Militari e paramilitari molestano le Giunte del buon governo
Però gli zapatisti continuano a lavorare
- Elio Henríquez -
San Cristóbal de Las Casas, 27 agosto - Una commissione di osservatori civili che ha visitato il Caracol "che parla per tutti", ubicato nella comunità di Roberto Barrios, ha informato che nei due giorni recenti sono diminuite le "persecuzioni" da parte dei presunti paramilitari e del sindaco di Palenque, Alfredo Cruz Guzmán.
Secondo la commissione di osservazione, che oggi ha divulgato una relazione sulla situazione in Roberto Barrios, la Giunta del Buon governo attribuisce la diminuzione delle ostilità alla "rapida diffusione che hanno avuto le denunce ed alla risposta della società civile".
La citata commissione era partita il 23 agosto composta da membri di varie organizzazioni come la Rete dei Difensori Comunitari per i Diritti Umani, Stazione Libero e Società Civile Organizzata, ecc., in seguito alle denunce fatte dalla Giunta del Buon Governo circa "aggressioni verbali" e "minacce" da parte di presunti paramilitari e del sindaco di Palenque.
"Anche se c'era ancora tensione nell'aria, il lavoro di costruzione del nuovo locale per il Caracol V continuava e le aggressioni e le minacce dei giorni precedenti erano cessate" ha riportato la commissione nella sua relazione di sette pagine.
Nel documento si include un'intervista con i membri della Giunta del Buon Governo che ha ribadito che non permetterà la costruzione del progetto turistico sulle cascate del torrente Bascán "perché non ci ha consultato e anche se ci consultano non lo permetteranno i compagni basi d'appoggio" zapatisti perché "non porterà nessun beneficio per la comunità".
Ed hanno aggiunto: "Vediamo che bisogna dire al governo che fermi il suo piano del centro turistico, non solo qui ma da tutte le parti, dove sia quando la gente non lo accetta".
Richiedono anche al governo che li lasci lavorare nelle Giunte del Buon Governo: "Se non riconosce i nostri diritti, noi dobbiamo cercare un cammino, applicare gli accordi di San Andrés in ogni municipio autonomo".
In questo senso, hanno dichiarato che "non stiamo chiamando il governo alla guerra, semplicemente stiamo organizzandoci come popoli, allora perché il governo ci mette soldati e macchine da guerra nelle comunità?".
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(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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