Brigate Civili di Osservazione per la Pace ed i Diritti Umani
A TUTTE LE ORGANIZAZIONI IMPEGNATE NEL PROCESO DI PACE IN CHIAPAS, IN MESSICO E NEL MONDO


Compagni:
un saluto dal Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas.

Vi stiamo mandando un bollettino che abbiamo elaborato come commissione di Solidarietà: è un compendio di informazioni, di rapporti di osservatori, denunce delle comunità e diari locali e nazionali. Vuole informare le organizzazioni solidali col Chiapas sui fatti rilevanti che avvengono nello stato.
Rispondendo alla richiesta di differenti organizzazioni di avere un poco più d'informazione attualizzata, questo è il primo numero che comprende da gennaio a giugno del 2003 e cercheremo di fare in modo che successivamente i prossimi numeri ci siano almeno ogni due mesi.
Dato che il nome che gli abbiamo dato non è molto creativo, se avete suggerimenti non aspettate a inviarli e gradiremo qualsiasi tipo di commento.

Attentamente
Rosy Rodriguez
Centro dei Diritti Umani Fray Bartolome de Las Casas, A. C.
Tel: (967) 6783548 - 6787395 - 6787396 Fax: (967) 6783551


CHIAPAS
Bollettino N. 1: BriCO

GENNAIO - GIUGNO 2003

Il Bollettino BRICO è un mezzo informativo diretto alle organizzazioni solidali col Chiapas. L'informazione proviene dai rapporti degli osservatori civili che hanno visitato le comunità durante il primo semestre di quest'anno, dalle denunce pubbliche che emettono le comunità e da vari mezzi di comunicazione locali e nazionali come: La Jornada, Expreso Chiapas, La Foja Coleta, Cuarto Poder, Proceso Noticia, Diario Oficial così come altri documenti elaborati dal Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas.

SULLE BriCO

Durante il primo semestre di questo anno si è registrata la partecipazione di 208 osservatori civili in delegazione di 64 organizzazioni solidali di 15 paesi che hanno visitato 25 comunità nello stato del Chiapas.


GENNAIO

20.000 ZAPATISTI IN SAN CRISTÓBAL

L'anno nuovo è iniziato con una grande mobilitazione degli zapatisti: il primo gennaio 20.000 zapatisti hanno partecipato alla manifestazione pacifica più grande dell'EZLN. Con la manifestazione, il comando ha rotto il silenzio che aveva mantenuto per quasi due anni per fare un appello ai Popoli Indios del Messico a formare municipi autonomi e a resistere; alle donne "...che si organizzino perché tutte noi unite possiamo difendere i nostri diritti e anche otteniamo uguaglianza". Hanno anche parlato ai giovani invitandoli "...a formarsi nelle lotte ed a costruire uno spazio dove possiamo esercitare le nostre culture, la nostra libera determinazione per portare così avanti la nostra autonomia siamo dove siamo e che siano più ribelli e degni nella loro lotta" (...).

Altre parole le hanno pronunciate per tutti i popoli del mondo che lottano per la loro liberazione, "per tutti e tutte quelli che lottiamo per la giustizia la democrazia e la libertà in tutto il mondo... continuiamo a lottare con la parola autentica. Così continueremo fino che a tutti uniti riusciamo a conquistare un luogo per tutti nella vita della umanità".

SGOMBERI E PROFUGHI

Riserva della Biosfera dei Montes Azules (RBMA) - Comunità Lucio Cabañas

Nel dicembre scorso, dopo sei mesi di relativa calma, è arrivata la notizia di sgombero da parte del governo della comunità Lucio Cabañas ubicata nei Montes Azules. La posizione del governo federale e statale di esigere urgentemente lo sgombero di comunità indigene ubicate dentro alla RBMA, con il pretesto di implementare politiche ecologiche, disconosce le ragioni strutturali che hanno portato centinaia di famiglie a dover cercare un'alternativa di vita dentro la riserva. Vulnera pure il diritto di decidere sopra il proprio territorio e il diritto a prendere nelle proprie mani la problematica ecologica, come lo stabilisce il Trattato 169 della OIT. E più grave ancora è la pretesa governativa di ignorare le cause del conflitto ancora vigente con l'EZLN. Questa situazione non si può vedere in modo isolato. Ha a che vedere anche le intenzioni macroeconomiche del governo messicano e gli interessi delle grandi transnazionali.

