La Jornada - Lunedì 5 maggio 2003
Accusano governo e priisti per le aggressioni
Minacciano gli zapatisti perché avallino le opere stradali


HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

Municipio Autonomo Olga Isabel, Chis. 4 maggio - Il consiglio autonomo ha denunciato la costruzione "con la forza" di un tratto di strada dal paese di Chilón a Tzo'oljá, fino a Majasil, che passa per terre "che competono al municipio autonomo". Le autorità del governo "ed i contadini controllati da loro si sono decisi per la forza, senza rispettare il rifiuto del nostro municipio".

La notte del 31 aprile, "hanno sparato in aria e dicono che se i compagni si avvicinano li uccideranno".

Da due giorni le basi d'appoggio dell'EZLN sono in presidio a Tzo'oljá. Chiedono che si ritirino i macchinari, però la gente del governo "continua a lavorare imponendosi con la forza, con l'appoggio dei priisti e delle armi".

I pattugliamenti di polizia sono costanti in varie comunità autonome.

I macchinari sono arrivati a Tzo'oljá il primo d'aprile. L'opera è iniziata il due. Immediatamente le autorità autonome si sono opposte, perché la strada "passa per i terreni dei nostri compagni e distruggerà case e la scuola autonoma". Nessuno ha fatto caso a loro. "Il governo di Chilón usa più di 90 priisti per controllare i macchinari che stanno lavorando dentro alle nostre terre".

Le aggressioni subite dalle basi d'appoggio dell'EZLN questa settimana fanno denunciare al portavoce del consiglio di Olga Isabel: "L'idea è quella di distruggere il nostro municipio autonomo. Sono i priisti, con l'appoggio del municipio di Chilón". Ed enumera gli antecedenti immediati:

"Il 30 aprile un gruppo di sconosciuti è arrivato fino alla casa di un compagno in Tzo'oljá e l'ha circondata in modo molto strano. La gente se n'è resa conto e gli sconosciuti hanno dovuto scappare. Non sappiamo se volevano sequestrarlo o assassinarlo.

Il primo maggio i priisti hanno incendiato un ettaro di coltivazione a caffè in Xixintonal, proprietà di un altro compagno. Lo stesso giorno hanno distrutto il serbatoio d'acqua nei campi di proprietà di Olga Isabel. Da giorni quelle persone ci minacciano di morte, di bruciare le nostre case ed i veicoli.

Di tutto ciò sappiamo che la responsabilità è di persone ben identificate", dice il portavoce, circondato da altri membri del consiglio e da alcuni bambini. Cinque passi dietro di lui c'è tutta la gente del villaggio sede omonima del municipio ribelle Olga Isabel.

Prosegue: "Questi fatti hanno alla testa Manuel Aguilar Gómez. Si pensa che sia maestro (della SEP) della zona 101 in Bachajón, però in realtà si dedica ad attaccarci. E anche Manuel Jiménez Navarro, dirigente della Coordinamento Nazionale dei Popoli Indios, con Guadalupe Jiménez Sánchez, José Jiménez Navarro e Sebastián Aguilar Moreno. Tutti appoggiati da dirigenti priisti e dal presidente municipale di Chilón" (perredista).

Poi mi consegna una copia della lettera mandata dai sette municipi autonomi di questa regione al presidente municipale di Chilón.

In questa lettera si denuncia che i poliziotti "picchiano la gente selvaggiamente".

E si specifica: "Il 25 aprile è stato arrestato il compagno Mariano Espinosa Jiménez dai poliziotti municipali nel centro di Chilón. Un agente gli ha domandato se era zapatista, se stava nella resistenza, se era membro del municipio autonomo, se ci sono autorità. A tutte queste domande lui ha risposto 'sì'.

Il compagno è stato fermato per due ore nel comando municipale. È stato colpito con manganelli e preso a calci, gli hanno rotto la camicia e poi l'hanno liberato. L'hanno interrogato un'altra volta con le stesse domande ed ha sentito che anche altri delle autorità autonome sono ricercati"... , così i consigli autonomi (17 de Noviembre, Ernesto Che Guevara, Primero de Enero, Vicente Guerrero, Lucio Cabañas, Miguel Hidalgo e Olga Isabel) denunciano l'autorità "costituzionale" di Chilón, Andrés Hernández Méndez.

Il 27 aprile, alle 19, è stato arrestato Martín Espinosa Jiménez, "mentre ritornava a casa sua con due accompagnatori. I tre sono stati picchiati e presi a calci dalla polizia municipale. Sono feriti".

I sette municipi in ribellione esigono "rispetto per il nostro territorio autonomo e per i nostri compagni e l'applicazione della giustizia ai poliziotti municipali responsabili di arrestare e picchiare senza motivo i nostri compagni".

Domandano: "Chi può garantire che questa strada serva alle comunità ed al loro sviluppo, mentre sono passati molti anni e nessuno hanno portato fuori dalla povertà il popolo? Chi ci garantisce che questa strada non servirà per rubare e affinché blindati e carri militari passino quando vorranno farla finita col villaggio, con donne, bambini e anziani che lottano per difendersi e per difendere le loro terre?".

Ribadiscono che non permetteranno la costruzione della strada. "Non c'è accordo", dicono.

"Chiediamo rispetto per la costruzione dell'autonomia e rispetto degli accordi di San Andrés, che riconoscono i nostri diritti e la cultura indigena. No alla distruzione con i macchinari della dignità dei nostri popoli e della madre Terra".

Gli autonomi affermano che responsabilità sarà dei "signori governanti", se a causa di quella strada "ci saranno scontri tra fratelli indigeni, visto che con la forza delle macchine e dei contadini che hanno venduto la loro dignità e sono armati, e sparano e si scontrano con il nostro municipio autonomo".

Il governo dello stato ha informato il 2 che "presunti miliziani dell'EZLN hanno causato distruzioni nella comunità di Tzo'oljá, dove hanno preso fuoco due macchine movimento terra ed un camion, per non permettere la costruzione di una strada". La versione ufficiale afferma che l'opera "era stato autorizzata dalle autorità municipali e statali", e nonostante ciò "si è generato disordine causato da presunti miliziani dell'EZLN". La Segreteria di Governo ha annunciato che una commissione, diretta dal sottosegretario della Zona Selva, Carlos Pinto Alcalá, si è recata sul luogo.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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