La Jornada 20 aprile

2003 Amaury Pérez, Silvio Rodríguez, Humberto Solás e Alicia Alonso, tra i 27 firmatari

Finiscano le critiche, chiedono intellettuali dell'isola ai simpatizzanti della rivoluzione cubana

Devono evitare di convertirsi in armi per gli avversari del governo di Fidel Castro

GERARDO ARREOLA - CORRISPONDENTE

La Habana, 19 aprile - Intellettuali cubani, come i cantautori Amaury Pérez e Silvio Rodríguez ed i cineasti Julio García Espinosa e Humberto Solás, hanno chiesto questo sabato a coloro che appoggiano il partito che governa La Avana che non sono d'accordo con i recenti arresti che smettano le loro critiche per evitare che di convertirsi in armi per gli avversari di Cuba.

In una lettera aperta con 27 firme, che includono anche quelle della ballerina Alicia Alonso e degli scrittori Pablo Armando Fernández, Senel Paz e Cintio Vitier, hanno scritto che "per difendersi, Cuba si è vista obbligata a prendere misure energiche che naturalmente non desiderava. Non la si deve giudicare per queste misure sradicandole dal loro contesto".

Senza menzionarli, evidentemente il messaggio è diretto a scrittori come José Saramago, Eduardo Galeano e Dario Fo, ad artisti come Ana Belén e Víctor Manuel ed ai partiti italiani Rifondazione Comunista e Democratici di Sinistra, tra gli altri, che dopo esser stati per anni favorevoli al governo del presidente Fidel Castro hanno criticato con tono differente sia le detenzioni che le fucilazioni, oppure anche solo uno dei due fatti.

La lettera dice che le critiche firmate da "nomi rispettabilissimi di alcuni amici" hanno potuto esserci a causa di "distanza, disinformazione e dei traumi per le esperienze socialiste fallite", e sono usate nella "grande campagna che pretende isolarci e preparare il terreno per una aggressione militare degli Stati Uniti".

Gli intellettuali cubani non menzionano esplicitamente gli arresti, il processo e la condanna di 75 attivisti oppositori, accusati di cospirare con Stati Uniti contro la sicurezza nazionale di Cuba, e la fucilazione di tre dei sequestratori di una nave passeggeri, il tutto avvenuto il mese scorso con procedimenti sommari.


La lettera e le firme

Il testo integrale della lettera è il seguente:

"Messaggio da La Avana per gli amici che vivono lontano.

Negli ultimi giorni abbiamo visto con sorpresa e dolore che in calce a manifesti calunniosi contro Cuba si sono mescolate firme del macchinario di propaganda anticubana con i nomi famosi di alcuni amici.

Allo stesso tempo, sono state diffuse dichiarazioni di altri, non meno famosi per Cuba e per i cubani, che crediamo nate dalla distanza, dalla disinformazione e dai traumi per le esperienze socialiste fallite.

Purtroppo, anche se questa non era l'intenzione di questi amici, questi sono testi che sono e possono essere utilizzati nella grande campagna che pretende di isolarci e preparare il terreno per un'aggressione militare degli Stati Uniti contro Cuba.

Il nostro piccolo paese è oggi più che mai minacciato dalla superpotenza che pretende d'imporre una dittatura fascista su scala planetaria.

Per difendersi, Cuba si è vista obbligata a prendere delle energiche misure che naturalmente non desiderava.

Non le si deve giudicare sradicandole dal loro contesto.

Risulta evidente che l'unica manifestazione nel mondo che ha appoggiato il recente genocidio ha avuto luogo a Miami, con lo slogan 'Iraq adesso, Cuba dopo", dimostrando come arrivino alle minacce esplicite i membri della cupola fascista che governa gli Stati Uniti.

È il momento di nuove prove per la rivoluzione cubana e per tutta l'umanità e non basta combattere le aggressioni quando sono imminenti o già in esecuzione.

Oggi, 19 aprile 2003, a 42 anni dalla sconfitta in Playa Girón dell'invasione mercenaria, non ci stiamo rivolgendo a quelli che hanno fatto del tema di Cuba un affare o una ossessione, ma ad amici che in buona fede possono essere confusi e che tante volte ci hanno offerto la loro solidarietà".

Firmano: Alicia Alonso, Miguel Barnet, Leo Brouwer, Octavio Cortázar, Abelardo Estorino, Roberto Fabelo, Pablo Armando Fernández, Roberto Fernández Retamar, Luglio García Espinosa, Fina García Marruz, Harold Gramatges, Alfredo Guevara, Eusebio Leale, José Loyola, Carlos Martí, Nancy Morejón, Senel Paz, Amaury Pérez, Graziella Pogolotti, César Portillo de La Luz, Omara Portuondo, Raquel Revuelta, Silvio Rodríguez, Humberto Solás, Marta Valdés, Chucho Valdés e Cintio Vitier.


Altri fronti

Gli arresti e le esecuzioni, la loro sequela di proteste ed il dibattito su Cuba nella Commissione sui Diritti Umani dell'Organizzazione delle Nazioni Unite questa settimana, hanno aperto altri fronti per l'isola.

La cancelleria peruviana ha convocato mercoledì l'ambasciatore cubano in Lima, Rogelio Sierra, per consegnargli una nota di protesta per espressioni contro il Perù del capo della missione dell'Avana in Ginevra, Juan Antonio Fernández.

