LA FESTA DEI CARACOLES


L'INFLUENZA DELL'AUTOGOVERNO RIBELLE SU METÀ DEL TERRITORIO DEL CHIAPAS

Jesus Ramirez Cuevas Inviato

Oventic, 8 agosto - Nella loro prima apparizione pubblica, quell'alba del primo gennaio del 1994, i ribelli zapatisti invitarono "i popoli liberati a scegliere liberamente e democraticamente le proprie autorità amministrative". Ma solo qualche tempo dopo questa proposta è diventata realtà nelle comunità indigene chiapaneche.

Dapprima sono stati creati i municipi ribelli che due anni dopo si dichiaravano autonomi. Oggi, l'autonomia indigena, l'autogoverno dei popoli ribelli è una realtà. Attualmente ci sono più di 30 municipi autonomi la cui influenza copre la metà del territorio del Chiapas.

Alla fine del '94 gli zapatisti cominciarono la formazione di municipi indigeni retti dai propri usi e costumi.

L'annuncio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) di creare giunte del buon governo nei cinque Caracoles (prima chiamati Aguascalientes) rappresenta una nuova tappa di questo processo e, nello stesso tempo, il consolidamento dell'auto-organizzazione comunitaria.

La distribuzione di queste giunte corrisponde alle diverse zone di competenza del movimento secondo la geografia dei popoli ribelli e dei rapporti tra loro: los Altos (tzotzil), il Nord (chol), Altamirano (tzeltal-tojolabal), selva tojolabal e selva tzeltal.

Questo nuovo governo regionale rappresenta uno sforzo organizzativo delle comunità per affrontare i problemi dell'autogoverno e per costruire un ponte più diretto tra queste ed il mondo. Sono quasi dieci anni che le comunità zapatiste resistono senza l'aiuto delle autorità né finanziamenti ufficiali, all'interno di un accerchiamento militare e sotto la persecuzione delle forze governative e paramilitari che hanno provocato migliaia di indigeni profughi dai loro villaggi d'origine.

Una lunga storia

Oggi, sette anni fa, sorgeva il primo Aguascalientes nel cuore del territorio zapatista, il primo tentativo di costruire uno spazio di incontro e di dialogo tra la società civile ed i ribelli. Lì nacque la Convenzione Nazionale Democratica che fu il primo tentativo di organizzare una forza di pace e democrazia della società civile. Ma la proposta non ebbe seguito.

L'alba del 19 dicembre 1994 il subcomandante Marcos informava la stampa nazionale ed internazionale dell'inizio di un'offensiva delle sue forze ribelli per rompere l'accerchiamento militare nella cosiddetta zona di conflitto. Confinati dal governo in tre municipi, quel giorno gli zapatisti apparvero in 38 municipi (dei 110 di cui si compone il Chiapas).

Davanti all'avanzata delle sue truppe, gli zapatisti decisero la formazione di municipi ribelli che riconoscevano Amado Avendaño quale governatore in ribellione e davano istruzioni perché la popolazione scegliesse democraticamente le proprie autorità.

Nello stesso tempo, Marcos annunciava la creazione di 32 municipi ribelli. Quella notte il capo guerrigliero mostrò le mappe che ubicavano i nuovi governi locali zapatisti che entrarono in funzione tempo dopo.

Due anni dopo, durante i dialoghi di pace con il governo, gli zapatisti ripresero l'idea dell'autonomia come base degli Accordi di San Andrés, sottoscritti dal gruppo armato e dal governo federale il 16 febbraio 1996.

Davanti all'inadempimento governativo degli accordi e dopo la sospensione del dialogo, gli zapatisti decisero di metterli in pratica dichiarando i propri municipi autonomi ribelli.

Questi governi locali si sono rafforzati e sebbene il loro sviluppo sia stato diseguale, secondo il livello di organizzazione e le condizioni in cui lavoravano, hanno consolidato l'autogoverno indio per resistere all'accerchiamento del governo. Gli Accordi di San Andrés danno loro legittimità, perché si tratta di un impegno non rispettato.

