La foja coleta
Numero 1150 - Giovedì 7 agosto 2003
Scontro tra normalisti e poliziotti nella Mactumatzá
Gli studenti hanno degli ostaggi per scambiarli con studenti

- Angeles Mariscal -

Tuxtla Gutiérrez, 6 Agosto - Almeno 200 studenti della Scuola Normale Rurale Mactumatzá sono stati arrestati dai poliziotti statali che tentavano di recuperare una ventina di veicoli e varie bombole di gas che volevano bruciare gli alunni che protestavano per esigere l'assegnazione automatica di posti da maestri.

La Procura di Giustizia ha riportato almeno una dozzina di agenti e varie persone ferite, tra cui studenti e genitori che partecipavano alla mobilitazione.

Dallo scorso lunedì centinaia di studenti normalisti hanno iniziato a manifestare per protesta contro la convocazione lanciata dalla Segreteria dell'Educazione dello stato, perché i diplomati di 22 scuole normali che esistono nella regione partecipino ad esami per accedere a 900 posti di maestri.

I membri della Scuola Normale Mactumatzá - formata da studenti di scarse risorse, provenienti quasi tutti dal settore contadino - richiedevano il "passaggio automatico" affinché i suoi diplomati accedano direttamente ai posti disponibili.

Di fronte al rifiuto delle autorità di risolvere in modo positivo le loro richieste, i normalisti "hanno trattenuto" all'interno del centro educativo una dozzina di unità trasporto passeggeri, camionette della CFE, camion che trasportavano bombole di gas, di bibite imbottigliate e camion che portavano mobili. Tutti questi mezzi passavano vicino al centro educativo, ubicato all'uscita ponente della città.

Ieri, mercoledì, nella mattinata, gli studenti hanno posto le bombole di gas alle porte della loro scuola, minacciando di farle esplodere; parallelamente hanno bruciato col benzina una camionetta della CFE.

Intanto una dozzina di normalisti è salita su uno dei bus trasporto passeggeri e tentava di arrivare al municipio vicino di Venustiano Carranza per "chiedere rinforzi" ai contadini di lì, ma l'autobus è stato intercettato da agenti della Procura di Giustizia, che li hanno fermati e sono portati via.

Minuti dopo quasi 300 elementi della Polizia Settoriale si è dispiegata intorno al centro educativo, con l'intenzione di "riscattare" i veicoli che erano nel parcheggio.

Quando gli studenti hanno tentato bruciare un'altra delle unità sequestrate e minacciato di far saltare le bombole di gas - mentre lanciavano pietre ed altri oggetti -, i poliziotti hanno lanciato i gas lacrimogeni.

Per più di due ore si sono sentiti alcuni spari di arma da fuoco mentre alcuni degli studenti che riuscivano ad uscire, venivano arrestati dai corpi di polizia.

Sette poliziotti che sono entrati al centro educativo sono stati presi dagli studenti, che volevano scambiarli con i loro compagni arrestati.

Secondo fonti del governo statale, gli studenti hanno chiamato la Segreteria di Governo per chiedere una "commissione per i negoziati" e la Procura di Giustizia ha riportato che "durante i tentativi per il recupero dei veicoli (...) i corpi di sicurezza sono stati ricevuti con una pioggia di pietre, bombe molotov e spari d'armi da fuoco, per cui poliziotti e civili sono stati feriti".

La dipendenza ha spiegato che al momento ci sono una dozzina di poliziotti feriti, così come circa cinque studenti e tre genitori che partecipavano alla mobilitazione.

Un rapporto preliminare afferma che sono stati arrestati 206 studenti e le prime 12 persone arrestate, che sono state quelle che stavano andando a Venustiano Carranza, sono state messe a disposizione del Ministero Pubblico accusate del reato di sequestro di veicolo.


E d i t o r i a l e
NULLAOSTA PER APPLICARE LA LEGGE

7 Agosto - Studenti di Mactumatzá hanno bloccato le strade di Tuxtla Gutiérrez ed hanno "trattenuto" veicoli ufficiali e privati. Però il Consiglio Statale Imprenditoriale si riunisce "e decide" se procedere affinché il governo applichi la legge.

La radio ufficiale statale ha dedicato ieri tutto il suo tempo ed ogni programma a "giustificare" la possibile applicazione della legge contro gli studenti che stanno eccedendo nelle pressioni perché vengano loro concessi i posti da insegnante.

Stiamo retrocedendo ai tempi in che era necessario l'assenso "del popolo" per "trasgredire" l'autonomia dell'UNAM o per assassinare studenti in Tlatelolco. Le giustificazioni sono risultate nefaste, non hanno potuto legittimare gli eccessi dell'Esercito, né nascondere i morti, né consolare i genitori, i familiari né la società in generale. La storia non perdona!

Quei pessimi antecedenti ritornano. Se c'è legittimità non serve la "opinione" delle Canaco, Canacintra, Coparmex, per riscattare i 17 autobus "trattenuti", più i tre veicoli della Commissione Federale di Elettricità "sequestrati", uno dei quali incenerito.

Se gli impresari devono riunirsi per accordare l'applicazione dello "stato di diritto", si dimostra con evidenza che c'è insicurezza ufficiale, che solo con l'autorizzazione degli impresari si può applicare la legge e, allora, le conseguenze si possono condividere. Se come risultato appaiono dei morti o altre disgrazie, si potrà argomentare che c'è stata richiesta di parte.

No. Lo stato di diritto è un bene comune che garantisce lo stato. È suo obbligo conservarlo e farlo rispettare, indipendentemente dal fatto che siano o no d'accordo i trasportatori o altri impresari. È facoltà esclusiva dell'autorità mantenere l'ordine, il quadro e non spetta al popolo; è per la sua integrità.

Preoccupa l'ingerenza degli impresari nella decisione sovrana dell'autorità. Questa giammai si deve assoggettare a condizioni estranee alla legge.


Direttrice: CONCEPCIÓN VILLAFUERTE
Editore: Amado Avendaño Figueroa
Collaboratori: Carlos Herrera, Heriberto Velasco, Manuel Martínez López
Uffici: Calle Venustiano Carranza#26, Barrio de San Diego, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
Telefono (967) 678-90-62
E-mail: lafojacoleta@yahoo.com.mx - Pagina web: www.lafoja.com



(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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