Nelle sue dichiarazioni alla stampa, Fernández aveva ripetuto aggettivi come "ripugnanti lacchè", che un comunicato ufficiale cubano portava scritto definendo così il Perù, Costa Rica e Uruguay, in quanto patrocinatori del progetto di risoluzione su Cuba nella Commissione per i Diritti Umani.

Un altro comunicato dell'Avana aveva definito quei tre paesi "miserabili marionette latinoamericane (...) modelli di abiezione e tradimento". Inoltre il governo peruviano ha convocato il suo ambasciatore presso L'Avana, Juan Alvarez.

Le dichiarazioni di Fernández sono "offensive per lo stato peruviano, improprie per un diplomatico ed inoltre incompatibili con le relazioni peruviane-cubane", ha detto alla stampa in Lima il cancelliere Allan Wagner.

Una nota della cancelleria peruviana ha aggiunto che la risoluzione approvata in Ginevra "non contiene nessun apprezzamento di condanna contro Cuba né si riferisce agli ultimi avvenimenti che hanno avuto luogo in quel paese".

Il cancelliere cubano, Felipe Pérez Roque, ha oggi venerdì detto alla stampa, che "Cuba desidera relazioni normali e d'amicizia col Perù, però si sente offesa per la decisione peruviana di prestarsi a presentare una risoluzione statunitense per giustificare le manovre contro Cuba in Ginevra".

"Cuba non può comprendere" questa posizione di "un paese fratello per il quale ha solo gesti di amicizia", ha detto Pérez Roque.

Una frizione simile, posteriore alla votazione su Cuba nella Commissione per i Diritti Umani l'anno scorso, sboccò nella rottura delle relazioni diplomatiche fra l'isola e l'Uruguay.

Pérez Roque ha pure annunciato venerdì che il governo dell'Avana stava considerando l'ipotesi di ritirare la sua richiesta di entrare nell'Accordo di Cotonú, cioè il patto multilaterale dell'Unione Europea con le loro antiche colonie d'Africa, dei Caraibi e della conca del Pacifico (Gruppo ACP).

"Cuba sta prendendolo in considerazione, a partire dalla constatazione che alcuni membri dell'Unione Europea confondono la sua entrata a Cotonú con un meccanismo per tentare di far pressione su Cuba ed imporle condizionamenti politici", ha detto alla stampa il ministro per le Relazioni Estere.

Disaccordi nella UE e EU L'Accordo di Cotonú, detto così perché fu firmato nella città con questo nome, la capitale del Benin, è un meccanismo di assistenza economica preferenziale per il Gruppo ACP, al quale Cuba ha partecipato quest'anno, chiedendo di entrare nel patto.

Questi fatti stavano mostrando un avvicinamento tra Cuba e l'Unione Europea, che avevano congelato loro relazioni nel 1996 per le critiche comunitarie al regime politico che impera nell'isola. Nel 2001 entrambi le parti hanno cominciato un disgelo, che ha avuto il suo punto culminante con l'apertura il mese scorso di un ufficio della Commissione Europea a L'Avana.

L'appoggio dei paesi dell'Unione Europea, membri della Commissione per i Diritti Umani alla risoluzione su Cuba e critiche precedenti degli europei per l'incarceramento di oppositori, hanno riaperto di nuovo il divario.

L'ondata di arresti e le fucilazioni hanno pure portato alla sospensione del viaggio previsto a Cuba del governatore dello stato di Iowa, Tom Vilsack, che questa settimana ha criticato entrambe le decisioni cubane.

Vilsack aveva previsto un viaggio di promozione commerciale, come parte del fiume di operazioni realizzato in Cuba da imprese statunitensi dalla fine del 2001 e che già superano i 300 milioni di dollari, erodendo il blocco economico contro l'isola imposto dagli Stati Uniti quattro decenni fa.

L'annuncio di Vilsack si è unito a critiche similari di altri personaggi statunitensi favorevoli alla normalizzazione delle relazioni bilaterali, come l'accademico Wayne Smith, ex capo della Sezione di Interessi degli Stati Uniti in L'Avana, e il rappresentante democratico di origine latinoamericano Charles Rangel.

Su queste reazioni negli Stati Uniti, venerdì Pérez Roque ha detto che guarda con "rispetto e simpatia a tutta l'enorme massa della opinione pubblica che difende la normalizzazione delle relazioni con Cuba".

Però il cancelliere ha segnalato che Cuba "si è visto obbligata ad adottare queste misure per la attuazione irresponsabile del suo governo (degli Stati Uniti) ed in particolare per la Sezione di Interessi e del suo capo, il signor James Cason, che violando le norme di comportamento diplomatico ha tentato di convertire gli edifici della sua sede e della sua stessa residenza in un quartier generale per la sovversione nel paese".

Alludendo invece agli statunitensi che vogliono delle buone relazioni con Cuba e che però hanno criticato le misure repressive, Pérez Roque ha detto che "rimaniamo disponibili a spiegare loro il nostro punto di vista, in un dialogo rispettoso".

Ad ogni modo, Pérez Roque ha anticipato che attivisti dell'opposizione che sono in libertà potrebbero essere presto arrestati e condannati.

"Colui che si presti ad atti di tradimento contro la sua patria deve sapere che non godrà d'impunità in Cuba. Qui a nessuno è stato mai concesso il diritto all'impunità", ha aggiunto.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home