La Jornada - Lunedì 22 settembre 2003
In questo periodo Canalseisdejulio ha subito minacce e minacce
Zapatisti, cronaca di una ribellione sintetizza i 10 anni di lotta dell'EZLN

JENARO VILLAMIL

Alimentata da un archivio di più di 100 ore di registrazioni, in differenti formati, con quasi una quinta parte di immagini mai viste, i due video che danno vita alla produzione di "Zapatisti, cronaca di una ribellione", costituisce il primo grande sforzo di sintesi sui 10 anni dall'insurrezione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ed il primo avvicinamento al punto di vista delle comunità indigeni dei municipi autonomi.

I due responsabili della realizzazione ed edizione dei video, Víctor Mariña e Mario Viveros, sono d'accordo nel sottolineare che questo è il lavoro più ambizioso che abbia intrapreso Canalseisdejulio, in coproduzione con La Jornada. È anche il risultato di un decennio in cui questa casa di produzione indipendente ha continuato a seguire la tematica con video come: "La guerra del Chiapas" (prima testimonianza audiovisiva sui giorni della sollevazione armata del 1994), "Chiapas, l'altra guerra" (prodotto dopo i dialoghi nella Cattedrale di San Cristóbal) e "Chiapas, dialogo sotto minaccia" (che documenta le minacce alle comunità zapatiste nell'epoca dei negoziati durante il governo di Ernesto Zedillo).

In questa storia in cui si è seguito il percorso della causa zapatista, Canalseisdejulio è stato molestato e minacciato in varie occasioni. Víctor Mariña ricorda che durante la registrazione di "Chiapas, l'altra guerra", la sede della compagnia, diretta da Carlos Mendoza, è stata perquisita per tre volte. Allora gli uffici si trovavano nel Centro Nazionale di Comunicazione Sociale (Cencos), in calle Medellín 33, nel quartiere Roma. Hanno tentato di portarsi via gli archivi audiovisivi e hanno lasciato un messaggio molto chiaro: "non mettetevi in mezzo".

"Abbiamo dovuto terminare quel lavoro fuori dalle nostre installazioni. Prima, per paradosso, nella calle del Chiapas, pure nel quartiere Roma, e di lì ci siamo spostati a casa mia, nella calle di Tonalá, dove ho terminato il video", ricorda Mariña.

E minacce e minacce ci sono state dopo la distribuzione del secondo documentario. Durante "il tradimento di febbraio" del 1995 - data in cui il presidente Ernesto Zedillo ha ordinato l'arresto della dirigenza dell'EZLN e l'Esercito si è dispiegato nella zona ribelle -, le minacce sono ricominciate. Mariña stava editando il video "Tutti siamo Marcos". "Era evidente che ci perseguitavano. A casa mia sono arrivate minacce telefoniche. Allora tutti sapevamo che si trattava di avvertimenti".

A quasi un decennio di distanza, Mariña e Viveros dicono che la situazione è un poco cambiata. Le minacce sono minori, però si è pure trasformato il rapporto con l'EZLN. Nel 1994, Canalseisdejulio, così come La Jornada, Proceso, Tiempo e El Financiero erano gli unici media a cui la dirigenza del gruppo ribelle inviava i suoi comunicati. "La televisione era completamente chiusa all'EZLN", ribadisce Mario Viveros. "Noi abbiamo registrato varie esclusive con il subcomandante Marcos e con il comando dell'EZLN durante i dialoghi della cattedrale. Alcune di queste testimonianze sono ora incluse in Zapatisti", spiega Mariña.

Durante la marcia del 2001, quando il comando zapatista è arrivato fino a Città del Messico e la comandante Esther parla dalla tribuna di San Lázaro per difendere la legge indigena, le relazioni tra il EZLN ed i mezzi audiovisivi sono cambiate. Si è rotto l'accerchiamento militare e mediatico. Televisa è riuscita a fare un'intervista esclusiva con il subcomandante Marcos, col giornalista Julio Scherer. Nonostante che le risorse di Canalseisdejulio siano sempre state precarie, è riuscita a registrare con le sue quattro videocamere immagini di uno Zócalo della capitale stipato e la miglior ripresa dell'entrata dei comandanti nel cuore di Città del Messico. Queste immagini sono incluse in "Zapatisti".

Viveros e Mariña sottolineano che in questa produzione hanno inserito immagini esclusive che nessun media ha mai trasmesso. Per esempio, c'è la ripresa della caduta della statua di Diego de Mazariegos, ceduta nel 1994 da Carlos Martínez a questo canale. Questa immagine era stata registrata da chi più tardi sarebbe stato conosciuto dal mondo come il subcomandante Marcos.

Esistono immagini dell'alba del primo gennaio 1994, quando l'EZLN è entrato sulla scena nazionale con l'occupazione del municipio di San Cristóbal. L'immagine registrata della lettura del Primo Comunicato della Selva Lacandona è di Arturo Lomelín, che è anche l'autore della prima immagine di "Zapatisti".

Altre immagini esclusive sono quelle delle esercitazioni militari nella zona dei municipi autonomi, quelle dell'accampamento di X'oyep e quelle degli scontri in Prado Pacayal. Quest'ultime sono state acquisite da La Jornada per arricchire il valore documentario dei video.

Ci sono pure registrazioni delle comunità indigene dell'EZLN solo di proprietà del Canalseisdejulio. Mariña spiega che nel il 2000 ha insegnato in La Garrucha ed a Oventic a componenti delle basi zapatiste ad utilizzare la videocamera per quattro giorni consecutivi. Alcune di quelle immagini fanno pure parte di quest'ultimo video.

Mario Viveros, giovane cineasta laureato nel Centro Universitario di Studi Cinematografici, riconosce che c'è differenza di qualità tra le varie immagini. "Noi abbiamo deciso che si vedesse la varietà delle immagini, che era necessario rispettarle per il loro valore storico. Il montaggio è stato ciò che ha dato unità al lavoro".

Viveros sottolinea che l'obiettivo non era fare un video che diventasse "la versione ufficiale" del punto di vista degli zapatisti e neanche che il protagonista fosse il subcomandante Marcos. "L'idea fondamentale è che fosse una cronologia e che le stesse immagini fornissero il contenuto e dessero valore giornalistico" alla produzione.

La trama della cronaca giornalistica è stata elaborata da Luis Hernández Navarro, coordinatore della rubrica Opinioni de La Jornada. Con Hernández, che spiega ed analizza nel primo video l'importanza dell'irruzione zapatista, hanno collaborato anche Blanche Petrich, una delle giornaliste che è stata molto vicine ai primi momenti del sollevazione, ed Hermann Bellinghausen, corrispondente attuale e informato come pochi su ciò che succede nelle comunità zapatiste.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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