La Jornada 13/2/3

Cinque mila scrittori si uniscono alla protesta

Grazie alla coscienza di un letterato, Sam Hamill, che era stato invitato dalla moglie di George W. Bush, Laura, a partecipare in un forum sulla poesia statunitense, circa cinque mila scrittori hanno espresso ieri per tutto il territorio USA il loro rifiuto della guerra contro l'Iraq. L'appello della Casa Bianca si è così trasformato nel giorno della Poesia contro la guerra. In caffè, librerie, chiese e università di tutto il paese si è celebrato il potere della parola e si è insistito nell'arte come parte integrale del dialogo nazionale. "Mai nella storia si erano riuniti tanti poeti per parlare con una sola voce, ha scritto Warn, invitata anche lei dalla signora Bush al fallito forum ufficiale sulla poesia statunitense. Ci sono stati circa 145 incontri e il Congresso Statunitense pubblicherà una selezione dei poemi pacifisti sul quotidiano ufficiale.

DAVID BROOKS E JIM CASON - CORRISPONDENTI

Washington e New York, 12 febbraio

I poeti sono andati oggi alla conquista degli Stati Uniti, quando in più di 5 mila si sono espressi contro la guerra che il presidente George W. Bush prepara contro l'Iraq; hanno cercato di consegnare i loro versi alla Casa Bianca e sono stati rifiutati, però hanno realizzato letture in più di 145 atti in lungo e in largo per il paese, per celebrare così il Giorno della Poesia contro la Guerra.

Tra i partecipanti di questi atti si trovano vari dei più riconosciuti creatori del paese, addirittura alcuni hanno il titolo di "poeta laureato", ossia d'intellettuale nazionale ufficialmente nominato dal governo, come Rita Dove e Robert Pinsky.

Tra gli altri, c'erano Mark Strand (amico di Ottavio Paz), Martín Espada, Adrienne Rich e Lawrence Ferlinghetti, insieme ai rappresentanti del nuovo movimento di "parola parlata" vincolato con l'hip hop, come Mos Def e Saul Williams. Anche hanno partecipato autori come Paul Auster, E. L. Dottorow ed il cineasta Andre Gregory.

In caffè, librerie, chiese e università in decine di città si è celebrato il potere della parola e si è insistito sull'arte come parte integrale del dialogo nazionale. Giovani e vecchi, latini, arabi, neri, asiatici e bianchi, uomini, donne e bambini si sono fatti un bagno nella poesia per rispondere all'oscurità, alla bugia ed alla morte.

"Permettano che America sia America di nuovo... come non è mai stata prima... noi popolo desideriamo redimere questo paese... e fare di nuovo l'America", sono state le linee di un poema di Langston Hughes, letto da una maestra di New York in uno degli incontri culturali.

Ira pacifista

Tutta questa espressione nazionale si è organizzata in modo quasi spontaneo in poco più di due settimane grazie all'ira di un poeta che ha lanciato un appello ai suoi colleghi.

Quando Sam Hamill, direttore della pubblicazione Copper Canyon Press e poeta, ha ricevuto un invito della Casa Bianca per partecipare ad un forum sulla poesia statunitense auspicato dalla prima dama Laura Bush, ha inviato messaggeri elettronici agli altri partecipanti ed a una lista di poeti, ai quali ha sollecitato poesie contro la guerra.

E non solo è stato sospeso l'atto ufficiale ma si è scoperto qualcosa d'inatteso: che quasi 2 mila poeti hanno risposto all'appello e che la Casa Bianca, sede del potere economico e militare più grande del mondo, temeva i versi.

"Hanno dimostrato il loro timore per la parola scelta con cura, il loro timore per la poesia", ha detto Hamill in un'intervista.

Così oggi 12 febbraio, giorno in cui era programmato l'incontro alla Casa Bianca, i poemi sono stati letti per tutto il paese. L'ultimo conto dei poeti che fino al momento hanno inviato i loro contributi raggiunge i 5 mila 300 ed hanno tra i loro propositi quello d'inondare la Casa Bianca con i loro versi pericolosi.

Apparentemente la Casa Bianca capisce bene il potere di queste parole ed oggi, quando un gruppo di poeti ha tentato di consegnare personalmente una selezione di poesie arrivate da tutte parti del paese a una guardia della residenza ufficiale, l'ufficio di Laura Bush ha ordinato di non riceverli.

La poetessa Emily Warn, che ha tentato di consegnare dei versi, ha detto che i poeti desideravano felicitarsi con la signora Bush per aver organizzato prima e dopo cancellato l'atto culturale alla Casa Bianca.

"Non era mai successo prima nella storia del paese che si fossero riuniti tanti poeti per parlare con una sola voce", ha scritto Warn, che era una delle invitate all'atto cancellato, nella lettera che accompagnava le poesie che sono state rifiutate.

Ha aggiunto: "Pur non volendolo lei ha fatto un regalo al popolo degli Stati Uniti e del mondo offrendo ai poeti un'opportunità per esprimere il loro credo più appassionato sulle loro visioni del futuro del mondo".

Di fronte alla Casa Bianca, un gruppo di poeti, incluso un sopravvissuto dell'Olocausto nella Germania nazista, vari veterani della guerra in Vietnam, un pastore e artisti rap hanno letto i loro versi per più di un'ora.

Dopo una delegazione di poeti si è incontrata con vari parlamentari federali, i quali hanno promesso d'incorporare una selezione di poesie contro la guerra nel quotidiano ufficiale del Congresso degli Stati Uniti.

Versi per la pace del mondo

In New York si sono celebrati vari eventi, nella cattedrale di San Giovanni il Divino, in una piccola chiesa di Brooklyn, nel caffè dei poeti Bowery Poetry Club e sulle scalinate della biblioteca centrale della città, dove si sono letti poesie arabe.

Nell'Università di New York 200 persone hanno ascoltato la lettura dei poeti statunitensi Langston Hughes, Walt Whitman e Emily Dickinson, tema del forum cancellato dalla Casa Bianca, dalla voce di autori come Paul Auster e E. L. Dottorow, e di poeti come Galway Kinnell.

Gli atti non si sono limitati a città come New York e San Francisco, ma anche a Tuscaloosa, Alabama e Dubuque, Iowa, in Arizona, Luisiana, Indiana, Colorado, Carolina del Nord, tra le altre.

Anche all'estero si è allargata l'iniziativa, con un atto in Guadalajara ed altri in Canada, Norvegia, Svezia, Inghilterra (ad Oxford, naturalmente) e perfino ad Hong Kong.

Nel suo contributo, Lawrence Ferlinghetti afferma: "Una vasta paranoia percorre la terra/l'America trasforma gli attacchi contro le loro Torri Gemelle/ all'inizio della Terza Guerra Mondiale/della guerra contro il Terzo Mondo/i terroristi di Washington/ stanno reclutando tutti i giovani/e nessuno dice niente". E la poesia conclude: "Allora adesso è il momento perché parliate/ tutti voi amanti della libertà/ tutti voi amanti della persecuzione della felicità/ tutti voi amanti e addormentati/ profondamente nei vostri sogni privati./ Adesso è l'ora che parliate/ Oh maggioranza silenziosa!/ Prima che arrivino per voi!".

Alcuni poemi e l'indice delle contributi possono essere consultati nel sito Internet di questa iniziativa contro la guerra: www.poetsagainstthewar.org


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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