La Jornada - Sabato 10 maggio 2003

Con l'intervento di Pérez Esquivel si è concluso l'incontro sul militarismo

"La dominazione inizia dalla cultura"

Quando si dimentica il proprio pensiero cadiamo in quello unico

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 9 maggio - Alla chiusura dei lavori del primo Incontro Emisferico di fronte al Militarismo, Adolfo Pérez Esquivel, premio Nobel della Pace, ha lanciato un appello per sviluppare una "rivoluzione delle coscienze e del pensiero in questi momenti del fallimento profondo del pensiero filosofico, dell'etica e dei valori dell'attuale sistema di dominazione".

Ha detto che è necessario recuperare il pensiero proprio dei valori della spiritualità, dell'identità e della memoria ed ha precisato che non si tratta solo di cambiare un modello economico. "Quando si dimentica l'identità del pensiero proprio, cadiamo nella dominazione del pensiero unico: la dominazione comincia non attraverso l'economico, ma attraverso il culturale".

Nella sua relazione intitolata "Pace e militarizzazione", ha ribadito che le forze armate in America Latina devono cambiare il loro ruolo e mettersi al servizio dei popoli e non contro loro come succede attualmente.

Ha sostenuto che per invertire la "grave situazione di militarizzazione" è necessario costruire alternative sociali, politiche, economiche e culturali nella vita dei popoli del continente. "Non basta dire no alla militarizzazione e che se ne vadano le basi statunitensi: dobbiamo fare un lavoro interno nei nostri paesi e reclamare ai governanti che lo permettano".

Sull'ambito locale, ha detto che il presidente Vicente Fox deve rispettare gli accordi di San Andrés, firmati il 16 febbraio 1996 tra il governo federale e l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), così come l'autonomia delle comunità indigene.

I lavori della riunione, che è iniziata lo scorso martedì con 996 persone di 272 organizzazioni di 35 paesi, di sono conclusi questo pomeriggio con la conferenza del Nobel della Pace 1980.

Pérez Esquivel ha affermato che "la concezione ideologica delle forze armate dei nostri popoli è che il nemico non è esterno ma interno".

Dette forze non hanno compreso che il loro ruolo "deve essere quello di servire la sovranità del popolo e non finir di diventare forze d'occupazione dei nostri popoli al servizio degli Stati Uniti".

Ha sottolineato che la smilitarizzazione "non consiste solo nel fatto che se ne vadano le basi castrensi che gli Stati Uniti hanno nei nostri stati, perché se quel paese ha basi in America Latina è perché ha governi complici che hanno aperto le porte".

L'argentino ha centrato la sua esposizione nel tema del nuovo ruolo che devono giocare le forze armate in America Latina. "Ci sono società militari che non operano solo attraverso le forze armate, ma anche attraverso le forze di polizia militarizzate".

Pérez Esquivel ha detto che "l'approfondimento della politica di dominazione" da parte del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha come obiettivo "l'annessione della America Latina" agli USA e così si utilizzano strumenti come l'Area di Libero Commercio delle Americhe, il Piano Colombia e la Tripla Frontiera.

Questo incontro si è "fissato" sul tema della militarizzazione, dato che "era un tabù e nessuno voleva trattarlo". Ma "dobbiamo dibattere le strategie delle forze armate al servizio dei popoli, non come loro nemici".

Il progetto dell'egemonia mondiale "ci sta asfissiando". "Però arriveranno per altro ancora, per le nostre risorse: l'acqua, il petrolio e la biodiversità, però anche per la dominazione culturale… La militarizzazione non arriva mai da sola".

"Il sistema imperante non si dimentica della resistenza dei popoli, ha delle ipotesi molto chiare sulle possibilità di conflitto, ha molto chiaro quale può essere la reazione dei popoli e ciò che stiamo pensando qui per cercare di contrastarlo; non lo ignora, sa della capacità di resistenza dei popoli".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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