I negoziati che sono terminati con lo sgombero della comunità Lucio Cabañas sono stati portati avanti dal titolare della Procura Federale di Protezione al Ambiente (PROFEPA), José Ignacio Campillo García, che il 19 dicembre è arrivato ad un accordo con 5 famiglie choles, chiedendo la loro uscita dalla riserva con la promessa di intercedere perché si ritirassero cinque denunce contro di loro presentate dalla PROFEPA e dai lacandoni alla PGR. I choles avevano chiesto per ogni famiglia della comunità 20 ettari di terre fertili. Dopo lo sgombero sono stati ospitati in un ostello in Comitán, lì i funzionari della Profeta hanno promesso loro di riubicarli su terre del municipio di Palenque. Però sono passati più di cinque mesi, durante i quali sono addirittura nati due bebè, e la promessa non è stata mai rispettata. "Ci hanno ingannato varie volte ed abbiamo già sopportato troppo e adesso ce ne andiamo. Ci hanno detto che ci compravano della terra. Ci siamo pentiti di essercene andati dai Montes Azules, perché è stato un inganno". Per rimediare alla loro situazione 27 indigeni componenti della comunità Lucio Cabañas a fine maggio, con le loro sole risorse hanno deciso ritornare alla zona della RBMA, spiegando che "... vista la cattiva volontà politica governativa per riubicarci e non contando con il denaro necessario per acquistare terre, il governo non ci lascia altra strada che tornare ai Montes Azules".

Per far fronte agli sgomberi, le comunità zapatisti che abitano nella zona hanno dichiarato che non accetteranno uno sgombero "pacifico", come pretende il governo, e la stessa posizione è stata assunta dall'organizzazione ARIC - ID (Associazione Rurale di Interesse Collettivo Indipendente e Democratica) e da altre organizzazioni della zona.

[Nella nostra pagina web: www.laneta.apc.org/cdhbcasas/ ci sono altre informazione ancora sulla storia e sugli sviluppi del conflitto nei Montes Azules]

CALENDARIO della RESISTENZA

Il subcomandante Marcos ha scritto una serie di comunicati: uno per ogni mese dell'anno e per ogni stato della repubblica Messicana. Quelli del primo semestre parlano in gennaio di Oaxaca, in febbraio di Puebla, in marzo di Veracruz, aprile è assegnato allo stato di Tlaxcala e maggio ad Hidalgo.

[Sono disponibili sulla pagina web: www.chiapas.indymedia.org]

SETTE MORTI IN CHAMULA

Il giorno 26 gennaio, nella località Tres Cruces, sono morte due persone in una imboscata e altre tre sono state ferite. Le vittime sono stati sepolte affrettatamente, nel capoluogo municipale senza realizzare le autopsie previste dalla legge. I sopravvissuti all'attacco hanno dichiarato che non hanno potuto identificare i loro aggressori. I familiari degli uccisi e autorità della comunità di San Juan Chamula, tutti tradizionalisti, di militanza priista hanno minacciato: "...se continuano le deficienze dei nostri funzionari pubblici, il popolo sarà costretto ad utilizzare la legge del Taglione, e ci sarebbe, purtroppo, un secondo Acteal". Per questa ragione, questo Centro dei Diritti Umani dice che la minaccia è preoccupante per il contesto di impunità che si vive in questo Municipio. Il 28 gennaio, circa alle 6 è stato realizzato un operativo nel quali sono intervenuti più di 100 membri della Polizia ed ha lasciato dietro di sé un saldo di 5 persone morte - 3 indigeni e 2 poliziotti - oltre a sei feriti. Quell'operativo, ha violato i principi di base dell'ONU sull'impiego della forza e delle armi da fuoco, dato che i funzionari incaricati di far rispettare la legge hanno usato la forza in modo sproporzionato e hanno effettuato perquisizioni rubando averi. Cinque indigeni sono stati catturati, uno di loro minorenne. Secondo le dichiarazioni degli arrestati sono stati trascinati in modo violento fuori dalle case, trasportati con gli occhi bendati in luoghi sconosciuti e poi sono rimasti incomunicati per varie ore. Secondo le testimonianze degli abitanti di Tres Cruces raccolte da questo Centro, in quell'operativo hanno anche partecipato mayoles (autorità tradizionali) incappucciati e vestiti da civili, così come alcuni elementi della polizia Settoriale e dell'Agenzia Statale d'Investigazioni, che andavano armati. Si sono verificate anche anomalie nel processo giudiziario, dato che due di questi arrestati non hanno avuto assistenza legale: nemmeno l'avvocato d'ufficio ed un traduttore per poter rendere le loro dichiarazioni. Più tardi, il Procuratore di Giustizia dello Stato ha affermato all'opinione pubblica che tutti gli arrestati si erano dichiarati colpevoli: tutto falso dato che questo Centro ha assistito nella difesa due indigeni tzotzil che hanno detto d'essere innocenti. Attualmente, gli arrestati sono reclusi in Tuxtla Gutiérrez, nel carcere di Cerro Hueco e il minorenne in "Villa Crisol", mentre si sta terminando di trovare le prove per arrivare alla sentenza.

