LA FESTA DEI CARACOLES



"Siamo gente semplice, non sappiamo molto, però il nostro lavoro è governare bene"

Migliaia di indigeni sono testimoni dell'inaugurazione delle giunte del buon governo
È ora di svegliarsi, ha detto il comandante Omar ai giovani della campagna e delle città

HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

Oventic - San Cristóbal de Las Casas, Chis., 10 agosto - Dalle sei della mattina un serpentone di carri ha iniziato il ritorno alle varie regioni del Chiapas e verso il centro del paese. In auto, carri o autobus, indigeni e "società civili" hanno svuotato il Caracol. Sono arrivati delegazioni e consigli autonomi del nord, delle vallate, della selva, della frontiera. E de Los Altos, naturalmente, però questi accompagnati da moltitudini: villaggi interi di San Juan de La Libertad, San Andrés Sakamchen de Los Pobres, San Pedro Polhó, Santa Catarina, Magdalenas La Paz, San Juan Apóstol Cancuc e Dieciséis de Febrero.

Si è detto che sono arrivati a Oventic 30 consigli autonomi in ribellione. Questo inviato calcola che sono stati di più. Comunque, più di 10 mila indigeni hanno accompagnato la nascita del loro Caracol e della giunta del buon governo (JBG), cuore centrico degli zapatisti davanti al mondo.

Simultaneamente all'atto di Oventic, per tre giorni c'è stata festa negli altri Caracol, dove sono entrate in funzione le JBG Nuovo Seme che va a Produrre (Roberto Barrios), Verso la Speranza (La Realidad), Il Cammino del Futuro (La Garrucha) e Cuore dell'Arcobaleno della Speranza (Morelia). Là hanno fatto festa migliaia di indigeni di tutti quei municipi e villaggi. Le feste sono cominciate con la partenza delle delegazioni verso Oventic e si concluderanno oggi col ritorno dei consigli autonomi.

Questo mezzogiorno, nella calzata del Caracol di Oventic, aspettavano ancora il trasporto centinaia di indigeni e "società civili" bianche e morene. Anche se si era già ritirata la maggioranza di visitanti, c'erano ancora un centinaio di tende e coperture provvisorie di plastico. Centinaia di indigeni zapatisti mangiavano delle tostadas, quasi pronti per partire.

Un centinaio di membri del Congresso Nazionale Indigeno, provenienti da otto delle zone più indigene del paese, sono stati presenti in Oventic da venerdì. Il CNI ha risposto oggi affermativamente all'invito dell'Esercito Zapatista per applicare gli accordi di San Andrés Larráinzar come legge legittima dei popoli indios del Messico.

Solo da Oaxaca hanno partecipato all'incontro più di dieci organizzazioni zapotecas, mixtecas, mixes e altre. Sono venuti: amuzgos, nahuas e mixtecos di Guerrero, tének di Veracruz, rarámuris, mazahuas e nañús.

Sono state pure presenti delegazioni dei sindacati Messicano degli Elettricisti (SME), dei Lavoratori dell'UNAM (STUNAM), dei telefonisti, dei lavoratori dell'educazione, ecc. L'organizzazione nazionale contadina Unorca ha inviato una delegazione. Altre organizzazioni sociali urbane e indigeni hanno accompagnato la nascita del Caracol. È venuta gente di Jalapa, Guadalajara, Tijuana, Cuernavaca, Puebla, Tlaxcala, Chilpancingo, Chihuahua, Juárez, Neza, Toluca, Distretto Federale, ecc. Questo pomeriggio, il piano della calzata e della spianata del Caracol brillavano completamente puliti. Nessuno direbbe che lì era appena finito un "Woodstock", come qualcuno l'ha chiamato, di migliaia di persone.

Primo giorno

Dopo tanta festa, inizia per i Caracoles il loro primo giorno di lavoro, che per fortuna è domenica. La giunta del buon governo inaugura la sua casa, sopra una moquette di giunco. Sulle pareti una stella di verdi palme, attaccate con carta crespa a colori con rametti di fiori che, per esser state attaccate da più di un giorno, rimangono accettabilmente vive.

