La Jornada - Domenica 28 settembre 2003
L'hanno incarcerato perché difende i boschi della sua comunità
Un indigeno candidato ad un premio ecologico

ROSA ROJAS

La comunità di Coloradas de La Virgen, municipio di Guadalupe e Calvo, Chihuahua, e l'organizzazione non governativa Forza Ambientale, AC, hanno iniziato una campagna per candidare l'indigeno rarámuri Isidro Baldenegro López - detenuto da sei mesi nel carcere di Chihuahua, "per il reato di difendere il bosco della sua comunità contro i taglialegna" - al Premio Nazionale per la Conservazione della Natura 2003 che la Commissione Nazionale delle Aree Naturali Protette consegnerà quest'anno.

Gli indigeni stanno già sviluppando la loro campagna con varie mobilitazioni e Isidro ha ottenuto la sospensione dello sfruttamento del bosco di Coloradas de La Virgen, però il 29 marzo è stato arrestato da agenti giudiziari, a casa sua, in compagnia di un vicino e dell'amico Hermenegildo Rivas Carrillo, "seminando armi d'uso esclusivo dell'Esercito e una borsa di semi di marijuana". L'indigeno è stato "accusato di un reato che è stato costruito, in modo ingiusto, in violazione dei diritti umani", afferma la commissione della sua comunità che promuove la sua candidatura.

La commissione comunitaria, composta da Lino Martínez Acuña, Adelina Fontes, Josefa Chaparro e Gloria Torres Molina sollecita l'invio di lettere di appoggio alla candidatura di Baldenegro, prima del 4 ottobre agli organizzatori del premio, "dicendo che si appoggia totalmente la proposta fatta dal villaggio indigeno di Coloradas de La Virgen, municipio di Guadalupe e Calvo, per l'azione di Isidro Baldenegro in difesa del bosco".

Le lettere devono essere inviate a: Secretariado Técnico del Reconocimiento a la Conservación de la Naturaleza, Comisión Nacional de Areas Naturales Protegidas; Camino al Ajusco 200, PB, Col. Jardines de la Montaña, Tlalpan, CP 14210, México, DF.

Forza Ambientale (FA) afferma che per un rarámuri come Isidro Baldenegro la difesa del bosco è una questione di sopravvivenza, non comprensibile dal nostro mondo meticcio, di sopravvivenza individuale e collettiva: per loro, la difesa forestale è una questione di sopravvivenza come popolo indigeno.

Antecedenti del conflitto

Il padre di Isidro, Julio Baldenegro, è stato leader della sua comunità, ha lottato per conservare le tradizioni e per evitare che il bosco di Coloradas de La Virgen fosse tagliato.

La FA annota che nel 1993 gli ejidatari di Coloradas avevano contrattato una falegnameria per il taglio del bosco. "Non tutta la gente era convinta che questa decisione fosse benefica, c'è stata una grande opposizione da parte dei comuneros più tradizionali, più indigeni. Questa situazione ha portato ad una divisione fra la gente di Coloradas. Gli ejidatari non hanno potuto fare ciò che volevano, c'è stato dello sfruttamento, però abbastanza moderato. Però è stato l'inizio della distruzione del bosco; le macchine sono entrate ed hanno cominciato a buttar giù gli alberi più grandi ed antichi".

Nel 1996, Isidro "è riuscito a convincere i comuneros della necessità di non prendere una decisione tanto nociva. Giorni dopo l'assemblea comunitaria, sono arrivati i taglialegna contrattati ma la comunità li ha mandati via".

Nel 1998 è arrivato un ingegnere della Procura Agraria che ha detto in assemblea che si stava autorizzando la "costruzione di confini". L'assemblea ha deciso di sollecitare la revisione dei confini. Nel giugno 1999, Isidro Baldenegro è stato nominato segretario di beni comunali e lo è stato fino al 2001. In questo lasso di tempo si sono presentato i tecnici incaricati di portare avanti i progetti di Procede.

Vedendo che il procedimento di richiesta portato aventi dai due ejidatari di Coloradas, Jesús e Martín, nel 2001, era molto lento, e credendo che non si sarebbe mai risolto, Isidro si è messo a capo dei suoi uomini ed ha organizzato una marcia alla città di Chihuahua di 70 comuneros e ejidatari, per esigere la sospensione definitiva dello sfruttamento forestale di Coloradas, finché è in corso un procedimento su quei territori. Il 23 settembre 2002, Isidro Baldenegro, a capo del gruppo, ha occupato gli uffici della delegazione statale della Segreteria del Medio Ambiente e delle Risorse Naturali per più di 24 ore.

Il 24 settembre c'è stato un tavolo di concertazione, al quale hanno partecipato titolari e tecnici di diverse segreterie, rappresentanti di varie organizzazioni della società civile che hanno dato il loro appoggio ai rarámuris di Coloradas, e i rappresentanti del governo dello stato di Chihuahua. Lì ci si mise d'accordo, tra l'altro, sulla sospensione a tempo indefinito dello sfruttamento di Coloradas, "ma la gioia per la sospensione del taglio è durata molto poco per Isidro e per la sua comunità, dato che in meno di 48 ore la ditta di legname era riuscita ad interporre appello e ha continuato a tagliare senza preoccuparsi della disperazione del popolo rarámuri di Coloradas".

Baldenegro e un'altra persona della comunità hanno presentato denuncia al Tribunale Unitario Agrario, per le irregolarità … il resto è storia odierna.


Gli indigeni devono sfruttare le loro risorse naturali
Autonomie, la via per riuscire in una giusta globalizzazione

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 27 settembre - L'autonomia che propongono e praticano gli zapatisti è condizione sine qua non perché le comunità indigene si approprino socialmente delle loro risorse naturali e riescano a sviluppare progetti di sviluppo sostenibile, ha affermato Eckart Boege, ricercatore dell'area di natura-società dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH).

L'autonomia indigena "è uno strumento di base e loro (gli indigeni) riusciranno più rapidamente a organizzare un buon uso delle loro risorse naturali", ha aggiunto nell'intervista realizzata in questa città dopo aver partecipato nel forum La interculturalità nello sviluppo e nell'educazione superiore.

Alla domanda sui danni provocati dallo sviluppo globalizzato alle risorse naturali, l'esperto ha risposto che "se gli indigeni ed i contadini non prendono nelle loro mani le loro proprie risorse, effettivamente saranno distrutte e succederà pure se gli stessi popoli indigeni le useranno male".

Boege ha insistito che l'autonomia zapatista "può contribuire alla conservazione del patrimonio storico e biologico" ed ha aggiunto che di fronte all'inadempienza degli accordi di San Andrés, "gli indigeni hanno preso nelle loro mani l'uso delle loro risorse attraverso l'autonomia. Questa è una buona opportunità per sviluppare questo tipo di progetti".

Ha affermato che l'autonomia è "una condizione per cercare una globalizzazione distinta, perché non possiamo evitarla, però possiamo agire in un altro modo. È una lotta, una guerra, non tutto riesce bene ai capitani del capitalismo, come abbiamo appena visto in Cancún, dove (la riunione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio) non è andata molto bene".

D'altra parte, ha precisato che nel caso della Riserva della Biosfera dei Montes Azules, il governo deve rispettare i compiti dei "contadini storici", cioè di quelli che vivono lì da prima del decreto di marzo del 1978, e dovrebbe pure negoziare per "le occupazioni che sono nell'illegalità", ossia quelle che sono avvenute dopo quella data.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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