LA JORNADA 19 febbraio 2003

Rimarranno in 18 milioni senza acqua potabile

ONU: un milione 200 mila di bambini morirebbero in Iraq se USA e GB attaccano

JIM CASON E DAVID BROOKS - CORRISPONDENTI

Washington e Nuova York, 18 di febbraio - Una guerra statunitense contro Iraq creerà una catastrofe umanitaria che secondo calcoli dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) potrebbe lasciare un saldo di un milione e 200 mila bambini iracheni morti e 18 milioni di persone senza acqua potabile.

I calcoli sulle possibili conseguenze di una guerra all'Iraq sono contenuti in un documento confidenziale preparato dall'agenzia dell'organizzazione mondiale incaricata dell'assistenza umanitaria.

Funzionari dell'ONU, preoccupati perché non si è portato avanti un dibattito pubblico a fondo sulle conseguenze umanitarie della guerra, hanno fatto filtrare copie del documento a varie organizzazioni non governative, che le hanno diffuse ai mezzi di comunicazione.

"Gli effetti di più di 12 anni di sanzioni, preceduti dalla guerra, hanno incrementato considerevolmente la vulnerabilità della popolazione", annuncia l'Ufficio di Coordinamento degli Affari Umanitari dell'ONU in un documento del 7 gennaio.

"In una crisi, il 30 per cento dei bambini minori di cinque anni correrebbe il rischio di morte per denutrizione".

Ci sono 4,2 milioni di bambini minori dei cinque anni in Iraq ed il 30 per cento sarebbe un milione 260 mila bambini che potrebbero morire come risultato di un'invasione.

Questa settimana si riuniscono in Ginevra varie organizzazioni umanitarie per valutare le possibili conseguenze di una guerra in Iraq, però tanto dentro come fuori dagli Stati Uniti questi raggruppamenti hanno reiteratamente denunciato che un'azione militare contro il paese arabo provocherebbe decine di migliaia di morti.

Programmazione di contingenza umanitaria per l'Iraq ed i paesi vicini, questo è il nome della relazione dell'ONU diffusa oggi, sostiene che l'impatto umanitario della prossima guerra in Iraq sarebbe molto maggiore di quella di 12 anni fa.

Le sanzioni applicate lungo il decennio passato hanno lasciato la popolazione dell'Iraq estremamente vulnerabile ed il 60 per cento - circa 16 milioni - dipende dalle razioni mensili per sopravvivere.

Qualsiasi azione militare che interrompa il flusso di questa assistenza alimentare metterà rapidamente in pericolo milioni di persone, afferma la ONU.

Amnisty International ed Human Rights Watch hanno avvertito che una campagna militare contro l'Iraq avrà conseguenze mortali per un gran numero di civili.

La settimana passata più di cento organizzazioni umanitarie statunitensi hanno diffuso una dichiarazione criticando il governo del presidente George W. Bush per il suo fallimento nel disegno di piani per ridurre la possibilità di perdite civili.

Jonathan Stevenson, portavoce della Campagna contro Sanzioni all'Iraq, con sede a Londra, che diffonde questi documenti nel suo sito Internet, ha segnalato: "Questi calcoli dell'ONU rivelano che il popolo dell'Iraq sta affrontando una crisi umanitaria di una gravità impressionante. I 30 milioni di dollari in assistenza d'emergenza offerta per affrontare tutto questo (poco più di un dollaro per ogni iracheno) sono totalmente inadeguati. (Il primo ministro) Tony Blair parla di argomenti morali a favore della guerra, però ancora una volta gli indizi ci dicono che non si sta assumendo nessuna responsabilità sull'impatto delle politiche del Regno Unito sui civili dell'Iraq".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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