LA JORNADA - Venerdì 9 maggio 2003
"Manipolazione politica", il documento di Washington
Non appoggiamo il terrorismo, "flagranti bugie" nella relazione USA
La lista del Dipartimento di Stato "dimostra chiaramente l'obiettivo politico che la anima"
GERARDO ARREOLA - CORRISPONDENTE
L'Avana, 8 maggio - Cuba ha rifiutato questo giovedì la sua inclusione in una lista di sette governi che gli Stati Uniti considera patrocinatori del terrorismo ed ha affermato che le accuse di Washington sono "manipolazioni politiche e flagranti bugie".
Gli Stati Uniti prepararono questa lista fin dal 1981, le sue implicazioni si sono rese chiare con gli interventi militari in Afganistan ed Iraq, in nome della lotta antiterrorista.
"Cuba condanna tutti gli atti, i metodi e le pratiche di terrorismo in tutte le loro forme e manifestazioni, dove si voglia, da chi voglia che si commettano, contro chi vuole che si commettano e qualunque siano le motivazioni", recita una dichiarazione della cancelleria cubana, datata il 2 maggio e diffusa oggi. "Allo stesso modo, condanna ogni azione che abbia per oggetto fomentare, appoggiare, finanziare o coprire qualsiasi atto, metodo o pratica terrorista".
Gli altri sei governi della lista nera sono Corea del Nord, Iran, Iraq, Libia, Siria e Sudan. "Un solo sguardo alla lista dimostra chiaramente l'obiettivo politico che la anima", ha segnalato il comunicato della cancelleria cubana.
Il rapporto degli Stati Uniti dedica solo tre paragrafi a Cuba e riconosce che L'Avana ha firmato le 12 convenzioni antiterroriste internazionali e non ha protestato per l'uso della base navale di Guantánamo per sistemare i talebani arrestati dopo l'attacco all'Afghanistan.
La connessione cubana
Le accuse della relazione statunitense sono:
1. Opporsi alla coalizione che è intervennuta in Iraq
e disseminare false informazioni sulle investigazioni seguite agli attentati
dell'11 settembre 2001.
Risposta della cancelleria cubana: L'Avana ha condannato immediatamente gli
attacchi a Washington e New York e su richiesta degli Stati Uniti ha consegnato
informazioni su 25 presunti terroristi che avevano potuto entrare sull'isola
come turisti e su altri nove stranieri che erano qui.
Cuba anche ha consegnato, come richiesto dalla Sezione d'Interessi degli Stati
Uniti in L'Avana, cento tavolette di ciprofloxacina, sostanza di fabbricazione
locale, per combattere l'antrace e che erano destinate al personale che aveva
manipolato una valigia diplomatica che si pensava contaminata.
Il comunicato ha ricordato che la versione sulla diffusione di false piste antiterroriste
fu invocata inizialmente da Danno Fisk, sottosegretario di Stato aggiunto per
l'Emisfero Occidentale, nel settembre del 2002, alle quali Cuba rispose negandole
ed esigendo prove, che gli Stati Uniti non hanno mai esibito.
2. Seconda accusa: continuare a dar rifugio a "terroristi
e profughi della giustizia" degli Stati Uniti.
La cancelleria non ha risposto. Questa vecchia accusa di Washington si riferisce
ad ex militanti di organizzazioni indipendentiste portoricane e di altre, come
le Pantere Nere, che sono esiliati in Cuba, così come l'ex finanziare
Robert Vesco, che qui sconta una condanna di 13 anni di carcere per affari fraudolenti
nell'isola, dove fu accolto "per ragioni umanitarie" nel 1982, 10
anni dopo esser fuggito dagli Stati Uniti per una truffa multimilionaria.
Però la cancelleria cubana ha approfittato del tema per rilanciare la
palla, accusando gli Stati Uniti di accogliere cubani "assassini confessi,
terroristi, sequestratori di imbarcazioni e aerei e delinquenti".
3. Washington ha anche accusato Cuba di ospitare circa 20
membri di ETA.
Mal tiro. Il Ministero per le Relazioni Estere ha ricordato che questa presenza
etarra si deve ad un accordo bilaterale con la Spagna, del 1984.
Il comunicato ha aggiunto che i membri di ETA non utilizzano il territorio cubano
per realizzare nessuna attività ostile contro nessuno e ci sono rapporti
attualizzati tra L'Avana e Madrid.
4. Altra accusa statunitense è quella di offrire "in
qualche modo ospitalità, sicurezza ed appoggio" ai membri delle
Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC) e dell'Esercito di Liberazione
Nazionale (ELN).
Nuova falla. Entrambi i gruppi, insieme ai successivi governi colombiani, hanno
chiesto in vari momenti la partecipazione cubana in differenti processi di negoziato.
Peggio ancora, la relazione statunitense riconosce che "Bogotà è
al corrente di questa situazione ed apparentemente d'accordo; pubblicamente
ha detto che vuole che Cuba continui a mediare con i rappresentanti dell'ELN".
5. Ultima segnalazione: un "esperto in armi, dell'Esercito
Repubblicano Irlandese, residente per molto tempo nella Avana", è
processato in Colombia.
Commento cubano, già noto: Si tratta di Niall Conolly, arrestato nell'agosto
2000 a Bogotá e processato per presunti appoggi alle FARC. In L'Avana
era rappresentante del Sinn Fein, partito legale con deputati nel Parlamento
dell'Ulster.
Tensioni e voci
Le voci di strada, uno strumento di provata forza a Cuba, ha
fatto correre questa mattina la versione che Panama aprirebbe la sua ambasciata
per alloggiare potenziali emigranti, due giorni dopo che il console panamense
in Miami, Manuel Cohen, ha offerto asilo ad uno dei quattro cubani che oggi
sono arrivati su un isolotto della costa della Florida.
La posizione del diplomatico è stata appoggiata dal suo governo.
Tutto è sboccato in L'Avana con un rafforzamento della custodia di polizia
intorno all'ambasciata di Panama, nel quartiere residenziale di Miramar, senza
conseguenze per ora.
Più di 20 effettivi di polizia hanno preso posizione nella via dell'ambasciata,
che è stata chiusa alla circolazione dei veicoli e si chiedeva l'identificazione
ed il motivo ai pedoni che tentavano di passare di lì.
L'ambasciata ha informato la stampa che ha lavorato normalmente per tutto il
giorno.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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