La Jornada - Domenica 7 settembre 2003
L'Esercito ha deciso di consegnare materiale per la costruzione
Liberano i 35 militari trattenuti in Chenalhó

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 6 settembre - I 35 militari che venerdì notte erano stati trattenuti da indigeni tzotziles del municipio di Chenalhó sono stati liberati questa mattina presto dopo un negoziato di varie ore.

La liberazione dei membri dell'Esercito Messicano si è concretizzata dopo che i militari si sono impegnati a consegnare il materiale necessario per sistemare la strada sterrata di comunicazione fra le comunità di Santa Martha e di Saclum, in Chenalhó.

I 35 militari sono stati trattenuti alle 19 del venerdì da mille abitanti di Santa Martha e di Saclum, mentre ritornavano alla loro base dopo pattugliamenti di routine nella zona, dove erano stati individuate piante di marijuana. Tre mesi fa l'Esercito ha distrutto in questa zona 200 piante.

Gli indigeni avevano fatto passare due camion e si erano messi in mezzo alla strada per impedire il passaggio del veicolo che trasportava i soldati, ai quali hanno richiesto il pagamento di 15 mila pesos per sistemare la strada, visto che si è deteriorata per il passaggio delle pesanti unità delle forze armate.

I negoziati tra militari e indigeni sono cominciati alle 22 ore del venerdì, dopo che il capitano Arturo González Rodríguez ha autorizzato un tenente che era a capo del convoglio, a dialogare.

Quasi alle quattro della notte le parti sono arrivate all'accordo che l'Esercito fornirà cemento, ghiaia e sabbia, per un ammontare di 15 mila pesos, per sistemare la strada. Non si è decisa la data per la consegnare del materiale.

Oggi alle 10 negli uffici della Viceprocura per la Giustizia Indigena, con sede in questa città, c'è stata una riunione. Si è informato che la tranquillità è già tornata a Santa Martha e Saclum e che non ci sono stati feriti.

I funzionari hanno detto però che secondo loro la base della protesta degli indigeni non sta nella presunta distruzione della strada, ma nel fatto che vogliono evitare che i militari pattuglino la zona per impedire la distruzione delle piante di droga.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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