La Jornada - Mercoledì 7 maggio 2003

Inizia l'incontro emisferico contro la militarizzazione

Bush confonde potere castrense con l'aver ragione: Montemayor

Gruppi argentini contro il desiderio "annessionista" degli USA

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 6 maggio - Con appelli ad unire le forze per creare un grande movimento in America Latina contro l'imperialismo ed il neoliberismo, "che ogni giorno estende il suo potere in tutto il mondo", più di 600 persone di 26 paesi hanno partecipato qui all'inizio del primo Incontro Emisferico di fronte alla Militarizzazione.

Aprendo con una conferenza informativa i lavori che si concluderanno venerdì, lo scrittore messicano Carlos Montemayor ha affermato: "Ai nostri giorni e nel nostro tempo c'è il nostro impegno. Ciascuna generazione deve conquistarsi la sua dignità, la sua pace. La dignità e la lotta dei nostri nonni e dei nostri antenati, di coloro che hanno fatto rivoluzioni o le hanno terminate, non le ereditiamo automaticamente".

Fare coscienza, tra le mete

L'argentino Juan Domingo Roque, del Movimento per la Pace, la Sovranità e la Solidarietà tra i Popoli e del Giubileo Sud - presieduto da Adolfo Pérez Esquivel, premio Nobel della Pace che mercoledì sarà presente all'incontro -, ha esposto l'idea che le organizzazioni sociali propongono a questa riunione, cioè di lavorare perché i popoli prendano coscienza di ciò che significa la militarizzazione nel continente.

"L'idea che manifestiamo espressamente è di darci un compito nel medio periodo di portare e trasmettere alla gente ed ai mezzi di comunicazione ciò che avviene", informando che si proporrà che questa riunione si realizzi una volta all'anno, come si fa col forum contro l'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) ed altri. Secondo Domingo Roque, "non si può capire la militarizzazione se non la si vincola col tentativo di annessione dei popoli e dei paesi al sistema di libero commercio delle Americhe, e senza comprendere il fenomeno dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC)".

María Luiza Mendoça, della organizzazione brasiliana Grido degli Esclusi/e, ha detto: "La lotta è contro il capitale finanziario ed i suoi interessi insaziabili, contro la violenza, il machismo, la manipolazione politica, l'ALCA e le politiche della OMC, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale".

Nella sua dissertazione sulla militarizzazione e sull'egemonia degli Stati Uniti, Montemayor ha affermato che la guerra "non è uno strumento o un cannone che arriva sparando o la forza aerea che arriva bombardando, ma ha un linguaggio, un tempo, uno studio e una facciata antropologica, scientifica ed economica". Pertanto, capire la militarizzazione ora "implicherebbe conoscere questo tempo storico" di preparazione tecnica della guerra. Inoltre, il linguaggio non è "vengo a distruggere", ma "vengo a dare democrazia, a salvare, a togliere tiranni, a civilizzare, a difendere, vengo per la volontà di Dio". Ha sottolineato che attualmente il governo degli Stati Uniti, capeggiato da George W. Bush, "sta confondendo gravemente il loro potere militare con l'avere ragione". Secondo Montemayor, "è evidente" che le invasioni territoriali, come quelle di Panama, Afganistan e adesso dell'Iraq, durano settimane, però i tempi dell'occupazione tardano mesi o anni, convertendosi in guerre civili costanti ed occupazioni permanenti. Si è riferito pure alla mobilitazione mondiale dello scorsoi febbraio contro la guerra in Iraq. "Il 15 di febbraio ha dimostrato qualcosa d'inedito nel mondo: possiamo soltanto agire quando la vita ci riempie, quando siamo vivi, così la storia della guerra non possiamo intenderla solo come una accumulazione".

In una conferenza stampa posteriore ai discorsi, l'ecuadoriana Esperanza Martínez ha affermato che "non c'è pace dove c'è petrolio", dato che qualsiasi giustificazione serve per averlo. Ha denunciato il rischio che corre il Chiapas, "se in realtà in queste terre esiste la quantità di greggio che alcuni dicono".

A sua volta, Ana Esther Ceceña ha detto che dove c'è, la militarizzazione impedisce che ci sia pace imponendo la forza. "Se vogliamo pace dobbiamo costruire spazi politici".

Gli organizzatori hanno detto che fino ad oggi si erano registrati 623 partecipanti provenienti da: Canada, Stati Uniti, Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Brasile, Bolivia, Perù, Colombia, Argentina, Cuba, Ecuador, Repubblica Dominicana, Haiti, Italia, Inghilterra, Spagna, Francia, Filippine, Palestina, Nigeria, Svezia e Messico.

L'incontro di San Cristóbal de Las Casas è stato organizzato dalle organizzazioni Grido dei Esclusi/e, Non Violenza Internazionale, Giubileo Sud Americhe, Rete Chiapaneca di Fronte al Neoliberismo e Convergenza dei Movimenti dei Popoli delle Americhe.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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