La Jornada 11 febbraio 2003

PRIISTI MINACCIANO BASI ZAPATISTE CHE NON ACCETTANO FONDI DEL PROCEDE

Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de Las Casas, 10 febbraio - Autorità priiste e membri dell'organizzazione Paz y Justicia hanno minacciato di sgomberare le famiglie basi d'appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) dell'ejido La Aurora, Palenque, che non accettano le risorse del Programma di Certificazione di Diritto Ejidale e Intenstazione (Procede) per poi pagare le tasse elevate che questo genera.

La Rete di Difensori Comunitari per i Diritti Umani della zona Salto de Agua - Palenque, ha denunciato le vessazioni da parte di militanti di Paz y Justicia contro Juan, Miguel, Domingo e Alvaro Arcos e Felipe Arcos Méndez.

La propaganda ufficiale sostiene che i programmi sociali non sono di parte e non hanno scopi di controinsurrezione ma, in pratica, è chiaro che possono essere entrambe le cose. Nelle mani di gruppi di parte (compresi gruppi paramilitari, in questo caso), gli investimenti governativi generano effetti perversi: indeboliscono la condizione proprietaria degli ejidatari, dividono la popolazione e fomentano aggressioni, furti ed espulsioni.

In un comunicato stampa, la rete informa che il 9 febbraio scorso gli indigeni minacciati si sono rivolti ai loro uffici della zona Salto de Agua - Palenque per denunciare "la costante minaccia di sgombero da parte dei priisti della comunità e del gruppo paramilitare Paz y Justicia".

Le vittime riferiscono che il 26 gennaio scorso, i priisti hanno tenuto un'assemblea di tutti gli ejodatari, convocata dall'incaricato Lucas de la Cruz Méndez e dal consigliere di controllo Juan Alvaro Cruz e dal funzionare rurale Juan López Cruz.

Dalla convocazione erano stati esclusi i capi famiglia che sono basi d'appoggio zapatisti.

La riunione "ha trattato la questione del pagamento dell'imposta prediale che è diventata molto alta perché la comunità è entrata nel Procede. Domingo Vázquez Cruz e Nicolás Arcos Sánchez, dirigenti del gruppo Paz y Justicia, hanno chiesto all'assemblea quali azioni si sarebbero intraprese contro le basi d'appoggio zapatiste che non hanno accettato il Procede e non pagano l'imposta" (Ma che nemmeno ricevono il denaro che genera questo onere fiscale).

Con il sostegno di altri 15 ejidatari, i membri di Paz y Justicia hanno sollecitato che l'autorità ejidale solleciti un intervento della Procura Agraria, della giunta di Palenque e della Segreteria de Hacienda dello stato per ottenere il loro sostegno e cacciare le persone che non pagano la tassa.

Come si vede, dichiarano gli indigeni minacciati, ci troviamo di fronte ad una nuova forma di pressione affinché gli indigeni si pieghino agli investimenti del governo.

Nella loro denuncia, i difensori comunitari aggiungono: in Chiapas ed in altri stati della Repubblica, il Procede è stato introdotto come strumento per la privatizzazione delle terre ejidali e comunali, oltre che essere accompagnato da minacce e condizionamenti, come è stato denunciato da varie comunità ed organizzazioni indigene e contadine.

"È per questi motivi che le quattro persone, basi d'appoggio dell'EZLN, non vogliono entrare in questo programma e non accetteranno le pressioni perché sono decisi nella loro lotta e resistenza".

Di fronte a questi fatti, le persone minacciate Juan Alvaro Arcos, Miguel Alvaro Arcos, Domingo Alvaro Arcos e Felipe Arcos Méndez e la Rete chiedono alle autorità competenti "di proteggere l'integrità fisica ed il diritto di lavorare la loro terra liberamente e di impedire che vengano spogliati della loro terra per il fatto di non cedere alle pressioni del gruppo paramilitare Paz y Justicia".

Da parte sua, la Rete sollecita la Commissione Statale per i Diritti Umani affinché "fornisca gli strumenti necessari per proteggere i diritti delle persone minacciate".


(tradotto dal Comitato Chiapas Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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