La Jornada 27 aprile 2003

Comunità lacandona minaccia di espellere gli abitanti di 30 comunità

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Chancala, 26 aprile - Una serie di problemi sociali irrisolti e interessi particolari, compresi quelli industriali, sono i protagonisti dei nuovi conflitti in atto nel nord della selva Lacandona, venuti alla luce dopo le aggressioni delle settimane scorse da parte di membri della cosiddetta comunità lacandona contro diversi abitati della regione.

Oggi si sono riuniti a Nuevo Francisco Leon i rappresentanti di 30 comunità e vari privati, tutti in qualche modo colpiti dalle rivendicazioni della comunità lacandona.

Comunità apparteneti al coordinamento Xi'nich accusano la Comunità Lacandona di volersi impossessare dell'accesso alla Laguna Mariscal in cui esistono possibilità di sfruttamento turistico.

Otto località della Unione delle Comunità della Selva (Ucisech), membri di Xi'nich, vogliono che si rispetti la strada così come è stata tracciata dagli anni '80, per la cui costruzione, inoltre, i commercianti di legname di Cofolasa che deforestarono la selva "avevano già realizzato il disboscamento", hanno dichiarato a La Jornada i rappresentanti di Ucisech.

I comuneros di Frontera Corozal (parte dei proprietari "legali") vogliono il percorso sulle loro terre: "Dicono di proteggere la selva e la prima cosa che fanno è fare un'altra strada di cui non c'è bisogno", informa Ucisech, presente nella regione che i coloni choles e tzeltales della selva conoscono con il nome di El Desempeño, formata da Nuevo Francisco León, Nuevo Jerusalén, Lázaro Cárdenas, Nuevo Progreso, Nuevo Mariscal, Nuevo Pedregal, Nuevo Tila e Nuevo Tumbalá.

Anche loro sono minacciati di sgombero dalla comunità lacandona che reclama le terre come proprie. Gli abitanti si appellano al'accordo firmato con tutti i rappresentanti di quel gruppo il 24 ottobre del 1984, per distinguere i terreni su cui si trova la strada Nuevo Jersusalén-Nuevo Mariscal.

Alla riunione tenutasi oggi a Nuevo Francisco León si sono dati appuntamento anche l'industriale alberghiero Herbert Castellanos (la guida della carovana di jeeps israeliane che l'hanno scorso seminò incertezza e scontento in una vasta estensione della selva), che risulta essere "un altro proprietario" tra le comunità zoques, choles e tzeltales dei dintorni, con quattro modesti ettari che (irregolarmente) acquisì da un piccolo proprietario di El Paraíso, nella comunità agraria Nuego Guerrero, per costruire un progetto turistico chiamato Centro de Intrpretación de la Selva (sic!).

Semplicemente la comunità lacandona contende all'industriale di San Cristóbal de las Casas l'eventuale sfruttamento turistico del sito archeologico El Desempeño, della Laguna Mariscal e della bella cascata di El paraíso. Quest'ultima è già compresa nelle terre acquisite dall'industriale.

Secondo la Ucisech e la Rete dei Difensori Comunitari per i Diritti Umani, il problema di questa regione "è molto radicato". Le istanze legittime delle comunità (comprese alcune in resistenza ed altre organizzazioni che partecipano ai municipi autonomi) si stanno inserendo in mezzo alle dispute commerciali tra comunità lacandona e proprietari privati di Nuevo 20 de Noviembre, Nuevo Guerrero e El Paraíso (tra cui si trova, molto attivo, l'industriali alberghiero Castellanos).

Non bisogna inoltre dimenticare che dalla parte lacandona potrebbero schierarsi la Ford Motor Company e le agenzie di sviluppo del governo statunitense.

La parte richiedente, oggi l'aggressore, invoca la proprietà di un vasto territorio della selva che comprende i Montes Azules ed altre zone circostanti in cui decine di comunità sono insediate da oltre 30 anni ed ora sono minacciate di sgombero dai "proprietari legali" del grande latinfondo chiamato comunità lacandona, gruppo che comprende comuneros choles e caribes di Lacanjá Chansayab, Nueva Palestina e Frontera Corozal (oltre che dei distanti villaggi di Nahá e Metzabok). A loro favore c'è la confusione dei decreti presidenziali del passato ed il sostegno dell'attuale governo federale.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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