La foja coleta
Numero 1155 - giovedì 14 agosto 2003

Marce e blocchi in appoggio a studenti normalisti
"Mactumatzá, pedagogia della violenza" dice il governo

- Angeles Mariscal -

Tuxtla Gutiérrez, 13 agosto - Per il quinto giorno consecutivo, centinaia di studenti della Scuola Normale Mactumatzá, accompagnati da membri di altre scuole normali del resto del paese e di maestri di qui, hanno marciato in diverse manifestazioni con la richiesta di libertà per 177 di loro compagni e familiari detenuti e per la concessione dei posti di lavoro.

I manifestanti hanno bloccato le principali strade della città, mentre attraverso i media locali, e in primo luogo quelli legati al governo, si è intrapresa una campagna di vilipendio contro di loro.

Attraverso il Sistema chiapaneco di Radio e Televisione, il procuratore di Giustizia, Mariano Herrán Salvatti, è tornato ad accusare gli studenti come "destabilizzatori" e "delinquenti" ed ha sostenuto che vari dei 177 fermati saranno posti in arresto formale nelle prossime ore, per reati che vanno da tumulto, a sommossa ad attentato contro la pace, fino a rapina, spogliazione e danni.

Il funzionario ha fatto un elenco delle misure di pressione che avevano usato gli studenti normalisti che richiedevano l'assegnazione automatica di posti - sequestro di camion e autobus e blocco di strade - per giustificare l'operativo di polizia dello scorso 6 agosto.

Altri media hanno diffuso un volantino a pagamento da parte del governo statale nel quale si legge: "Mactumatzá, pedagogia della violenza" e passano in rassegna ognuna delle azioni "illegali" del movimento studentesco dei normalisti.

È stata pure diffusa attraverso questi mezzi di comunicazione l'opinione di diversi politici, di commercianti, impresari e di funzionari del municipio, dove si chiede alle autorità di "applicare la legge" contro gli studenti.

Molte altre persone, in primo luogo contadini e maestri, così come i sindacalisti, stanno accompagnando e appoggiando la causa dei normalisti ed attraverso marce e blocchi stradali denunciano la situazione.


Detenuti di Cerro Hueco iniziano sciopero della fame
Sgomberati esigono la loro libertà

- Angeles Mariscal -

Tuxtla Gutiérrez, 13 agosto - Un gruppo di cinque contadini detenuti nel carcere di Cerro Hueco hanno iniziato oggi uno sciopero della fame per esigere la loro libertà e quella di nove dei loro compagni che sono stati fermati, dopo che sono stati sgomberati da un terreno che occupavano.

Gli arrestati sono accusati di associazione delittuosa e di spogliazione, dovuti alla presunta invasione di un terreno nel municipio di Ocozocuautla. I loro familiari ed altri contadini che sono stati sgomberati, hanno installato un presidio davanti al palazzo di governo, in questa capitale.

Lo scorso 23 luglio, un gruppo di poliziotti statali hanno sgomberato un gruppo di circa 20 famiglie che occupavano i terreni noti come Armadillo e Tzamanguimó. Durante l'operativo sono state arrestate 38 persone, 24 delle quali sono stati liberate, cinque consegnate e nove fermate.

"C'erano costanti lamentele degli abitanti dei quartieri vicini, che segnalavano gli invasori come responsabili di danni alle tubature dell'acqua, che hanno rotto in diverse occasioni, impedendo inoltre che fossero riparate".

Questo giorno, i contadini sgomberati hanno denunciato che l'operazione di sgombero è illegale, perché da vari anni stavano negoziando per comperare il terreno, direttamente con il sottosegretario Agrario, Arturo Luna.

Hanno denunciato che il presunto padrone Gustavo Rodríguez, ha falsificato una scrittura dove si afferma che l'estensione delle sue terre comprende pure le terre dove i contadini sono stati sgomberati, il che non concorda con le loro planimetrie.

Adesso i denuncianti hanno dichiarato che rimarranno in sciopero della fame fino a che siano liberati tutti i contadini fermati, mentre i loro familiari rimarranno nel presidio installato in questa capitale.


Festival politico culturale ribelle
Solidarietà con i normalisti della Mactumatzá

- Carlos Herrera -

San Cristóbal de Las Casas, 13 agosto - Studenti della Facoltà di Scienze Sociali di questa città hanno espresso il loro appoggio alla lotta sociale dei diplomati della normale rurale Mactumatzá, con sede in Tuxtla Gutiérrez, per la concessione dei posti di lavoro.

"I compagni della normale rurale Mactumatzá stanno soffrendo la repressione del mal governo di Pablo Salazar Mendiguchía. A loro va la nostra solidarietà e l'appoggio alle loro giuste richieste. Ricordiamo loro che non sono soli, siamo un mucchio e non un casino", sostengono.

Anche al Congresso Nazionale delle Scienze Antropologiche, organizzato dalla direzione di quella scuola, gli universitari, membri del collettivo Tsoblej, hanno realizzarono questo mercoledì il Festival Politico Culturale Ribelle nelle installazioni della Facoltà.

In questo evento, i giovani hanno organizzato presentazioni di gruppi musicali ed hanno installato un posto di informazione perché la cittadinanza si renda conto della repressione attuata mercoledì scorso dalla polizia chiapaneca contro i familiari e gli studenti della Mactumatzá.

Gli universitari hanno pure espresso il loro ripudio alle politiche contro l'auto-sviluppo indigeno, perché non si rendono conto delle necessità reali dei popoli indios e così si contrappongono agli accordi di San Andrés Larráinzar, in materia indigena.

Nel collettivo Tsoblej sono coscienti che è urgente sviluppare spazi di riflessione indipendenti e critici, dentro e fuori della Facoltà di Scienze Sociali, per cui hanno esortato la popolazione ad organizzarsi nel dibattito, nella lotta sociale, a opinare e soprattutto a resistere, al fine di camminare uniti nella costruzione della democrazia per comandare obbedendo.

"Non è possibile un futuro senza la partecipazione di tutti. Voi siete gli autentici artefici della lotta, non solo nell'università, ma anche come membri attivi della società: questa missione va più in là di qualsiasi persona collettiva o ideologia", ha detto uno studente.


Direttrice: CONCEPCIÓN VILLAFUERTE
Editore: Amado Avendaño Figueroa
Collaboratori: Carlos Herrera, Heriberto Velasco, Manuel Martínez López
Uffici: Via Venustiano Carranza, 26, Barrio di San Diego, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
Telefono (967) 678-90-62
E-mail: lafojacoleta@yahoo.com.mx www.lafoja.com



(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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