La foja coleta
Martedì 20 maggio 2003 - Numero 1094

Trasportatori trattengono Luis Correa Guajardo
Vogliono che li lasci lavorare a Villa Las Rosas

- Carlos Herrera -

San Cristóbal de Las Casas, 19 Maggio - Richiedendo che il governo conceda loro i permessi per lavorare in modo regolare, circa 300 contadini della comunità Nuevo Tepeyac, municipio di Villa Las Rosas, hanno trattenuto questo lunedì Luis Correa Guajardo, delegato di governo della regione di frontiera.

Con una telefonata, Natalio Alfonso Martínez, portavoce di quelli che protestano, ha detto che il delegato di governo - i cui uffici si trovano in Comitán - è arrivato in modo aggressivo ad una riunione che aveva programmato con i lavoratori del volante, membri della società Trasporto Ejidale Las Rosas.

Il portavoce ha informato che la riunione era iniziata nel pomeriggio di questo lunedì, a un chilometro dalla comunità Nuevo Tepeyac, però invece di conciliare e di cercare una soluzione reale ai problemi dei veri trasportatori, si è messo a minacciare i dirigenti col metterli in carcere.

"Non vuole che lavoriamo, perciò la gente si lamenta perché non dà una soluzione a questi problemi, allora i compagni hanno trattenuto Luis Correa perché vengano altre autorità a rispettare le nostre richieste; vogliamo solo il nullaosta per poter lavorare", ha segnalato Alfonso Martínez.

I contadini ribadiscono che non vogliono violenza e che sono disposti a liberare il funzionario se il governo dello stato permette che i membri della società di trasporti, che offre il suo servizio in varie comunità di Villas Las Rosas, lavorino senza essere molestati e senza timore.

Il portavoce ha denunciato che il coordinatore dell'autotrasporto nello stato, Aniceto Orantes, è stato protettore e fa parte dei "polipi" del trasporto, come la ditta Cuxtepeques, ed ha chiesto che siano restituite le targhe sottratte e il pulmino sequestrato dalla polizia di transito dello stato, che è stata portato a Tuxtla Gutiérrez.

I trasportatori hanno segnalato che rimarranno in lotta, "fino a che ci lasceranno lavorare in pace".


Si è seccata la laguna di Navenchauc
Grande moria di pesci

- Carlos Herrera -

San Cristóbal de Las Casas, 19 Maggio - Tra il fango sono stati trovati migliaia di pesci morti con la secca della laguna ubicata nella comunità di Navenchauc, municipio di Zinacantán. Quello che prima era un bel paesaggio, adesso è una brutta spiaggia di terra arida e screpolata.

Secondo gli abitanti è la prima volta che succede qualcosa di simile. La Protezione Civile ha stimato che l'evaporazione dell'acqua, il calore e la scarsezza di pioggia, siano state le cause principali del fatto che la laguna, che si estendeva su un'area di quattro ettari, si sia prosciugata.

La laguna ha cominciato a morire due settimane fa e gli abitanti hanno già raccolto quasi dodici tonnellate di rifiuti, tra pesci come carpe e "tilapias", che dovranno essere inceneriti per evitare un'epidemia.

Con pale e camion, decine di indigeni della comunità con elementi della Protezione Civile hanno lavorato per varie ore per togliere i pesci morti dal fango.

Per un bel pezzo non si potrà apprezzare la laguna, che era visibile dalla strada che attraversa questo villaggio della zona di Los Altos e che è circondato da alte montagne.

Gli indigeni camminano tristi sul fango, in mezzo all'ambiente pestilente, che odora a morte. Secondo il commissario ejidale, José Vázquez, solo una su 10 famiglie consumava pesce, perché non fa parte della loro alimentazione e di fatto la pesca è un'attività un po' sconosciuta da queste parti, che si caratterizzano per la produzione di bei fiori.

Il pesce lo mangiano poco e neanche lo vendono come succede da altre parti.