I componenti cominciano a concedere interviste a vari mezzi d'informazione. "Siamo gente semplice, non sappiamo molto, però il nostro lavoro è governare bene", ha detto questo pomeriggio un membro della JGB all'inviato de La Jornada.

La nuova organizzazione è costituita qui in Los Altos da 14 delegati di sette municipi autonomi. I loro vestiti li rivelano andreseros, pedranos, cancuqueros, sanjuaneros, zinacantecos. I passamontagna li unificano come zapatisti.

Parte dell'ufficio, dove la giunta de Los Altos è seduta ad un lungo tavolo di pino per occuparsi dei giornalisti, è occupata dai bagagli (borse e zaini) degli uomini designati dai villaggi per rappresentare il governo autonomo; due per ogni municipio della regione, sebbene questa giunta del buon governo si occupi anche delle comunità e dei quartieri in resistenza di Tuxtla Guitérrez (capitale dello stato), Barriozábal, Ocozocuautla, Chiapa di Corzo e Cintalapa.

Sopra la calzata del Caracol s'inaugurano l'Ufficio delle Donne La Dignità, la sede della Osimech (Organizzazione di Salute Comunitaria degli Indigeni Maya dello Stato del Chiapas, AC), la Società Cooperativa Fabbrica delle Scarpe Primero de Enero, il parrucchiere ed altre case che si aggiungono alle già esistenti: la Clinica La Guadalupana, la cooperativa delle artigiane in resistenza, lo spaccio e la sala da pranzo Che Guevara, l'auditorio multiuso Emiliano Zapata. Alcuni metri più in là si è eretta una bella chiesetta di legno dedicata a San Andrés.

La vasta spianata alla fine della discesa si tramuta in un instante in campo di pallacanestro o di calcio e verso sinistra ci sono già vari edifici della scuola secondaria autonoma (due piani di aule, biblioteca, uffici, dormitori). Qui funziona anche una scuola di lingue (al momento tzotzil e castellano) per stranieri.

Saluti e adesioni

"Salutiamo l'iniziativa zapatista d'installazione delle giunte del buon governo, così come la creazione dei Caracoles, dato che rappresenta un'opportunità di riunirci tutti, di conoscerci e per costruire un cammino d'unità per affrontare i problemi delle comunità indigene del Messico", ha dichiarato il Fronte delle Comunità Mixtecas, dal quale sono venuti rappresentanti di San Pedro Yosotatu, San Isidro Vista Hermosa e Santa Catarina Yosonotu, in uno dei primi saluti del movimento indigeno alla nuova iniziativa autonimistica dell'EZLN.

Nello stesso senso si sono manifestati qui due dei perseguitati politici favoriti del governatore José Murat: i dirigenti Adelfo Regino Montes (dei Servizi del Popolo Mixe) e Raúl Gatica (del Consiglio Indigeno Popolare di Oaxaca).

A poche ore dall'installazione delle giunte zapatiste si sono unite al loro appello, organizzazioni e comunità triquis e otomíes del Distretto Federale, diverse organizzazioni nahuas, mixes, zapotecas (della sierra e dell'Istmo). Anche gli autonomi del Guerrero di Xochistlahuaca, le polizie comunitarie della Montagna e il consiglio di El Alto Balsas.

"È ora di svegliarsi", ha detto ieri il comandante Omar, rivolgendosi ai giovani della campagna e della città, di Messico e del mondo. "Ci perseguitano per essere differenti. Vorrebbero che fossimo già dei vecchietti o delle vecchiette per non doversi più preoccupare per noi. Si sbagliano, perché non saremo mai dei vecchietti. In alcuni moriremo e ma altri sbocceranno, così qui la lotta sarà sempre giovane".

Indios e non indios, disoccupati, migranti, studenti: l'appello degli zapatisti si rivolge a quelli in basso. Dev'essere per questo che dal basso arrivano le prime risposte. Il Caracol sta cominciando.

[La Jornada - Lunedì 11 agosto 2003]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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