La Jornada 26 aprile 2003

Pablo González Casanova

Con Saramago fin qui e con Cuba per sempre

Uno sente che l'umanità è in grave pericolo.

Mentre c'è una terribile carneficina in Iraq con bombe e superbombe che scoppiano a tutte le ore, in tutto il mondo si processa e condanna Cuba per violazione dei diritti umani.

Mentre gli Stati Uniti fanno una guerra di conquista per impadronirsi del paese che possedeva la prima riserva di petrolio mondiale non privatizzata, si condanna Cuba per violazione dei diritti umani.

Mentre la maggiore parte delle nazioni del mondo presentano crescenti problemi di disoccupazione, insalubrità, fame e educazione, ed a Cuba invece tutta la popolazione ha lavoro, servizi di salute, alimentazione e scuole, si condanna Cuba per violazione dei diritti umani.

Mentre all'annunciata invasione dell'Iraq si aggiungono nuove minacce d'intervento contro l'asse del male, nel quale gli Stati Uniti includono Cuba mentre contemporaneamente accentua il blocco di più di quattro decenni contro l'isola, si accusa di violazione di diritti umani Cuba.

A tanti stupidi sofismi se ne aggiungono altri, nei quali si dimenticando le cosiddette "operazioni coperte", con "semina di prove" che "confermano" le accuse, si vede come naturale che alla vigilia del "giudizio", i "cubani disperati" rubano un giorno dopo l'altro aerei e barche, reclamando asilo e appoggio dagli Stati Uniti, non solo perché l'ineffabile "Commissione dei Diritti Umani" emetta un "verdetto" contro Cuba, ma anche perché i popoli del mondo, iniziando da quello della vecchia Spagna, appoggino una nuova azione contro l'isola simile a quella che il governo spagnolo ha fatto contro l'Iraq a fianco di Inghilterra e Stati Uniti. Chiedono che la Spagna si dimentichi della Spagna ed il mondo del suo passato di bugie coloniali.

Tutto l'oblio utile è da rispettare. Inoltre, ci sono oblii che si considerano naturali, prudenti e addirittura "necessari" per difendere "i diritti umani".

La forza dell'oblio è di per sé grande, però si complementa con insoliti modi di ragionare, come quello di José Saramago, che mette da un lato se stesso e dall'altro Cuba e tra i due traccia una riga. A questa originale ragione della non-ragione, Saramago ne aggiunge una non poco singolare: in molti siamo e restiamo, in questo come in qualsiasi caso, contro la pena di morte, però è strano che come "persone intelligenti", per un atto con cui non siamo d'accordo, facciamo un espianto o prendiamo le distanze nel teatro del mondo quando è appena iniziato il nuovo dramma mondiale, e ci sommiamo con ambiguità ad uno dei processi più ipocriti, che pretende di giustificare un maggior intervento degli Stati Uniti contro l'isola, un intervento in tale modo minaccioso e intimidante che i cubani si vedono costretti a ricordare che sono disposti a morire pur di non perdere la loro libertà.

È lamentabile che in condizioni così drammatiche, uomini come Saramago prestino la loro fama, guadagnata in disuguali battaglie, per difendere il gigante interventista. Credo che il magnifico scrittore sia un "comunista ontologico", come lui stesso si è definito, e che perciò oggi abbia fatto molto danno alla lotta per la democrazia, la liberazione ed il socialismo che sono alla testa - tra le contraddizioni - del popolo e del governo di Cuba.

Ognuno sceglie le sue contraddizioni. L'uomo senza contraddizioni è una entelechia. "In molti" scegliamo le nostre contraddizioni con il paese caraibico, col suo popolo e col suo governo e speriamo d'essere migliaia di milioni coloro che lottano, con fermezza, per la difesa di questa piccola isola che ha portato molto più lontano che qualsiasi altro paese del mondo la pratica della liberazione, la democrazia e il socialismo.

Cuba si merita il nostro appoggio contro qualsiasi argomento fallace che si voglia aggiungere alle giustificazioni del blocco e dell'intervento annunciato.

Vinceremo.

Messico 25 aprile - Madrid 26 aprile 2003

Postdata. Sono stato il 18 marzo alla manifestazione di Madrid tra un milione di persone che erano contro la guerra. Mi sono fermato nella Piazza del Sole a pochi passi dal palco dove José Saramago ha letto un bel discorso nel quale ha annunciato che "i popoli lotteranno tutti i giorni e in tutti i modi perché la pace diventi una realtà e cessi di essere manipolata come elemento di ostaggio emotivo e sentimentale con cui si pretende giustificare le guerre".

Spero che oggi né in Madrid, né in Spagna, né Saramago appoggino la campagna contro Cuba che è solo una giustificazione in più della "guerra in serie" contro l'umanità.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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