La costruzione dell'autonomia è avvenuta nel bel mezzo di un clima di guerra, di militarizzazione e di persecuzione paramilitare.

Sono state affrontate anche le strategie governative di controinsurrezione il cui obiettivoera d'ndebolire l'appoggio sociale di cui gode l'EZLN nelle comunità.

In questo modo gli indigeni zapatisti hanno cercato di risolvere i loro problemi e bisogni attraverso l'auto-organizzazione e con l'aiuto solidale della società civile nazionale ed internazionale.

Il funzionamento dei Caracoles

I municipi autonomi sono formati dalle comunità indigene all'interno dei territori di influenza zapatista. Le comunità coinvolte in ogni municipio ribelle hanno deciso volontariamente la loro partecipazione con assemblee comunitarie. Le comunità organizzate per la resistenza scelgono, secondo i propri usi e costumi, cioè in assemblea, i loro rappresentanti per il consiglio municipale autonomo, l'autorità riunita della giunta ribelle. Le autorità e i delegati possono essere revocati dall'assemblea della comunità in caso di mancato assolvimento del proprio mandato. Ora saranno coordinati a livello regionale dai Caracoles.

I consigli autonomi sono formati da un presidente, un segretario, ministri di giustizia, degli affari agricoli, del comitato di salute, di educazione e un responsabile dell'anagrafe civile.

Le loro funzioni sono l'amministrazione della giustizia, la salute comunitaria, l'educazione, la casa, la terra, il lavoro, l'alimentazione, il commercio, l'informazione, la cultura ed il transito locale. Alcuni municipi autonomi hanno aperto proprie anagrafi matrimoniali, di nascita e morte. In molti posti ricevono la consulenza delle autorità tradizionali o dei consigli degli anziani. Il successo delle attività dei municipi dipende dal loro consolidamento. Il loro bilancio si ottiene dalla cooperazione dei propri membri o dall'aiuto solidale.

I membri dei consigli autonomi non ricevono compenso.

Dalla loro nascita, i municipi ribelli sono stati oggetto di attacchi da parte del governo.

Nel 1998, dopo il massacro di Acteal, i governi federale e statale hanno iniziato un'offensiva contro i villaggi zapatisti. Furono accusati di distruggere lo stato di diritto, di provocare la divisione nazionale e di usurpare le funzioni delle autorità costituzionali. Il saldo dell'operazione intrapresa dal governo contro i municipi autonomi fu di 10 morti, diversi feriti, migliaia di indigeni profughi, più di 100 persone arrestate e 168 osservatori internazionali espulsi dal paese. Si distinse l'offensiva contro Taniperla, sede del municipio Ricardo Flores Magón. Poi seguì l'attacco di oltre mille effettivi di polizia e militari contro Tierra y Libertad, ad Amparo Aguatinta.

Il momento più grave fu il 19 giugno, quando un migliaio di soldati e poliziotti fecero incursione a San Juan de la Libertad, occuparono il capoluogo municipale e si addentrarono nelle comunità di Chavajeval e Unión Progreso e ammazzarono otto indigeni. Gli zapatisti risposero all'attacco militare e si fu sul punto di provocare la rottura del cessate il fuoco e della tregua stabilita fin dal 1995.

Nell'aprile del 1999 la polizia entrò nel capoluogo di San Andrés Sakamchen de los Pobres. Ma grazie alla mobilitazione pacifica di migliaia di indigeni, il municipio fu liberato il giorno dopo.

Nonostante tutti i tentativi di scalzare l'autonomia indigena zapatista, questa si rafforza ed allarga i propri confini.

Da oggi, i cinque Aguascalientes cedono il posto ai Caracoles ed inizia un'altra tappa con nuove iniziative di un movimento ribelle che è nato con la richiesta di rispetto come domanda fondamentale e con la dignità di non lasciarsi utilizzare come arma politica.

[da La Jornada del 9 agosto 2003]


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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