La Jornada 5 febbraio 2003

Alemán invita Marcos a Veracruz

GUADALUPE LOPEZ - Corrispondente

Jalapa, Ver., 4 febbraio - Il subcomandante Marcos dovrebbe investigare sulla morte dei 36 bambini nell'Ospedale Regionale di Comitán, Chiapas, invece di parlare della situazione in Veracruz, dove a suo modo di vedere, prevalgono la repressione e la corruzione, tra altre irregolarità. Questo ha dichiarato il governatore Miguel Alemán Velasco in risposta al comunicato del leader guerrigliero pubblicata martedì da La Jornada.

Intervistato in questa capitale, dove ha inaugurato delle opere municipali, il governatore di Veracruz ha respinto le conclusioni del subcomandante dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) circa la situazione dello Stato e lo ha invitato ad una visita "affinché possa conoscerla". Alemán Velasco ha aggiunto che "è risaputo" che Veracruz "ha molte carenze" ed "è in arretrato nello sviluppo" al punto che il suo governo vuole "dare un'opportunità per l'istruzione e per la salute a tutti i cittadini di Veracruz e vuole che le città possano avere i servizi migliori".

Alla domanda sulla veridicità delle dichiarazioni del subcomandante Marcos, Alemán Velasco ha risposto: "quel signore pretende di sapere tutto senza uscire da lì (Chiapas) e credo che non sia aggiornato su quanto sta avvenendo in Veracruz. Inoltre, se verrà, mi piacerebbe molto che visitasse lo Stato".


Risposta di Armando Bartra al comunicato di Marcos

Stimata Carmen:

Nel testo pubblicato martedì 4 febbraio in questo giornale, il subcomandante Marcos distorce le mie parole per indicarmi come apologeta del PRD. Si riferisce all'articolo "Nel decimo anno: un bilancio" in cui ho scritto: "... è necessario lavorare dal basso ma anche in alto... attraverso i movimenti sociali ed i partiti politici, mettendo in discussione il potere ed esercitandolo dentro e fuori del governo, chiedendo riforme legali e legiferando, resistendo e proponendo".

Se Marcos non è d'accordo con questo, che lo dica, ma che non travisi le mie parole accusandomi di vedere "nel PRD... la faccia del PT", cosa che non ho scritto e neppure penso.

Invece, mi piacerebbe confrontare con altri la mia visione autocritica, non delle "iniziative zapatiste" ma delle numerose campagne indette dall'EZLN, a cui in molti abbiamo partecipato, perché non vedo altro modo di trovare un cammino verso la pace in Chiapas ed il riconoscimento dei diritti dei popoli indios. Ma questo dibattito Marcos non lo capisce: "Non mi tratterrò dal criticare l'analisi frivola e superficiale delle iniziative zapatiste".

Peccato.

Armando Bartra


Lettera di Cuauhtémoc Cárdenas alla comandancia dell'EZLN

Città del Messico, 4 febbraio 2003

Ai membri del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Nel comunicato del portavoce di questa Comandancia, pubblicato dal quotidiano La Jornada del 4 febbraio, si afferma che io avrei indicato ai senatori del Partito della Rivoluzione Democratica di votare per la controriforma indigena.

Pare che la comunicazione che ho indirizzato lo scorso 7 gennaio al comandante Tacho, attraverso lo stesso quotidiano La Jornada, non sia giunta al destinatario oppure quest'ultimo non l'ha portata a conoscenza del portavoce di questa Comandancia.

Mi preoccupa che un movimento sociale come l'EZLN, con cui si può essere d'accordo o meno, ma che si era distinto per essersi comportato con verità, con la sua verità, cada e almeno in questo caso ricada - voglio pensare coscientemente - nella menzogna. Le ragioni? Speriamo si arrivi a conoscere una risposta.

Vorrei chiedervi di domandare al vostro portavoce di far sapere da dove ha avuto informazioni tanto dettagliate sulla mia presunta indicazione ai senatori membri del PRD - con chi ha parlato, dove e quando? -. Non voglio pensare che si tratti di una menzogna che pur sapendo che lo è, la si voglia far diventare verità a forza di ripeterla.

Ribadisco quanto espresso nella mia comunicazione del 7 gennaio: mantengo la mia convinzione e la mia disponibilità per contribuire, nella misura delle mie possibilità e capacità, al raggiungimento di una soluzione di pace con giustizia e dignità nel conflitto in atto in Chiapas e nel paese intero dalla sollevazione del primo gennaio 1994.

Cuauhtémoc Cárdenas


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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