La Jornada 8 giugno 2003

L'amministrazione statale intraprende campagne di vilipendio
Denunciano gli attacchi del governo del Chiapas contro difensori dei diritti umani
I pericoli dei megaprogetti: "non abbatteranno la povertà"

ELIO HENRIQUEZ E ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTI

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 7 giugno - Nel quarto anniversario dalla sua fondazione, la Rete dei Difensori Comunitari per i Diritti Umani ha ribadito che in Chiapas "si continuano a violare le garanzie individuali di molti cittadini".

Magdalena Gómez, specialista in temi indigeni - invitata speciale alla cerimonia -, ha detto che "oggi è un giorno di festa, perché non tutti i progetti arrivano ai quattro anni di vita con i risultati che ha dato la Rete", che si è trasformata in uno "spazio autorizzato perché dalle comunità si diffonda a tutto il paese e fuori la situazione che si sta vivendo".

Nel suo messaggio, Gómez ha parlato dell'esperienza dei difensori comunitari che "sta contribuendo nei fatti alla costruzione e al rafforzamento dei processi d'autonomia dei popoli indigeni" del Chiapas.

Ha aggiunto che i membri dell'organizzazione sono stati in questi quattro anni "non solo difensori, ma pure virtuali giornalisti comunitari, per cui potremmo ben includere in questo spazio la celebrazione della libertà di stampa".

Però, "dovremmo esser coscienti che insieme alle tante aperture nei media abbiamo incontrato molte porte serrate, perché giorno dopo giorno stiamo vivendo in una situazione in bilico perché ci sono media ai quali interessa diffondere queste notizie, ma ce ne sono molti altri per i quali non esiste la realtà dei popoli e delle comunità indigene".

Il progetto e la pratica dei difensori, ha insistito, "ha mostrato come sia importante questa scelta concreta per la difesa dei diritti collettivi dei popoli, senza abdicare alla difesa dei diritti individuali".

Miguel Angel de Los Santos Cruz, coordinatore giuridico dell'organizzazione - la cui sede è questa città -, ha aggiunto che "coi precedenti governi le violazioni erano rivolte ad un settore, ma adesso, col governo di Pablo Salazar sono rivolte ad altri settori, tra i quali si trovano i difensori" dei diritti umani.

De Los Santos - che è un fondatore dell'organizzazione, composta adesso da 13 equipe di difensori indigeni, che per due anni hanno ricevuto formazione da gruppi di specialisti in diritto - ha segnalato che "i governi non capiscono il ruolo dei difensori dei diritti umani, ci vedono come un fastidio e non sanno che il nostro lavoro continuerà fino a quando continueranno le pratiche autoritarie".

Durante i suoi quattro anni, la Rete dei Difensori Comunitari ha trattato con i governi di Roberto Albores Guillén e con l'attuale, capeggiato da Pablo Salazar Mendiguchía. De Los Santos ha sostenuto che ci sono chiare differenze tra le due amministrazioni; ma, a differenza della precedente, l'attuale si è caratterizzata per aver intrapreso attacchi e campagne di vilipendio contro le organizzazioni che si occupano della difesa dei diritti umani e contro i loro componenti.

Cambiare il concetto di sviluppo

Investigatori e accademici di vari paesi si sono detti d'accordo nella necessità di ripensare e ridefinire il concetto di sviluppo per la regione, durante la chiusura del primo Incontro Internazionale su Sviluppo e Integrazione Regionale nel sud del Messico ed in Centramerica. Molti dei partecipanti hanno avvertito sui pericoli dei megaprogetti come l'Area di Libero Commercio delle Americhe ed il Piano Puebla-Panama (PPP), nella misura in cui ci può essere sviluppo, però non necessariamente sparizione della povertà, dell'emarginazione e dell'esclusione sociale.

Xóchitl Leyva, ricercatrice del Centro d'Investigazioni degli Studi Superiori in Antropologia Sociale, ha spiegato: "non risolveremo il problema della povertà mediante progetti come questi, perché sono necessarie strategie endogene che sorgano dalle parti lese e le coinvolgano".

A mo' di conclusione dell'incontro che è terminato questa sera dopo tre giorni di lavori, Leyva ha detto che "sono presenti due grandi tendenze: una che dice che lo sviluppo deve darsi dall'interno, dalle organizzazioni sociali, tenendo conto dei processi d'autonomia e delle identità etniche, e l'altra che propone un programma come il PPP, dove c'è una politica diretta dai centri dell'imperialismo o dai gruppi che hanno il potere sul mondo", ossia, dagli Stati Uniti.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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