "la varia produzione musicale che lo zapatismo ha ispirato".

Intanto Rebeldía lancia un appello alla comunità internazionale a partecipare nei festeggiamenti: "20 anni fa in qualche luogo della selva del Chiapas ha iniziato a camminare un movimento che avrebbe dato la svolta al mondo con un messaggio di speranza e rivendicazione. Nel buio della notte si è tessuta la ribellione, fino che il 1º gennaio 1994 tutti abbiamo visto un esercito a maggioranza indigeno che ha tolto la parola ai potenti e ha boicottato la festa neoliberale. A 20 anni dall'atto di fondazione e a 10 dalla sua sveglia armata, celebriamo le gesta dei più piccoli: la lotta e la resistenza degli uomini, delle donne, dei bambini e degli anziani dell'EZLN".

Si commemora, dicono gli organizzatori, la formazione di un esercito a maggioranza indigena "che ha distrutto le visioni preconcette dei militanti rivoluzionari che sono arrivati nelle loro terre", caratterizzati citando il subcomandante Marcos, come: "Un gruppo di illuminati che arriva dalla città per liberare gli sfruttati e che trova che, più che illuminati, confrontati con la realtà delle comunità indigene, sembravamo delle lampadine fuse. Quanto tempo ci abbiamo messo per renderci conto che dovevamo imparare ad ascoltare e, dopo, a parlare? Non sono sicuro, sono passate già non poche lune, però io calcolo per lo meno due anni. Cioè, ciò che nel 1984 era una guerriglia rivoluzionaria di tipo classico (sollevazione armata delle masse, presa del potere, instaurazione del socialismo dall'alto, molte statue e nomi di eroi e martiri dappertutto, purghe, eccetera, infine, un mondo perfetto), per il 1986 era già un gruppo armato, indigeno in modo imbarazzante, che ascoltava con attenzione e balbettava appena le sue prime parole con un nuovo maestro: i popoli indios" [da Chiapas: La tredicesima stele].

Altre attività saranno: un ballo nel salone Los Angeles il 15 novembre, cicli di video in tutta la repubblica, esposizioni di pitture e grafiche, tavoli di discussione sulle relazioni del zapatismo con i giovani, le donne, i contadini, gli indigeni, i media, i maestri, i lavoratori, eccetera.

"Invitiamo il mondo intero a celebrare con noi l'allegro ribellione del sudest messicano. Perché dal Chiapas s'è levata una voce che ci chiama tutti e tutte, che ci convoca. Perché senza resistenza, senza reti e senza solidarietà non c'è un altro mondo possibile. Celebriamo allora i popoli del mondo. Che la nostra rete cresca e che si moltiplichi il messaggio zapatista di un mondo dove ci stiano molti mondi. Che ognuno celebre a suo modo, gusto e piacere. Che la festa sorga dalle proprie lotte, dalla differenza, dall'estetica, dalla critica, dalla risata ecc…".

Rebeldía si propone "solo come nesso per raccogliere e diffondere tutte le iniziative che si svolgeranno sul pianeta, da piccoli convivi fino a grandi atti, concerti, dibattiti, feste, boicottaggi, marce, incontri. Facciamo della sincronia delle nostre resistenze una forma di ribellione che commuova le fondamenta del potere. Che gli esclusi del mondo facciano ascoltare la loro voce e che continui il suo cammino la internazionalizzazione della speranza, quella che non ha dirigenti né movimenti alla sua testa, la rete che gli zapatisti hanno reso possibile".

La rivista Rebeldía invita anche coloro che hanno accompagnato lo zapatismo a mandare le loro foto, per l'elaborazione di un cd che racconti la storia dagli occhi della società civile. "Differenti momenti di questi 10 anni di lotta e resistenza zapatista, sono stati fotografati da migliaia di persone. Ci proponiamo, come parte della campagna 'EZLN: 20-10, il fuoco e la parola', di elaborare un cd con fotografie della guerra, dei differenti eventi convocati dall'EZLN, la vita quotidiana dei popoli in resistenza e gli incontri tra loro ed i differenti settori della società fuori dal territorio ribelle". (Si segnala l'e-mail: cdfotos@revistarebeldia.org).

Una selezione sarà messa a disposizione del pubblico: "Non ci saranno diritti di autore, il materiale potrà essere copiato da chi lo desidera. Se ci saranno dei guadagni, andranno direttamente alle Giunte del Buon Governo zapatiste".


Le pagine web e le e-mail di riferimento sono:
http://www.revistarebeldia.org - campana20y10@revistarebeldia.org - http://www.revistarebeldia.org/20-10/


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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