OCOSINGO: PATRIA NUEVA E MOISÉS GANDHI

La situazione nelle comunità di Patria Nueva e Moisés Gandhi è tesa, secondo le relazioni degli osservatori. Patria Nueva è una comunità divisa tra membri dell'organizzazione contadina ORCAO e basi d'appoggio zapatiste. Le divergenze si sono accentuate per l'insistenza nell'implementare il Programma di Certificazione dei Diritti Ejidali e di Titolazione di Appezzamenti (PROCEDE), programma che vuole individualizzare i diritti senza tener conto della proprietà ejidale delle comunità indigene. Alla fine di gennaio, in Moisés Gandhi, comunità zapatista con un problema similare al precedente e ubicata nella stessa zona, gli osservatori civili hanno riportato che membri dell'ORCAO hanno sequestrato un militante zapatista, l'hanno picchiato, drogato e interrogato. Il quotidiano Cuarto Poder ha riportato arresti da parte delle due parti, zapatisti e ORCAO, detenuti che poi si sono scambiati.

TURISTI SUL RIO JATATÉ

Nella comunità di Emiliano Zapata, Municipio Autonomo di San Manuel, si è registrato un incidente con alcuni turisti il giorno 22 gennaio. Secondo la relazione degli osservatori, un gruppo di 13 turisti si trovava nei dintorni del torrente Jataté, gli abitanti - zapatisti - hanno pensato che stessero effettuando rilevazioni per il Piano Puebla Panama e li hanno fatti andare fuori del torrente. Inoltre, hanno confiscato e distrutto la marijuana e una bottiglia di tequila che uno dei turisti aveva con sè. Giorni dopo l'incidente, veicoli militari sono passati con più frequenza di prima portando bandiere rosse e, due giorni dopo, portavano una banderuola gialla che diceva "siamo disposti alla guerra".

VENUSTIANO CARRANZA

Il 21 gennaio componenti dell'Organizzazione Contadina Emiliano Zapata (OCEZ) di Venustiano Carranza, hanno occupato le installazioni del Palazzo di Governo per protestare contro l'inadempienza alle loro richieste agrarie. I quasi 800 contadini profughi della Casa del Popolo di quel municipio, appartenenti alla OCEZ, hanno richiesto la regolazione dell'appartenenza della terra. E pratiche similari dal 1995, sono pendenti nelle comunità San José La Grandeza II e III sezione, Guadalupe La Cuchilla e Guadalupe Chitamar, di Venustiano Carranza, così come in San Caralampio, Nuevo Paraíso, Benito Juárez e San José La Grandeza, di Amatenango del Valle. Villaggi in cui non si è arrivati a nessun accordo con i proprietari, nonostante che dal 2002, ci sia una commissione speciale di intermediazione per negoziare. I componenti della OCEZ hanno richiesto pure il pagamento di un sussidio per la produzione del mais.


FEBBRAIO

INCONTRO NAZIONALE CONTRO PROCEDE E PROCECOM

Il 5 e 6 febbraio in San Felipe Ecatepec, Chiapas, si sono riuniti organizzazioni indigene, contadine e sociali, autorità e membri di ejidi e comunità provenienti dagli stati di Oaxaca, Querétaro, Puebla, Jalisco, Distretto Federale, Tabasco, Veracruz, Guerrero e Chiapas, appartenenti alle etnie: Ch'ol, Nahuatl, Tepehua, Tsotsil, Chontal, Otomí, Tojolabal, Zapoteco, Mam, Popoluca, Tzeltal, Zoque e Mixe, per analizzare le ripercussioni dei programmi per la Certificazione dei Diritti Ejidali e Comunali (PROCEDE e PROCECOM) nelle comunità indigene e contadine.

La Procura Agraria non ha attuato conforme alla legge offrendo questi programmi alle comunità o agli ejidi dato che ha avuto un atteggiamento intimidante, minaccioso, aggressivo e prepotente, e addirittura bugiardo e condizionante nel 70% dei casi studiati. Nel 60% dei casi esposti durante l'incontro hanno minacciato di togliere programmi d'appoggio, crediti e tramiti agrari. Nel 53% dei casi il PROCEDE e il PROCECOM hanno causato divisioni all'interno di ejidi e/o comunità. La maggioranza non è riuscita ad ottenere una certezza giuridica sulla proprietà delle loro terre anche dopo il passaggio di PROCEDE o PROCECOM, con cui si dimostra che la principale scusa del governo per implementare questi programmi da dieci anni a questa parte, non è reale e che fa parte di una politica neoliberale che risponde più alle intenzioni delle imprese transnazionali che agli interessi di indigeni e contadini messicani.

Ci si è accordati per l'Autonomia e per lottare per il rispetto degli Accordi di San Andrés, specialmente per il diritto alla libera determinazione ed al territorio, portando avanti la resistenza politica e culturale a PROCEDE e PROCECOM, così come rivendicando i diritti della donna contadina e indigena alla terra e per non permettere che il governo condizioni in qualche modo tramite l'accettazione dei programmi, visto che è illegale. Allo stesso modo, hanno deciso di lottare perché si recuperi lo spirito originale dell'Articolo 27 della Costituzione Politica per la difesa, la protezione ed il recupero della proprietà sociale e collettiva della terra.

