LA JORNADA 18 febbraio 2003

Religiosi del Messico e del Centroamerica chiedono protezione per i migranti

L'ALCA aggraverebbe il divario tra ricchi e poveri

JOSE ANTONIO ROMAN

I vescovi cattolici del Messico e del Centramerica hanno espresso la loro "grave preoccupazione" per le conseguenze sociali che possono essere originate dall'Area di Libero Commercio per le Americhe (ALCA) e dal Piano Puebla Panama, dato che con l'attuale modello economico "in tutti i paesi della regione" si è constatato il crescente divario tra ricchi e poveri, nonostante la crescente ricchezza globale.

In una dichiarazione congiunta, risultato di una riunione di due giorni, i responsabili nazionali della Pastorale della Mobilità Umana delle conferenze episcopali di Centramerica e Messico hanno richiesto ai governi della regione di trattare in modo generoso, giusto e umano tutti i migranti e che le politiche di transito di persone non fomentino atteggiamenti xenofobi o razzisti, in modo tale da proteggere i loro diritti e la dignità umana.

Convocata dal Consiglio dell'Episcopato Latinoamericano, durante la riunione - realizzata in Costa Rica lo scorso fine settimana - si è analizzata la realtà sociale e religiosa che vivono i paesi della regione, con l'obiettivo di cercare risposte, particolarmente in relazione al fenomeno della immigrazione di coloro che si vedono forzati a lasciare il loro luogo d'origine e le loro famiglie in cerca di migliori opportunità di vita.

Oltre delle parole di incoraggiamento espresse per i migranti nella dichiarazione finale dell'incontro, che sono state rese note ieri dall'Episcopato Messicano, i vescovi di Guatemala, Honduras, Nicaragua, Costarica, El Salvador e Messico hanno espresso la loro preoccupazione rispetto alle cause che continuano a provocare questo fenomeno di emigrazione in massa verso Stati Uniti, Messico e alcuni paesi del Centramerica.

"In tutte le nazioni della regione constatiamo il crescente divario tra ricchi e poveri, nonostante la ricchezza globale; il deterioramento dei valori, in particolare di quello della famiglia; l'aumento della corruzione, dell'impunità, della violenza e dell'insicurezza sociale. Chiediamo alle autorità responsabili una politica migratoria dal volto umano, che contribuisca alla regolazione degli indocumentati e il rispetto dei loro diritti", dice la dichiarazione episcopale firmata in Città Quesada, diocesi del Costarica.

Nel testo, i vescovi della regione ricordano il messaggio del papa Giovanni Paolo II nella Giornata Mondiale degli Emigranti e dei Rifugiati del 2003, nel quale afferma che "l'emigrazione si è convertita in un fenomeno globale".

I vescovi della regione segnalano che come agenti della pastorale migratoria dichiarano la loro solidarietà con coloro che vivono questa realtà e ribadiscono ai migranti il loro impegno perché siano riconosciuti loro diritti, dignità e sicurezza.

Tra gli altri che hanno partecipato all'incontro, il documento è stato firmato da Angel San Casimiro Fernández, vescovo anfitrione di Città Quesada; Renato Ascencio León, di Città Juárez, Messico, e Bernhard Hombach, di Juigalpa, Nicaragua.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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