LA JORNADA - Sabato 23 agosto 2003
Pattugliamento di forze pubbliche e offerte di funzionari
Riprendono le pressioni per sgomberare comunità dei Montes Azules
HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 22 agosto - Questa settimana sono riprese le finte di sgombero contro le comunità indigeni ubicate nel sud dei Montes Azules. Mentre la Armata (navale) e la Sicurezza Pubblica minacciano le comunità, inviati di Profepa e Semarnat "offrono" terre ai contadini, ma questi lo considerano un inganno.

La Rete dei Difensori Comunitari per i Diritti Umani ha divulgato oggi una denuncia della comunità Ignacio Allende (prima Nuevo San Rafael), ubicata al sud dei Montes Azules. Il 19 agosto, alle 10 sono arrivate otto persone, delle quali cinque si presentarono come Héctor Trujillo Gómez, Ricardo Ariola Morales, Juan Antonio Sandoval Flores, Alonso Cruz López e Alfonso Chanona Ramos, tutti funzionari della Procura Federale di Protezione all'Ambiente (Profepa).

I funzionari "hanno tentato di persuadere gli abitanti a trasferirsi, argomentando che quelli della comunità Lucio Cabañas (nota pure come Arroyo San Pablo e sgomberata nel dicembre scorso) si trovavano già sulle terre di Las Carmelitas, municipio di Salto de Agua. Sandoval Flores, vicedelegato della Segreteria di Medio Ambiente e Risorse Naturali (Semarnat), ha chiesto alla comunità quale è la sua posizione di fronte alla proposta ufficiale ed ha affermato che disponeva di un terreno per riubicare questa comunità, pure in Salto de Agua".

I rappresentanti di Ignacio Allende hanno definito "bugie" gli argomenti di Profepa e Semarnat, "dato che gli abitanti di Lucio Cabañas stanno in questo momento vivendo in Marqués de Comillas, dove sono stati accolti dalla comunità Santa Rita. Gli abitanti di Ignacio Allende hanno richiesto il rispetto degli accordi di San Andrés ed hanno manifestato che non avrebbero lasciato la loro terra. Inoltre, hanno detto che il governo con questi atti viola il diritto all'autodeterminazione dei popoli indigeni".

La rete segnala che in ogni momento, i funzionari "si sono rivolti agli osservatori civili presenti definendoli 'consiglieri degli invasori' e dimostrando così il disprezzo ufficiale per il lavoro di difesa e promozione dei diritti umani. Di fronte a tutto questo, la comunità ha risposto che allora i funzionari governativi erano 'consiglieri dei ladri di macchine fotografiche', alludendo alle macchine ed ai video portate via all'organizzazione civile indipendente Promedios lo scorso 12 aprile, da membri della comunità lacandona e da delle loro subcomunità, in presenza dei funzionari di Semarnat e Profepa. Questi strumenti non sono stati restituiti".

I difensori comunitari ricordano che i funzionari Trujillo, Ariola e Gómez Román si sono presentati già in altre occasioni in Ignacio Allende. "Nell'aprile di quest'anno hanno 'accompagnato' i rappresentanti della comunità lacandona che hanno minacciato di sgomberare la comunità. Per questa ragione, è evidente che gli abitanti di Ignacio Allende non confidano nei funzionari governativi, anche se adesso vogliono presentare un volto negoziatore".

Quasi due ore più tardi si è avvicinato alla comunità, sulla stessa barca che aveva trasportato i funzionari di governo, un gruppo di giornalisti che ha detto d'essere di Forza D'informazione Azteca, con Nacho Núñez Pliego. "Queste persone hanno fatto video e preso foto. I rappresentanti indigeni hanno spiegato loro che non potevano farlo senza autorizzazione della comunità. Dato che i giornalisti ignoravano le indicazioni e continuavano a registrare, i rappresentanti di Ignacio Allende hanno tentato di togliere loro la cassetta video e il rollo fotografico. Allora i giornalisti sono tornati alla barca e se ne sono andati".

Inoltre, gli abitanti di Ignacio Allende denunciano che sono stati minacciati da effettivi dell'Armata, che hanno realizzato pattugliamenti in barca per diversi giorni a giugno, luglio e il 14 e il 15 di agosto. Il 17 ha sorvolato la comunità, in circolo, un elicottero della Sicurezza Pubblica.