PRESENZA ED OSTILITÀ MILITARI

OCOSINGO - MUNICIPIO FRANCISCO GOMEZ - IBARRA

Secondo quanto esposto dalla comunità di Ibarra, il 5 febbraio sono entrati due soldati vestiti da civili alle 10 di mattina, approfittando che quasi tutta la popolazione si trovava nella comunità di Santa Rosa per una celebrazione religiosa e solo sette persone si trovavano in Ibarra. Alle quattro del pomeriggio sono arrivati altri 30 soldati armati, però di fronte alla presenza e all'insistenza dei pochi abitanti che hanno chiesto la ragione della loro presenza se ne sono andati. Adesso stanno pattugliando vicino alla comunità e, nella notte del 16 febbraio, sono entrati altre tre persone straniere nella comunità.

OCOSINGO - RANCHO ESMERALDA - ECOTURISMO?

L'ARIC Indipendente e Democratica denuncia il 9 dicembre la presenza, da novembre, di una spedizione di "presunti gringos" che sono stati incrociati nella Selva Lacandona a bordo di 22 jeep con matricola statunitense, che si fermavano in varie comunità per "esplorare", fare foto, realizzare misurazioni topografiche e spedizioni subacquee nelle lagune dei Montes Azules. Nel loro percorso, il gruppo ha passato vari giorni nel Rancho La Esmeralda, nelle vicinanze di Ocosingo.

Decine di indigeni tzeltales e tzotziles, legati all'Organizzazione dei Coltivatori di Caffè di Ocosingo (ORCAO) ed all'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) hanno occupato il 28 febbraio, il rancho La Esmeralda proprietà della coppia statunitense Glenn Wersh e Ellen Jones. Il rancho di 11 ettari funzionava da vari anni come albergo ecoturistico. Secondo Ellen Jones, circa 150 indigeni con machete sono entrati nel rancho dove c'erano solo due impiegati che non hanno opposto resistenza e hanno consegnato le chiavi delle installazioni. Glenn Wersh ha presentato una denuncia negli uffici della Procura Generale di Giustizia dello stato (PGJE) in Ocosingo contro gli indigeni di Nueva Jerusalén, che considera responsabili dell'occupazione del rancho. Il caso è venuto fuori pubblicamente quando il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha chiesto ai turisti USA di far attenzione se visitavano il Chiapas, perché "ci sono stati recentemente incidenti perturbatori con violenza e minacce di violenza contro stranieri e stabilimenti che si occupano dei turisti stranieri in aree remote".

Due settimane più tardi i statunitensi padroni di La Esmeralda hanno iniziato a chiedere al governo statale circa 5 milioni di pesos come indennizzo per la presunta spogliazione di cui sono stati oggetto da parte di indigeni del municipio autonomo zapatista Primero de Enero, che hanno occupato lo stabilimento in protesta contro le pratiche militari che effettuavano gli ospiti del luogo ubicato a pochi metri dalla loro comunità. Questo è quanto ha reso noto il governatore Pablo Salazar, che inoltre ha affermato che gli indigeni di Ocosingo che sono entrati nel rancho della coppia Wersh hanno avuto riunioni con la Segreteria di Governo, l'ambasciata degli Stati Uniti, ma non si è arrivati ad una conclusione. È anche intervenuto nella situazione Luis H. Alvarez, coordinatore per il dialogo e il negoziato in Chiapas.


MARZO

LAS MARGARITAS - Guadalupe Tepeyac

Nella prima settimana di marzo abitanti della comunità zapatista di Guadalupe Tepeyac, appartenente al municipio autonomo di San Pedro Michoacán, hanno accusato di negligenza ed hanno richiesto la destituzione di David Huitrón Vértiz, direttore dell'ospedale dell'Istituto Messicano d'Assicurazione Sociale (IMSS) qui ubicato. Hanno pure richiesto un indennizzo di 10 mila pesos por aver provocato un'ostruzione uretrale a un'indigena tojolabal a conseguenza di un intervento chirurgico praticato da Huitrón Vértiz. Il direttore ha lasciato l'incarico e Guillermo Vilchis Torres, nominato al suo posto, è anche stato messo in discussione perché ha soppiantato le autorità di Guadalupe Tepeyac sollecitando al governo municipale di Las Margaritas un aiuto economica per, si presume, "ricostruire" la comunità zapatista che sarebbe stato danneggiata dai forti venti che hanno percorso il Chiapas durante il mese. Gli indigeni considerano che questo costituisce "una violazione ai diritti della comunità" e che l'ospedale non adempie alle sue funzioni ma si dedica a sviluppare l'antiguerriglia.

