LA JORNADA 12/2/3

Carlos Monsiváis

"Scusi la molestia che le causa questa ecatombe"

Per le classi governanti, la distopia (la utopia negativa) è un genere del commozione teatrale. L'autentica esibizione del loro ottimismo sono le loro azioni e la gran impunità si basa sullo sterminio della resistenza che viene dal basso. Per le super élite l'intero pianeta è un'area di saccheggio; è perfetto non firmare i Protocolli di Kyoto perché il surriscaldamento della Terra non è un problema per loro; non è problema bombardare incessantemente la popolazione civile perché - per definizione - tutto si merita chi non ha difensori, il terrorismo è abominevole (su questo non c'è dubbio) e in nome della guerra al terrorismo tutto va bene; il Fondo Monetario Internazionale non è un'istituzione ma l'attuale versione di un Dio che sentenzia e castiga (la teologia finanziaria); resistere un minimo alla trasnazionali è attentare contro la libera impresa ed è una sfida inaccettabile alla democrazia... e così via.

La grande tragedia del'11 settembre ha reso credibile la riconciliazione internazionale a partire dalla solidarietà verso le vittime e dal ripudio al terrorismo. Si è creduto nel discredito finale della violenza, così è risultata inevitabile una risposta statunitense. Senza dubbio, per corrodere le speranze sono bastati i bombardamenti inclementi sull'Afganistan e il delirio bellicista.

Il testo profetico e preventivo di Gabriel García Márquez non appartiene al genere della distopia ma a quello dell'utopia, a quello del pensiero che gioco tutto il possibile per dar una direzione alle cose ed usa la razionalità per scongiurare la catastrofe. Perciò mi pare un testo giusto e necessario. Però la situazione attuale si oppone decisamente all'utopia. La cecità genocida del complesso militare industriale finanziario politico, il suo disprezzo profondo per le ragioni umaniste ed umanitarie, la corsa agli armamenti ed infine tutto ciò che costituisce il terrorismo di stato, fomenta il pessimismo e così non legittima il determinismo (se ciò che succede è terribile, non è lo forzosamente ciò che può succedere).

Nel processo, ciò che è letteralmente incredibile è il processo suicida delle classi governanti. Niente le preserverà dalle catastrofi dell'ecologia, niente eviterà che debbano vivere per sempre tra le quattro pareti smorfiose delle loro conchiglie, niente concederà loro la libertà di movimento che la rovina ed il cretinismo morale non concedono. Lo stesso in America del Nord dove il gruppo di George Bush fa gala della sua mancanza di intendere, come in Messico dove l'estrema destra si burla dei diritti indigeni (che deplorabili i senatori!), come in Israele, dove Sharon si erige a carnefice dei palestinesi e degli israeliani, l'isolamento delle élite è devastatore. Lo sanno però preferiscono ignorarlo: ciò che succederà al pianeta succederà anche a loro e, nella globalizzazione, la violenza si precipita pure sui carnefici.

Se sarà incontenibile l'offensiva dell'ultradestra finanziaria e dei suoi esecutori politici, la distopia sarà la letteratura di moda in un pianeta senza un solo lettore.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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