La foja coleta
Numero 1182 - martedì 23 settembre 2003
Vescovo: cresce in modo allarmante l'emigrazione in Chiapas
- Carlos Herrera -

San Cristóbal de Las Casas, 22 settembre - Il vescovo della diocesi di San Cristóbal, Felipe Arizmendi Esquivel ha definito allarmante il problema dell'emigrazione dei messicani perché "ogni giorno sono di più e in primo luogo i giovani" coloro che viaggiano verso il nord del paese in cerca di un lavoro.

Nell'intervista ha dichiarato che il fenomeno dell'emigrazione che si sta registrando nelle diverse regioni della diocesi, "è preoccupante ed allarmante" perché moltissimi sono i giovani che partono, sia meticci che indigeni.

Dal momento che il prezzo dei prodotti agricoli come caffè, mais o peperoncino si sono abbassati, i contadini cercano con tutti i mezzi di andarsene per trovare un lavoro: "prima andavano a Cancún però lì è già saturato e adesso viaggiano verso altre regioni, anche all'estero".

Il vescovo ha detto che la situazione lì è ancora più delicata perché ha delle relazioni sui messicani "che sono detenuti negli Stati Uniti, di qualcuno che era anche condannato a morte (in Los Angeles), però gli è stata commutato la pena in ergastolo; di due indigeni detenuti in Pachuca (Hidalgo), di cui non sappiamo fino a che punto siano dei delinquenti o soltanto degli emigrati, perché la povertà, che provoca l'emigrazione, non è un reato, la povertà non è un peccato".

Ci sono anche dei messicani che sono morti nel loro tentativo di andare a lavorare negli Stati Uniti o in Canada e si sono registrati casi di messicani dei quali non si è potuto recuperare neanche il cadavere. Ha insistito che l'emigrazione di messicani (indigeni, meticci) e di centroamericani, "è un fenomeno che deve preoccuparci tutti, tanto il governo come i responsabili dell'economia politica, i parlamentari, per continuare a cercare un meccanismo col quale i nostri governi - del Messico e degli Stati Uniti - arrivino ad accordi migratori giusti".

Il vescovo ha detto che in questo problema sono incluse le migliaia di migranti centroamericani e le autorità messicane devono pure rispettare i loro diritti umani. Ha segnalato che la diocesi ha programmato sessioni di inchiesta, studio, lavoro e riflessione, per "vedere che possiamo fare al fine di aiutarli anche se solo in modo assistenziale e per continuare a promuovere progetti produttivi, come si è fatto finora" nelle comunità.

Ha ricordato che negli anni precedenti ci sono stati programmi di aiuto per i braccianti, che salvaguardavano, anche se parzialmente, i diritti dei migranti, e non erano tanto esposti come adesso.

Ha richiesto alle autorità federali che continuino ad insistere perché sia dato un trattamento più giusto per i migranti di fronte al governo degli Stati Uniti "perché anche se a Bush e ai parlamentari nordamericani non importa tanto questo tema, per noi è vitale, non possiamo rimanere con le braccia incrociate, vedendo che c'è tanta gente che attraversa le frontiere e disposti a perdere la vita".


Senza accordi, proseguono i negoziati sulla Mactumatzá
Il governo dice che il sindacato intorbida il processo

- Angeles Mariscal -

Tuxtla Gutiérrez, 22 settembre - Il Segretario di Governo del Chiapas, Rubén Velásquez, ha esteso ad una settimana il periodo di tempo utile per arrivare ad un accordo con alunni e maestri della scuola Normale Rurale Mactumatzá, prima di dare per chiuso il ciclo scolastico. Autorità statali hanno accusato il dirigente della Sezione 7 del SNTE, Fortino Vázquez, di ostruire possibili accordi con i normalisti, con il proposito di ottenere l'impunità, visto che stanno passando al setaccio la sua amministrazione.

Rubén Velásquez ha avvisato i normalisti che "sono sempre più vicino a perdere l'anno scolastico. Devono prendere presto una decisione per procedere o non si aprirà il semestre", dato che le attività son già state sospese in modo provvisorio.

L'incaricato della politica interna dello stato ha denunciato che sono gli interessi privati della dirigenza della Sezione 7 del SNTE, in particolare del suo leader, Fortino Vázquez, quelli che "alimentano le voci".

"Questi signori (i leader della Sezione 7) stanno manipolando il movimento per i loro interessi che hanno a che vedere con un fondo di 300 milioni di pesos che era stato concesso loro dalla passata amministrazione e del quale non hanno chiarito il destino", ha accusato il Segretario di Governo. Perciò, ha detto, si è chiesto ai normalisti di definire la loro posizione al più tardi questa settimana per arrivare ad un accordo che permetta di riprendere le lezioni.

Da parte loro i normalisti dicono che fintanto non si libereranno i 24 processati penalmente e i 10 in stato di fermo e non si garantisca la riapertura della Normale Rurale, non potranno arrivare ad un accordo con le autorità educative.


E d i t o r i a l e
COMANDARE CARACOLEANDO

23 settembre - Se ripassiamo la continuità del comandare obbedendo indigeno, nella sua modalità dei caracoles, dobbiamo accettare che la saggezza maya è puntuale; si adatta ai loro tempi e alle loro necessità. Quando si scontra con degli ostacoli tende ponti o cerca sentieri a lato per superarli e continua, come i caracoles (in questo senso le lumache) che sembra che non avanzino.

In un determinato momento fu necessario che tutti in mucchio fossero d'accorso d'andare in guerra "contro il malgoverno"; però affrontandolo di sbieco, come i fiumi in piena per evitare che la corrente li trascini via. Questa è stata la prima fase; continuò il negoziato pieno di rischi senza risultati concreti. Ciononostante, si avanza; però sempre a spirale: come i caracoles!

La vita non si ferma, perché la inazione è morte. Tutti proseguono la spirale. La cuspide è la felicità, però prima c'è che giocarsi la sorte con l'inerzia ellittica. Tutti arriveranno perché le linee coincidono al momento giusto, nessuno può andarsene, né fermarsi: o avanzano tutti o arretrano tutti. La meta è tracciata.

Prima il popolo (indigeno) mascherato da esercito ha sfidato il governo anche lui mascherato da governo. Entrambi hanno scoperto che nel teatro tutti sono popolo, con la differenza che alcuni servono a se stessi e altri difendono interessi estranei.

Il governo così mascherato ha capito che il "nemico" era alla fine lui stesso ed ha accettato di sedersi a negoziare a San Andrés Larráinzar: firmando bozze intrattiene, stanca e dimentica.

Però la seguente tappa è: i caracoles! L'autogoverno. Dimostrare al sistema che si può vivere nonostante lui, senza accettare le sue elemosine. Con i caracoles si comanda obbedendo al popolo e alle sue norme; la gente adempie ai suoi compiti sociali per la sopravvivenza del gruppo e obbliga le Giunte del buon governo ad esercitare bene il loro impegno.

Vediamo se un giorno ci potremo fermare ad analizzare questa modalità umana di convivenza ubbidendo ognuno ai propri doveri e reclamando i propri diritti… se davvero vogliamo vivere in pace.


Direttrice: CONCEPCIÓN VILLAFUERTE
Editore: Amado Avendaño Figueroa
Collaboratori: Carlos Herrera, Heriberto Velasco, Manuel Martínez López
Uffici: Via Venustiano Carranza, 26, Barrio di San Diego, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
Telefono (967) 678-90-62
E-mail: lafojacoleta@yahoo.com.mx www.lafoja.com



(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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