La Jornada - Mercoledì 21 maggio 2003

Violerà i diritti umani dei connazionali

I parlamentari chiedono che il Messico protesti per il piano antiterrorista statunitense

È basato su una politica discriminatoria e repressiva

ANDREA BECERRIL E ROBERTO GARDUÑO

Parlamentari dei partiti Rivoluzionario Istituzionale (PRI) e della Rivoluzione Democratica (PRD) hanno richiesto al governo federale che faccia arrivare una protesta agli Stati Uniti per la sua pretesa di applicare un programma antiterrorista che significherà, nei fatti, violazioni ai diritti umani dei messicani che attraversino la frontiera in modo sia legale che illegale.

"È particolarmente grave per il nostro paese un programma di questa natura, basato su di una politica discriminatoria e repressiva, che inciderà su tutti gli ambiti delle relazioni bilaterali", ha affermato il senatore del PRI Oscar Cantón Zetina.

La deputata Martha Tamayo ha sottolineato che ciò che preoccupa è l'atteggiamento "di compiacenza del Presidente della Repubblica, Vicente Fox Quesada, al quale non sembrano inquietare molto le misure extraterritoriali e in violazione della nostra sovranità".

Il parlamentare perredista Emilio Ulloa ha detto che la decisione del governo degli Stati Uniti di applicare un piano antiterrorista a qualsiasi visitante, è una "autentica mancanza di rispetto per il popolo messicano". Ed ha richiesto alle autorità messicane una risposta rapida e decisa contro questa misura.

Il senatore Oscar Cantón Zetina ha fatto notare l'incongruenza degli Stati Uniti, "che si proclamano come il principale difensore dei diritti umani nel mondo, però li violentano in modo flagrante con piani antiterroristi che includono azioni contro le garanzie fondamentali di qualsiasi visitante il loro territorio".

Trattamento da "potenziali criminali"

Il senatore del Partito Rivoluzionario Istituzionale ha affermato che, in questo contesto, il governo messicano deve presentare le sue proteste formali agli Stati Uniti, perché "questa non è la maniera di incentivare le buone relazioni tra i due popoli, il fatto di trattare i cittadini messicani come potenziali criminali".

Ha fatto notare che il presidente Vicente Fox ed i suoi collaboratori, tra cui il cancelliere Luis Ernesto Derbez, hanno già commesso l'errore di assicurare che appoggiano unilateralmente le misure che gli Stati Uniti allestiranno per combattere il terrorismo, quindi è tempo che riflettano su tutte le azioni recentemente annunciate, tra le quali quelle di affetteranno lo scambio commerciale e l'immigrazione.

La senatrice Martha Tamayo ha detto che in realtà il problema del terrorismo ha generato una serie di misure con le quali bisogna fare molta attenzione, visto che hanno già un impatto molto forte sui messicani che vanno negli Stati Uniti, sia in cerca di lavoro che per affari. "Una cosa è la prevenzione contro il terrorismo ed un'altra è il trattamento di quelli che viaggiano o entrano nel territorio statunitense; l'immigrazione è diretta da norme internazionali e non può essere cambiata in modo unilaterale" dal governo di Washington.

Il deputato perredista Emilio Ulloa ha detto che gli pare fuori da ogni logica il nuovo piano antiterrorista. "Evidentemente i nostri connazionali non possono essere trattati in un modo così grossolano e questo riflette il fatto che non ci sia volontà né disponibilità a controllare i temi in relazione con l'immigrazione".

Ulloa ha ribadito che il governo statunitense sta polarizzando le sue relazioni con il Messico, perché è "impensabile che il nostro paese abbia a che vedere con attività terroriste. Insomma, il segretario delle Relazioni Estere, Luis Ernesto Derbez, dovrebbe essere coerente con la sua posizione e invece di preoccuparsi di temi economici dovrebbe curarsi degli autentici problemi dei messicani".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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