La Jornada - Domenica 14 settembre 2003
Hanno pure chiesto alle autorità di occuparsi delle dispute per terre e risorse naturali
Gli indigeni guerrerensi chiedono rispetto per i loro diritti e la loro cultura
JESUS SAAVEDRA LIZAMA - CORRISPONDENTE

Chilpancingo, Gro., 13 settembre - Nel 12° anniversario del Consiglio Guerrerense 500 Anni di Resistenza Indigena, circa 400 dirigenti delle etnie amusga, mixteca, tlapaneca e nahua, hanno richiesto alle autorità statali e federali un rispetto senza restrizioni per i loro diritti, la cultura, le terre e le risorse naturali.

Gli indigeni hanno iniziato venerdì un forum in Chilpancingo ed hanno reso un omaggio postumo al contadino coreano immolatosi in Cancún, Lee Kyung Hae, rifiutando gli accordi dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.

Questo sabato, nell'auditorio del Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Salute, gli indigeni della Costa Chica, della Montaña, dell'Alto Balsas e della zona Centro del Guerrero hanno partecipato a cinque gruppi di lavoro per discutere, tra l'altro temi come l'autosviluppo, la giustizia ed i diritti dei popoli indios, la terra e il campo messicani e le donne indigeni ed i loro diritti.

Amador Cortés Robledo, uno dei dirigenti del consiglio, ha spiegato che questo anniversario è segnato dalla volontà di ripensare le forme di lotta delle etnie per l'accettazione ed il riconoscimento delle loro forme di vita e dei loro concetti su economia, cultura e risorse naturali.

"Non solo dobbiamo definire le nostre carenze, ma anche di che cosa hanno bisogno le nostre comunità emarginate e povere. I popoli, di fronte all'incapacità delle autorità statali e federali di offrire sicurezza pubblica e giustizia, si sono organizzati per impartirla a partire dalla loro ottica. Questa è una questione che in Guerrero ci ha dato problemi per la creazione della polizia comunitaria nella Costa Chica e nella Montaña".

Cortés Robledo ha segnalato che le comunità indigene del Guerrero non accettano ancora la legge approvata dal Potere Legislativo sui loro diritti e sulla cultura indigeni: "è un tema dove non faremo un passo indietro e questo è chiaro; però sembra che si sia fermata questa discussione e adesso che c'è una nuova legislatura nel Congresso dell'Unione si devono cercare le modalità di mobilitazione e lotta perché ci ascoltino i deputati, di questo si sta discutendo".

Uno dei gruppi di maggiore interesse nel primo giorno di lavori di questo congresso statale è stato forse quello sulla discussione della richiesta generalizzata dei popoli perché il governo permetta loro di decidere la forma più idonea per sfruttare le loro risorse naturali, che è "il patrimonio più sacro che abbiamo noi indios: la nostra terra. In questo mondo globalizzato si permette alle grandi imprese di sfruttare e di arricchirsi con qualsiasi cosa. La nostra arretratezza e la disattenzione nei nostri confronti da 500 anni continua latente".

Il leader ha chiesto al governo dello stato ed alla Federazione di occuparsi dei problemi di dispute di terre nelle comunità: "non vogliamo più morti tra fratelli, ci sono almeno una dozzina di conflitti agrari forti che hanno bisogno di attenzione urgentemente".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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