OSTILITÀ MILITARI, PIÙ LEGNA AL FUOCO (OCOSINGO)

Il 25 marzo le autorità autonome del Municipio Autonomo di San Manuel hanno denunciato l'aumento dei pattugliamenti, per terra e per aria, oltre alle incursioni da parte dell'Esercito Messicano nelle comunità zapatiste durante tutto il mese di marzo. Si denunciano pattugliamenti di camion e soldati dell'Esercito messicano durante i primi 16 giorni di marzo lungo la strada che porta dall'ejido Las Tácitas a Nuevas Tácitas e tra i terreni di quei due ejidi. I soldati spiegavano che la loro missione era quella di spegnere incendi, però gli incendi erano già stati controllati dalla gente delle comunità oltre ad essere distanti dalla zona dove si è registrata la presenza militare. Anche se solo il municipio autonomo San Manuel ha fatto denuncia pubblica dei fatti, i nuovi posti di blocco, i sorvoli ed i movimenti castrensi interessano le comunità di Francisco Gómez, Ricardo Flores Magón, San Pedro de Michoacán, Tierra y Libertad, Emiliano Zapata, Libertad de Los Pueblos Maya e altri municipi in ribellione. Simultaneamente con l'inizio dell'invasione statunitense in Iraq, il 19 marzo decine di pattuglie militari hanno percorso diverse regioni della selva Lacandona, tanto lungo i sentieri di frontiera che nelle vallate di Ocosingo e Las Margaritas e addirittura Huixtán, Amatenango e Rancho Nuevo vicino a questa città.

NUOVA COMMISSIONE IN MATERIA DI DIRITTI UMANI

In Marzo si crea con carattere permanente la Commissione di Politica Governativa in Materia di Diritti Umani, che avrà per oggetto di coordinare le azioni che portino avanti, a livello nazionale e internazionale, le diverse dipendenze e entità dell'Amministrazione Pubblica Federale in materia di politica di diritti umani, con il fine di rafforzare la promozione e difesa di questi diritti. La Commissione sarà composta dalla Segreteria di Governo, che la presiederà, dalla Segreteria di Relazioni Estere che avrà la Vicepresidenza e dai titolari delle segreterie di Difesa Nazionale, della Marina, di Sicurezza Pubblica, di Educazione Pubblica, di Sviluppo Sociale, di Salute, di Medio Ambiente e delle Risorse Naturali. La Commissione avrà come invitati permanenti la Procura Generale della Repubblica, la Segreteria delle Finanze e di Credito Pubblico, la Commissione Nazionale dei Diritti Umani, così come i rappresentanti dell'Istituto Messicano dell'Assicurazione Sociale,dell'Istituto di Sicurezza e Servizi Sociali dei Lavoratori dello Stato, dell'Istituto Nazionale delle Donne e dell'Istituto Nazionale Indigenista, che interverranno nelle sessioni con voce però senza diritto al voto. Attraverso al suo Presidente, la Commissione potrà invitare a partecipare alle sue sessioni, con voce però senza diritto al voto, rappresentanti di altre dipendenze o entità dell'Amministrazione Pubblica Federale, che dovranno assistere qualora siano convocate. Potrà pure invitare rappresentanti del Potere Legislativo, del Potere Giudiziario, di organismi costituzionali autonomi, dei governi delle entità federative, delle organizzazioni della società civile ed altre organizzazioni di carattere privato, quando le problematiche da trattare lo richiedano. I membri della Commissione saranno i titolari delle dipendenze dell'Amministrazione Pubblica Federale o dovranno avere un rango non inferiore a quello di sottosegretario o capo di unità; in caso straordinario potranno designare come rispettivi supplenti altri che dovranno avere un livello superiore o equivalente a quello di Direttore Generale.


APRILE

DOLORE PER LA MORTE DEL LEADER INDIGENO PORFIRIO ENCINO

Il 2 aprile centinaia di indigeni, contadini e funzionari con alla testa il governatore del Chiapas, Pablo Salazar Mendiguchía, hanno reso omaggio in San Cristóbal de Las Casas a Porfirio Encino Hernández, che è stato segretario di Pueblos Indios in quella entità ed è morto il 29 marzo quando è caduto l'aeroplano sul quale viaggiava con altre quattro persone. Salazar Mendiguchía ha dichiarato giorno di lutto per la disgrazia. Il vescovo di San Cristóbal, Felipe Arizmendi Esquivel, ha officiato una messa dove ha parlato del lavoro di Encino Hernández. Alle esequie si sono recati Salazar Mendiguchía, componenti del suo gabinetto, sindaci e funzionari municipali, così come dirigenti indigeni e contadini, però soprattutto centinaia di amici e componenti dell'Associazione Rurale d'Interesse Collettivo Indipendente e Democratica (ARIC-ID), della quale Encino Hernández è stato varie volte dirigente.

