La foja coleta
Numero 1157 - sabato 16 agosto 2003
Quinto giorno di proteste normalisti e caos in Tuxtla
Sotto controllo della polizia gli esami

- Angeles Mariscal -

Tuxtla Gutiérrez, 15 agosto - Migliaia di studenti, genitori di famiglia e maestri hanno occupato le principali strade di questa città, in appoggio ai componenti della Scuola Normale Rurale Mactumatzá, che negli ultimi giorni sono stati arrestati in più di 200 con l'accusa di aver ammazzato uno dei loro compagni.

Intanto i poliziotti antisommossa si sono installati all'interno dei centri dove i diplomati normalisti stavano sostenendo l'esame per accedere ad uno dei 900 posti di maestro.

In mezzo ad un impressionante dispositivo di polizia, che ha incluso elicotteri che per più di cinque ore hanno sorvolato la città a pochi metri di altezza, gli studenti ed i diplomati della Scuola Normale Mactumactzá, i loro familiari, gruppi contadini ai quali appartengono, così come insegnanti della sezione del SNTE e normalisti di altri stati della Repubblica, hanno occupato per il quinto giorno consecutivo la strade di questa città.

La rivendicazione continua ad essere la consegna di 167 posti di maestri per un ugual numero di diplomati della Mactumactzá, che negli ultimi 72 anni avevano beneficiato di detta norma. Rivendicano anche la libertà di 177 dei loro compagni soggetti a fermo domiciliare ed accusati di reati come attentato contro la pace, sommossa e sedizione, per le manifestazioni intraprese e di altri cinque arrestati la vigilia ed accusati di omicidio.

In mezzo al presidio giovani normalisti portavano un bara grigia, con cartelli che dicevano: "Joel è morto, il governo l'ha ammazzato!"; "Joel compagno, la tua morte sarà vendicata", "Governo fascista che ammazza i normalisti".

La tensione è salita quando uno degli elicotteri della Polizia Settoriale ha compiuto un volo radente sulla piazza del concentramento ed i manifestanti hanno risposto lanciando razzi che hanno quasi raggiunto l'elicottero.

Alcuni con i volti scoperti, altri mezzo nascosti con fazzoletti e col passamontagna, i manifestanti lanciavano slogan contro il governatore Pablo Salazar, che accusarono di "fascista", "demente" e "assassino", aggettivi che tappezzato la facciata del palazzo di governo.

Mentre succedeva tutto questo, dentro le scuole federali Valentín Gómez Farías, Camilo Pintato e la Secondaria Tecnica numero 2, decine di poliziotti antisommossa "proteggevano" le circa 3 mila persone che davano l'esame per accedere ai posti di maestro.

Tra loro erano 22 i diplomati della Mactumactzá, portate lì a forza. Queste persone sono state prelevate da casa e portate al luogo dell'esame con un impressionante dispositivo di polizia: più tardi li hanno riportati indietro.

Mentre, nelle strade, negli uffici di governo, nei centri commerciali e nei parchi, il governo statale distribuiva un volantino dove si legge in copertina: "Mactumactzá, pedagogia della violenza" e che presenta la foto dell'operativo di polizia del 6 agosto ed un "resoconto" degli ultimi avvenimenti.


Direttrice: CONCEPCIÓN VILLAFUERTE
Editore: Amado Avendaño Figueroa
Collaboratori: Carlos Herrera, Heriberto Velasco, Manuel Martínez López
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(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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