LA JORNADA - 8 agosto 2003

Ituarte: Il governo foxista di fronte a una nuova opportunità per riprendere il dialogo
Battaglioni di simpatizzanti zapatisti marciano in silenzio verso Oventic

JUAN BALBOA - CORRISPONDENTE

Vallata di Patihuiz, Chis., 7 agosto - Senza lasciare impronte, in un totale silenzio, battaglioni di uomini con zaino in spalle hanno invaso le strade delle principali vallate: attraversano distaccamenti dove si trovano chiusi negli accampamenti migliaia di soldati, ridono al non incontrare i tradizionali posti di blocco e, poi, continuano il cammino verso la comunità zapatista di Oventic, detta da loro "la cuna del nuovo albeggiare zapatista".

Lo stesso avviene nelle vallate di Patihuiz, di Taniperla o di Altamirano che nei municipi autonomi di San Manuel, Ernesto Che Guevara o Francisco Gómez (sede del Caracol di La Garrucha): gli uomini con lo zaino camminano in fretta, si trasferiscono su camion, camionette, motociclette, biciclette, è lo stesso, l'importante è arrivare, è "essere testimoni dell'avanzamento dell'organizzazione", rispondono con voce dolce.

Tutti hanno bisogno di arrivare. Alcuni, i più giovani, portano striscioni con la figura del caracol, con l'immagine inseparabile di Emiliano Zapata o del Che Guevara. Però la maggioranza (con l'eccezione di alcune donne) caricano sulle loro spalle un piccolo zaino con vestiti, cibo (pozol di mais) e portano una faccia felice.

Nell'antico Aguascalientes culturale di La Garrucha, adesso convertito nel nascente Caracol politico dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), una numerosa commissione si prepara per il lungo viaggio (quasi 300 chilometri) che culminerà venerdì in Oventic. L'installazione è dipinta di caracoles. Il più vistoso vicino alla scuola: ha un arcobaleno (in cui si ribadisce il colore celeste) con una frase al suo interno: "Il Caracol della resistenza verso un nuovo albeggiare".

Richiama l'attenzione che mentre centinaia di simpatizzanti dell'EZLN si organizzano per partire o sono già partiti verso i festeggiamenti di sabato in Oventic, dove si renderanno note le cinque giunte del buon governo - che eserciteranno le loro funzioni nei caracoles politici -, nei distaccamenti militari permane una calma sorprendente, un movimento quasi impercettibile.

La vallata di Patihuiz è nota per la ben chiara presenza dell'Esercito. Non esiste più l'accampamento che si trovava a neanche 500 metri da La Garrucha, dato che è stato uno di quelli che ha smantellato (o meglio riubicato) il governo federale per propiziare il dialogo con l'EZLN.

Ma non manca quell'accampamento: a pochi chilometri si trovano due dei più grandi insediamenti militari della Selva Lacandona: Patihuiz e San Quintín. Quest'ultima è considerata la quarta zona militare in Chiapas, dopo le tre riconosciute ufficialmente: la 32, 36 e 39 della Settima Regione Militare, la cui sede è in Tuxtla Gutiérrez.

I soldati sono "tranquillini" perché la Segreteria della Difesa Nazionale ha ordinato a tutte le sue truppe delle zone 32 (Altos del Chiapas) e 39 (Selva Lacandona) di stare dentro i quartieri militari, per "evitare qualsiasi tipo d'interpretazione", assicurano i soldati di Ocosingo.

Imitando i passi del governo federale, il governatore del Chiapas, Pablo Salazar Mendiguchía, ha fatto lo stesso con la polizia statale. Con posti di blocco o senza di loro, i battaglioni silenziosi dei simpatizzanti zapatisti viaggiano per le strade delle vallate con meta Oventic.

Questo pomeriggio, nel crocevia di Cushulja, giusto dove si trova la sede del municipio autonomo Ernesto Che Guevara, c'era un grande congestione di camionette, grandi e piccole, automobili vecchie e autobus del secolo passato. La strada che comunica Ocosingo con Altamirano e San Cristóbal de Las Casas era invasa letteralmente dai battaglioni zapatisti.

Per Gonzalo Ituarte, ex segretario tecnico della scomparsa Commissione Nazionale d'Intermediazione, le nuove e cariche di promesse proposte politiche dell'EZLN sono "una seria sfida" per la diocesi di San Cristóbal de Las Casas, perché incideranno molto sulla popolazione e, quindi, sulla vita pastorale della Chiesa cattolica.

Il sacerdote di Ocosingo ha affermato che la proposta zapatista di aprirsi alla società e di optare per una via politica non tradizionale, che si ufficializzerà sabato in Oventic, propone una "grande opportunità" per il governo di Vicente Fox e per il nuovo Congresso dell'Unione, che possono riprendere il dialogo ed il negoziato di un conflitto armato che fra pochi mesi compirà dieci anni.

Nell'intervista rilasciata a La Jornada, il sacerdote con maggiore esperienza nei dialoghi di San Andrés ha insistito che la nuova tappa dell'EZLN è un avvenimento rilevante per la Chiesa cattolica del Chiapas, però è ancora di più, "una sfida importante per l'azione pastorale incamminata ed impegnata col popolo nella ricerca di nuovi percorsi per la pace".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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