Per la rete, "è chiaro che Semarnat e Profepa sono passati dall'intimidazione alla minaccia costante, e adesso cerca un negoziato con ognuna delle comunità. Ancora una volta si rivolgono alle comunità al sud dei Montes Azules perché pensano che siano le più deboli e isolate". L'organizzazione civile ha denunciato che questa "strategia cerca di dividere le comunità e di scavalcare l'organizzazione dei popoli indigeni, diffondendo persino bugie sulla comunità Lucio Cabañas". E così ha invitato l'opinione pubblica "a non lasciarsi ingannare dalla campagna pseudoecologista orchestrata dal governo e da Tv Azteca, dato che come si è dimostrato, dietro ci sono gli interessi di imprese transnazionali".

Alla fine i difensori comunitari hanno concluso dicendo "questi eventi sono il risultato del vuoto lasciato dall'inadempienza governativa rispetto agli accordi di San Andrés. Solo nel quadro del riconoscimento costituzionale dei diritti indigeni sarà possibile la conservazione del medio ambiente nel pieno rispetto dei diritti umani e delle garanzie come popoli, espressi nel Trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, ratificato dal Messico".

Gli episodi di minacce da parte della Armata, degli inviati federali e delle autorità lacandone, succedono tanto in comunità che si dichiarano simpatizzanti dell'EZLN (come è il caso di Ignacio Allende e Nuevo San Isidro) come nelle comunità dichiaratamente ribelli, in particolare in Doce de Diciembre, che, insieme con Primero de Enero e Nuevo Limar, appartiene al municipio autonomo Libertà dei Popoli Maya.


Riferiscono atti di provocazione di paramilitari
Rappresentanti zapatisti si lamentano delle nuove minacce ai Caracoles
HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

San Cristóbal de Las, Chis., 22 agosto - La giunta del buon governo del Caracol "che parla per tutti", con sede in Roberto Barrios, ha denunciato oggi nuove aggressioni e minacce da parte di membri priisti della comunità, che definisce "paramilitari". Dei diversi incidenti successi ieri, il più grave sono stati gli spari in tre occasioni contro il dormitorio "dove appendono le loro amache" i lavoratori, basi d'appoggio dell'EZLN, che partecipano nella rimodellazione di quello che era l'Aguascalientes V.

Questo è successo in serata, verso le 20 e 30.

Nella loro denuncia, i rappresentanti zapatisti riferiscono che "giovedì alle tre del pomeriggio, i rappresentanti delle commissioni a guardia del Caracol V sono stati insultati e maltrattati da un gruppo di 15 bambini e bambine, tutti figli di paramilitari della comunità". Alcuni bambini portavano il machete e lanciavano pietre contro il centro di governo zapatista e le costruzioni.

"Dopo questi atti dei bambini e delle bambine, è sceso verso la comunità un camion caricando cemento. Al momento di iniziare il suo ritorno verso Palenque, portava a bordo circa 20 persone, con pale e picche per distruggere un dosso posto perché i carri ufficiali e i veicoli della compagnia (costruttrice) non passino ad alta velocità". Questo, "per la sicurezza dei compagni, delle compagne e dei bambini zapatisti e perché non succeda qualche incidente nel Caracol V".

"Il camion di Palenque, dopo aver passato il dosso che si trova all'entrata del Caracol V, ha posteggiato tranquillamente mentre aspettava che le persone che aveva a bordo distruggessero il dosso. Dopo sono risaliti sul camion per passare davanti al Caracol. Alcuni metri più avanti sono scesi nuovamente per camminare tutti verso la comunità".

Questo Caracol zapatista si trova vicino di un largo guado del bramato torrente Bascán, dove il governo statale vuole costruire un centro turistico, contro la volontà della popolazione di Roberto Barrios. Questo progetto è servito in varie occasioni per far confrontare le basi d'appoggio dell'EZLN con i priisti di questa comunità e di altre vicine.

La giunta ha denunciato anche "che è stato insultato un membro delle autorità autonome, da parte di una donna priista". Questa "ha proibito" il passaggio le strade della comunità recentemente riparate dal municipio ufficiale di Palenque.

La giunta del buon governo ha dichiarato che questi "atti di provocazione da parte dei paramilitari servono a destabilizzare i villaggi in lotta. Come abbiamo già denunciato il 19 agosto, i priisti si sentono più forti sulle strade recentemente riparate".

"Chiediamo alle commissioni nazionale e statale dei Diritti Umani che richiedano ai governi federale, statale e municipale che inizino a rispettare le nostre autorità autonome e la libero determinazione nelle comunità indigene", conclude la giunta del buon governo "Seme che produrrà", dalla regione nord della selva Lacandona.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home