LA TORTURA IN CHIAPAS

Il 2 aprile è stato presentata da questo Centro la relazione speciale "La tortura in Chiapas", che ribadisce che "non c'è una cultura di prevenzione, denuncia né castigo della tortura da parte delle autorità incaricate di sradicarla; al contrario, le loro azioni ed omissioni hanno come conseguenza il fatto che persista la pratica nello stato come grave violazione ai diritti umani dei cittadini e come esercizio quotidiano nella persecuzione dei reati". La relazione precisa che i 12 casi di tortura che ha documentato tra dicembre del 2001 e lo stesso mese del 2002 sono successi nei municipi di Tapilula (tre casi), San Cristóbal de Las Casas (tre), Simojovel (due), Ocosingo, Pantelhó, Teopisca, Pantepec e Sitalá (uno per ognuno). In quei fatti hanno partecipato poliziotti municipali, dell'Agenzia Statale di Investigazioni ed agenti del Ministero Pubblico, che si sono resi responsabili di colpi, ferite, lesioni, asfissia, soffocazione, posizioni forzate, privazioni, immobilizzazione, incomunicazione, isolamento, minacce, umiliazioni, minacce, fastidio sessuale, minacce di morte, simulazione di assassinio "e maltrattamenti in generale. Nei casi di tortura esiste la tendenza in generale a pensare che sia applicabile a detenuti politici o a quelle persone che si trovano implicate nella politica, in gruppi di resistenza o di opposizione, contrari allo stato", però i delinquenti comuni, soprattutto quelli accusati di delitti gravi, "sono sovente vittime di tortura e di altri trattamenti crudeli e inumani o degradanti". Il Centro Fray Bartolomé de Las Casas aggiunge che "nonostante nell'ambito statale e nazionale esistano leggi per prevenire e sanzionare questa pratica, sono sconosciute o non sono applicate dalle autorità preposte all'inchiesta, così come dagli incaricati della procura e dell'amministrazione della giustizia".

PER ARIA, L'OSTILITÀ MILITARE NELLO STATO

Agli inizi di aprile c'è stato un forte incremento dei pattugliamenti aerei e terrestri dell'Esercito federale nella suddetta 'zona di conflitto', con nuovi accampamenti e posti di blocco e perquisizione ai bordi di strade e di sentieri che attraversano i municipi autonomi zapatisti. È evidente che si allontanano sempre di più le promesse e gli impegni iniziali del governo di Vicente Fox con le comunità ribelli. Sotto il pretesto di una "Operazione Sentinella" per "sorvegliare" le nostre frontiere, la militarizzazione si rafforza. Il 2 aprile in un comunicato, il subcomandante Marcos ha parlato degli aerei della "Operazione Sentinella" sopra le teste degli zapatisti. Una settimana prima era stata resa nota la denuncia delle autorità autonome di San Manuel. Nella vallata di Las Tazas, tra Avellanal e Península, si sono registrati pattugliamenti ed incursioni militari con una frequenza allarmante. Nei crocicchi e nei villaggi di La Estrella, Pamalá, Ejido San Luis e Tacitas, i posti di blocco e perquisizione "volanti" sono stati convertiti in accampamenti provvisori, in San Antonio La Victoria, 60 effettivi dell'Esercito sono rimasti per vari giorni in terre ejidali. I pattugliamenti, gli interrogatori e le revisioni esaustive dei passanti (tanto contadini a piedi come passeggeri sui carri) si registrano in diversi luoghi, molti dei quali piuttosto lontani dalla frontiera, come l'ejido San Miguel nella vallata di Patihuitz, o i capoluoghi municipali di Huixtán e Amatenango, e le comunità nella vallata di Las Tazas come Miguel Hidalgo, Benito Juárez, Nueva Tacitas, Emiliano Zapata, San Marcos e Francisco Villa.

È stato riportato che sabato 5 aprile alle 6 della sera, sono entrati circa 14 soldati che venivano dal Rio Corozal e presumibilmente andavano a Santo Tomás hanno però perso il cammino e chiedevano acqua. Hanno attraversato tutto il villaggio fino al campo di futbol, sono saliti ad un campo di caffè, sono scesi di nuovo al campo di futbol e lì si sono rimasti per circa 45 minuti nella comunità. La maggioranza degli abitanti era in una riunione a due ore dalla comunità di Rosario Rio Bianco. Dato che era la prima volta che arrivavano dei militari, le donne si sono spaventate molto, però dopo è scoppiata la rabbia e le donne hanno preso dei bastoni ed hanno fatto scappare i militari, gridando dietro loro ed insultandoli. La comunità ha comunicato che poco tempo fa erano arrivati alcuni gringos che volevano misurare il terreno. Gli zapatisti lo hanno impedito però i priisti hanno fornito loro le informazioni che volevano.

