La Jornada 23 aprile 2003

LACANDONI E COMUNEROS ATTACCANO EL PARAISO E DISTRUGGONO LE CASE

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristobal de Las Casas, 22 aprile - Lacandoni di Lacanjá Chansayab, e comuneros di Nueva Palestina e Frontera Corozal, nei giorni scorsi hanno attaccato la comunità El Paraíso provocando un incendio che ha distrutto le case e 100 ettari di bosco e coltivazioni.

Gli aggressori hanno minacciato di sottrarre le terre a 12 comunità, in maggioranza choles e tzeltales, che sono insediate legalmente a nord della selva Lacandona. Accentuando la loro escalation nei Montes Azules e dintorni, la repentina belligeranza dei lacandoni e di gruppi choles (legati all'organizzazione paramilitare Paz y Justicia) e sostenuti da funzionari federali, innesta un nuovo "fronte" di ostilità contro altri villaggi indigeni.

Questo, solo una settimana dopo l'incursione armata di gruppi "expulsores" filogovernativi a sud dei Montes Azules contro le comunità Nuevo San Rafael e Nuevo San Isidro.

Gli abitanti di El Paraíso, che appartengono alla colonia agricola di piccoli proprietari di Nuevo Guerrero, questo fine settimana hanno denunciato i fatti di violenza contro di loro per mano di membri della cosiddetta Zona Lacandona.

La colonia agricola Nuevo Guerrero, sulla strada di frontiera che percorre il nord della selva, esiste dagli anni '60, quando indigeni del Chiapas e campesinos di altri stati del sudest avevano acquisito legalmente territori di selva che allora erano stati spogliati dalle compagnie del legname e che avevano esaurito il loro sfruttamento della foresta.

Due decenni dopo, sono arrivati nella regione nuovi coloni indigeni che hanno acquisito, anch'essi in maniera legale, i terreni dove ora si trovano le comunità di Nuevo Francisco León, Nuevo México, Nuevo Petalcingo, 20 de Noviembre, Nuevo Guerrero e El Paraíso.

Gli indigeni hanno dichiarato di aver mantenuto fino al 1988 "una convivenza pacifica ed armoniosa con gli abitanti della cosiddetta Zona Lacandona", i cui centri abitati si trovano tra i 20 e 60 chilometri a sud dei confini della colonia agricola, nel tratto di frontiera Chancalá-Benemérito de las Américas.

Nel 1971, il governo di Luis Echeverría aveva assegnato alle 66 famiglie di caribes, il titolo di proprietà di 614mila 321 ettari, comprendendo in questo enorme poligono, delle terre che erano già di proprietà di altri abitanti e molti di loro sulla base di risoluzioni presidenziali precedenti.

Una successiva manovra governativa dei confini di quella "creazione" di Echeverría, in particolare dalla fine di La Madrid, seminò la discordia che oggi coltiva il governo di Fox. Una semplice breccia separa Nuevo Guerrero dalla Zona Lacandona ed i comuneros di quest'ultima non hanno mai realizzato azioni per il dominio o il possesso della zona a nord della breccia, ma adesso "con l'appoggio del delegato statale della Procura Agraria", minacciano di occupare diversi terreni, affermano i rappresentanti delle comunità a rischio.

Lo scorso 9 febbraio, più di 150 persone delle comunità della Zona Lacandona, sono arrivate a El Paraíso capeggiate da David González Chan Bor, Pedro Díaz Solís e Manuel Hernández, minacciando gli abitanti e distruggendo diverse costruzione, parte del progetto Centro de Interpretación de la Selva. Inoltre, gli aggressori hanno sequestrato per tre giorni diverse persone, si sono impossessati di un camion, una centralina, le pompe dell'acqua e di macchinari.

La Secretaria de Gobierno statale è venuta a conoscenza dei fatti e le vittime si sono rivolte al Pubblico Ministero di Ocosingo (che si è visto obbligato ad aprire la pratica investigativa ALT40/0168/ 03-02), ma fino ad ora non c'è stata nessun'azione da parte delle autorità.

A mezzanotte di questo 16 aprile, un gruppo di persone a bordo di veicoli di proprietà della comunità Nueva Palestina, ha dato fuoco ai tetti di paglia ed alle costruzioni rimaste ancora in piedi del Centro de Interpretación de la Selva. Le fiamme hanno raggiunto le colline adiacenti ed hanno distrutto circa 100 ettari ed alcune case di El Paraíso. L'incendio è stato sul punto di estendersi alle montagne della selva.

Di fronte all'ostilità di questi comuneros della Zona Lacandona, i rappresentanti delle comunità minacciate, dichiarano in un documento reso noto oggi: "Siamo sempre stati prudenti". Di fronte ai recenti attacchi, temono azioni violente che possono portare ad "un triste epilogo" e chiedono direttamente al governo di Pablo Salazar Mendiguchia di smetterla di proteggere le azioni dei comuneros della Zona Lacandona.

Le comunità minacciate sono Nuevo Francisco León, Nuevo Petalcingo, Nuevo México, Nuevo Guerrero, 20 de Noviembre, El Paraíso, Nuevo Tumbalá, Nuevo Jerusalén, Lázaro Cárdenas, Arroyo Jerusalén, Francisco Villa e Nuevo Tila.

Da parte sua, la Rete dei Difensori Comunitari per i Diritti Umani ha svolto una nuova visita nelle comunità di Nuevo San Isidro e Nuevo San Rafael, minacciati di sgombero nei Montes Azules "dove rimangono osservatori dei diritti umani".

La notte di sabato 19 aprile, un convoglio dell'Esercito ha realizzato un inusuale pattugliamento dei dintorni della comunità 13 de Septiembre dove stazionava un veicolo di osservatori civili, provocando allarme tra gli abitanti della comunità.

Per il momento, secondo il rapporto della Rete, prevalgono le minacce: "Non sappiamo quando agiranno i lacandoni. Gli abitanti di Nuevo San Rafael e Nuevo San Isidro chiedono la presenza di più osservatori civili".


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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