il manifesto del 4 febbraio 2003

MESSICO

I contadini protestano contro il presidente Fox, il Nafta e gli Stati Uniti

Vicente Fox ha tempo fino a mercoledì per rispondere alla richiesta avanzata dai contadini messicani di rivedere il trattato Nafta sul capitolo dell'eliminazione dei dazi all'agricoltura.

Infatti, il Messico si trova in una situazione di netto svantaggio nei confronti degli altri due partner - Stati Uniti e Canada - e la bilancia commerciale ha già registrato un saldo negativo proprio sul capitolo dei prodotti agricoli.

Centomila campesinos, alla fine della scorsa settimana, hanno invaso lo Zocalo (il centro) della capitale, provenienti da tutto il paese, chiedendo che venga riservato loro lo stesso trattamento riconosciuto ai produttori statunitensi. Ai quali il governo Usa, anche quest'anno, ha rinnovato i sussidi.

Mentre i campesinos - che sono in parte indigeni - sono la parte povera della popolazione e, secondo i calcoli della stessa Banca mondiale, il 13,5% di loro vive al di sotto della soglia della povertà. Ovvero con un salario medio giornaliero che si avvicina ad un dollaro al giorno.

Il trattato Nafta, contro il quale nel 1994 si sono sollevati gli zapatisti, è entrato a pieno regime all'inizio di gennaio e da questa data in poi è stata decretata la fine degli aiuti (pari al 21% delle vendite) che il governo messicano garantiva ai contadini.

Secondo gli accordi stabiliti nell'ambito dell'Uruguay round, il negoziato che ha preceduto la nascita del Wto.

Tra l'Europa e il Messico è stato già raggiunto un accordo preliminare per eliminare tutti i sussidi, mentre gli Stati Uniti proseguono sulla linea dell'intransigenza e del protezionismo.

Washington ha intimato al presidente Vicente Fox di non tenere conto delle proteste e di non mettere in discussione per nessuna ragione le clausole del trattato.

"Altrimenti", così si espresso l'ambasciatore Usa, Antonio Garza "si dovranno rivedere tutti gli accordi bilaterali".



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