VENUSTIANO CARRANZA

L'11 aprile membri dell'Organizzazione Contadina Emiliano Zapata (OCEZ) di Venustiano Carranza hanno occupato cinque poderi ubicati in questo stesso municipio della regione centro, beneficiando 150 famiglie che non hanno mai posseduto terre. L'occupazione di queste terre, che in totale arrivano alla cifra di circa 350 ettari, è avvenuta tra il 9 e il 10 di aprile, in occasione del 84 anniversario della morte del generale Emiliano Zapata, leader contadino che durante la rivoluzione messicana favorì il recupero di terre in Messico. Il portavoce della OCEZ, Ricardo Magdaleno ha informato che contadini della comunità Guadalupe La Cuchilla hanno occupato il terreno Concepción e El Huerto, di circa 200 ettari; il gruppo di Nuevo San José ha recuperato il terreno El Corralito, con un'estensione di 80 ettari. Gli abitanti di Nuevo Ixtapilla hanno pure recuperato le terre di San Antonio e Rio Grande, così come il terreno San Ignacio, tutti ubicati in Venustiano Carranza. Hanno spiegato che questa azione dei contadini che appartengono al la OCEZ si deve al fallimento dei negoziati e dei dialoghi che hanno sostenuto con funzionari della sezione agraria dei governi federale e statale da due anni a questa parte.

SGOMBERI NEI MONTES AZULES

Durante il mese di aprile la situazione degli sgomberi nella Riserva della Biosfera dei Montes Azules (RBMA) si acutizza. Il 12 aprile un gruppo di Lacandoni, che portavano armi da fuoco, sono arrivati fino alla comunità Nuevo San Rafael con funzionari federali della Segreteria di Medio Ambiente e Risorse Naturali Semarnat, della Commissione Nazionale delle Aree Naturali Protette e della Procura Federale di Protezione all'Ambiente Profepa, per esigere lo sgombero di quelle terre dato che al contrario avrebbero usato la violenza. Differenti organizzazioni civili erano presenti nella zona ed il 25 aprile su richiesta delle comunità, si sono installati due Accampamenti Civili per la Pace nelle comunità di Nuevo San Isidro e Nuevo San Rafael. Il 27 aprile i lacandoni sono tornati in compagnia dei funzionari pubblici però di fronte alla presenza continua degli osservatori le minacce si sono fermate. Adesso ci sono pattugliamenti della Marina lungo il torrente Lacantún e regna una tesa calma dato che recentemente si è installato un nuovo accampamento militare a 10 minuti da Nuevo San Isidro.

CHENALHÓ

In aprile rappresentanti dell'organizzazione della società civile Las Abejas hanno denunciato l'incremento dell'insicurezza nel municipio di Chenalhó, dato che è frequente ascoltare spari ed hanno osservato traffico illegale di armi vicino a varie comunità di questo luogo, "dimostrando con ciò che la situazione sta diventando pericolosa e molto insicura per gli abitanti del luogo e viola anche l'Accordo di Rispetto Mutuo", firmato lo scorso 24 agosto 2001 tra Las Abejas e il Municipio. Las Abejas segnalano che il Municipio di Chenalhó ha dimostrato una mancanza di volontà a risolvere i problemi che ancora persistono, come è il caso dell'uso e del traffico d'armi, dato che le autorità municipali di Chenalhó, di filiazione priista, sanno chi sono coloro che vendono armi in questo luogo ma non sono intervenute e si sono rifiutate di castigare i responsabili.


MAGGIO

OLGA ISABEL

Il 1° Maggio è stato reso noto un comunicato dei municipi autonomi in ribellione 17 de Noviembre, Ernesto Che Guevara, Lucio Cabañas, Miguel Hidalgo, Olga Isabel, Primero de Enero, Vicente Guerrero che denunciava aggressioni da parte delle autorità di Chilón dato che stanno costruendo con la forza una strada sulle terre del municipio Olga Isabel. Denunciano inoltre arresti arbitrari e lesioni da parte dei poliziotti municipali di Chilón che in fatti differenti hanno fermato due persone e ferito altre tre.

PER FAR TACERE LE ARMI PARLIAMO COME POPOLI

Circa 1000 partecipanti di 35 paesi di tutta l'America e del mondo, si sono dati appuntamento a San Cristóbal de Las Casas dal 6 al 9 maggio durante il PRIMO INCONTRO EMISFERICO di FRONTE alla MILITARIZZAZIONE: uno spazio per scambiare idee e esperienze su come hanno vissuto i loro popoli e comunità la militarizzazione, i problemi che hanno dovuto affrontare per la presenza dell'Esercito e con la guerra contro l'Iraq.