La laguna si forma con l'acqua che arriva nella stagione delle piogge e con quella che scende dalle montagne.

Nel punto più profondo questo lago raggiungeva quasi i 20 metri ed aveva una tonalità verde.

La cosa più grave è che per ora e con la mancanza di piogge, la comunità non avrà sufficiente acqua per irrigare le sue coltivazioni.

Ciò preoccupa molto l'indigeno José Vázquez, che vive della floricoltura, dei prodotti dell'orto e della raccolta di frutti come le albicocche. "Per questo abbiamo paura, perché adesso che non è piovuto, non abbiamo acqua neanche per irrigare i campi. Abbiamo pozzi per l'acqua da bere però ci preoccupa molto la situazione".

Le autorità non pensano che questa situazione provocherà un'epidemia. Ad ogni modo come misura preventiva, hanno installato dei punti d'ispezione sanitaria per evitare infermità.


Senz'acqua il municipio autonomo Olga Isabel
Hanno distrutto il serbatoio e tagliato a colpi di machete i tubi

- Concepción Villafuerte -

San Cristóbal de Las Casas, 20 Maggio - Abitanti dell'ejido San Sebastián hanno distrutto lo scorso 2 maggio un serbatoio per la raccolta dell'acqua e la rete di distribuzione idrica che serviva la comunità capoluogo del municipio autonomo Olga Isabel, abitato da basi d'appoggio zapatiste.

Fra i progetti approvati dal governo dello stato con i presidenti municipali, c'è la costruzione di una strada nel municipio di Chilón, che passerebbe attraverso il territorio delle basi d'appoggio zapatiste.

Gli indigeni si sono opposti alla costruzione di questa strada e la ditta costruttrice ha sospeso l'opera. Gli abitanti dell'ejido San Sebastián che ricevono appoggio dal governo, in rappresaglia hanno distrutto la rete idrica.

La comunità aveva costruito un suo proprio acquedotto con l'appoggio di donazioni della società civile.

Più di 25 famiglie sono in crisi per la mancanza totale d'acqua, situazione che mette in pericolo la salute in primo luogo dei bambini.

La situazione è tesa, dato che gli abitanti della comunità non possono lavorare normalmente nei campi, perché devono controllare che gli aggressori non penetrino nella comunità.

Il governo dello stato lascia che i civili aggrediscano le basi d'appoggio zapatiste: così permette provocazioni affinché scoppino "conflitti intercomunitari" e così l'esercito e la polizia possono penetrare nelle comunità giustificando un intervento violento.

La violenza non c'è solo quando gli scontri arrivano all'aggressione fisica. Il fatto di togliere totalmente l'acqua a tutta una comunità, che non ha la possibilità di averla in altro modo, è un autentico crimine, dato che può portare come conseguenza la disidratazione dei più piccoli ed un altro cumulo di infermità che potrebbero essere evitate.

Però non c'è nessuna autorità a cui ricorrere. Il presidente municipale è d'accordo con il progetto antiguerriglia del commissario per la pace, don Luis H. Alvarez che a sua volta sta avallando quello del governatore Pablo Salazar.

Agli zapatisti l'unica cosa che resta da fare, è resistere alle aggressioni dirette ed alle infermità, oltre che alla fame ed alla presenza dei paramilitari che sono la quotidianità in questa zona.


La foja coleta è una pubblicazione di: EDITORA DE MEDIOS DE COMUNICACIÓN DEL SURESTE S.C.
DIRETTRICE: Concepción Villafuerte
EDITORE: Amado Avendaño Figueroa
COLLABORATORI: Carlos Herrera, Heriberto Velasco, Manuel Martínez López
UFFICI en Calle Venustiano Carranza # 26, Barrio de San Diego, C. P. - San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Mèxico
29270, Apartado Postal 156, Telefono 67 8-90-62
E-mail: fojacoleta@yahoo.com.mx - pagina web: http://www.lafoja.com


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home