L'evento ha contato con la partecipazione di personalità come Carlos Fazio, Adolfo Pérez Esquivel - Premio Nobel della Pace nel 1980 -, Carlos Montemayor, José Francisco Gallardo, ecc.

Gli argomenti in discussione erano:
1. Risorse strategiche, modello economico e la sua relazione con le Forze Armate
2. Organizzazioni Multilaterale di difesa, Unione Europea e Stati Uniti
3. Occupazioni militari e diritti umani.

Si sono ascoltate pure le esperienze e le voci dei rifugiati guatemaltechi e centroamericani, delle donne portoricane che abitano in Vieques, di rappresentanti del movimento sindacale colombiano, dell'Ambasciatore dello stato Palestinese e di molti altri ancora che hanno dato la loro valorosa testimonianza .

Tutte le conferenze e le esperienze dell'incontro, così come una gran quantità di materiale fotografico e statistico sono disponibili sulla pagina web: www.desmilitarizacion.org

NUOVO ACCAMPAMENTO

Di fronte alla costante presenza ed alle minacce tanto di gruppi paramilitari come di membri dell'Esercito, le autorità del Municipio Autonomo San Manuel hanno sollecitato a questo Centro dei Diritti Umani l'installazione di un accampamento civile per la pace in San Pedro, comunità vicina a Ocosingo abitata da 50 famiglie tzeltales e tzotziles. Secondo il rapporto dei primi osservatori ogni giorno passano 12 camion dell'Esercito Federale Messicano con 40 soldati in ognuno, in pattugliamento.

DENUNCE E OSTILITÀ

Le autorità autonome di Miguel Hidalgo in un comunicato del 11 maggio denunciano come aggressori il gruppo Los Cholos (Puñales) e un gruppo di 72 membri della OCEZ che il 10 maggio hanno causato danni materiali e lesioni a varie persone nel municipio di Santa Rosalía. Durante i fatti violenti, sono riusciti a catturare Jorge Gómez Díaz, membro della OCEZ di Santa Rosalía, che era incappucciato e portava un carabina calibro 22 a 16 colpi, 34 cartucce e un manuale militare della Forza Aerea Messicana tra il resto. "Sono responsabili i presidenti municipali di Comitán e Chanal che appoggiano e spalleggiano tutti questi fatti. Questo atto ha la sua origine in una disputa con priisti e ex membri della OCEZ sulla proprietà di una terra della comunità di Santa Rosalía, e questo fatto lo abbiamo già denunciato pubblicamente".

Anche le autorità del Municipio autonomo Lucio Cabañas denunciano che il 17 maggio uno dei loro membri, Agustín López Luna è stato catturato da due giudiziari che dopo averlo minacciato ed avergli detto che è un reato essere zapatista lo hanno incarcerato nel Cereso N.5. Lì gli hanno richiesto 3.403 pesos per recuperare la libertà. Le autorità esigono la sua liberazione.


GIUGNO

ALL'ORECCHIO DEL RELATORE

Rodolfo Stavenhagen, relatore speciale dell'ONU per i diritti umani e le libertà fondamentali dei popoli indigeni, è stato in Messico durante le prime settimane del mese. Dall'11 al 13 giugno ha visitato il Chiapas per dialogare con rappresentanti di diversi settori sociali sopra temi come: terra, territorio e sviluppo; diritti e cultura indigeni; democrazia e giustizia. Inoltre ha ascoltato attentamente le testimonianze di organizzazioni indigeni e di contadini, la voce delle donne, i profughi ed i bambini vittime della guerra di bassa intensità che da anni continua in questo stato. Stavenhagen ha mostrato un interesse speciale per l'autonomia come diritto umano. Il relatore deve presentare la sua relazione entro i prossimi tre mesi.

ECOTURISMO?

Le autorità dell'Ejido Roberto Barrios denunciano che rappresentanti governativi dell'Istituto Nazionale Indigenista INI, della Segreteria di Sviluppo Sociale SEDESOL, della Segreteria della Riforma Agraria SRA, della SEMARNAT, della Segreteria di Turismo e della Presidenza Municipale di Palenque sono arrivati fino le cascate del rio Bascán, ubicate in questo ejido il 13 giugno, con il fine di studiare e visionare i terreni per mettere in funzione un centro turistico ai bordi delle cascate. Questi rappresentanti governativi erano accompagnati da persone dell'ejido Puyita, confinante con Roberto Barrios, alcune di queste persone appartengono al gruppo paramilitare Paz y Justicia, altre all'Unione di Trasporto Misto "Brezze delle cascate del torrente Bascán" ed era presente il commissario ejidale di detto ejido. Gli ejidatari di Roberto Barrios, basi d'appoggio dell'EZLN, hanno fatto un'analisi della situazione ed hanno deciso che questo centro turistico non va a portar nessuno beneficio alla comunità dato che può generare solo problemi ecologici in un luogo che attualmente è ben conservato.



(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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