La Jornada 4 febbraio 2003

VETERANI DEGLI STATI UNITI CHIEDONO AI SOLDATI DI NON ATTACCARE L'IRAK

Lanciano un appello per la pace e ricordano che

"nella Guerra del Golfo abbiamo ammazzato migliaia di persone, compresi civili"

Questo testo, pubblicato su "La Jornada" (un quotidiano di Città del Messico) di martedì 4 febbraio, è un appello. Più di 400 veterani dell'esercito degli Stati uniti, reduci da varie guerre fra le quali: la seconda guerra mondiale, quella di Corea e Vietnam e quella del Golfo, hanno lanciato un appello ai soldati in servizio chiedendo loro di domandarsi perché li si invia in un'offensiva contro l'Irak e di valutare le conseguenze che le loro azioni avranno sull'umanità. Chiedono insomma ai soldati di prendere una decisione in coscienza. È un testo che colpisce, per la passione che esprime, e rende l'idea del clima nel quale, negli Usa, si sta andando verso la guerra all'Iraq.

Siamo veterani delle forze armate degli Stati uniti. Stiamo con la maggioranza dell'umanità - inclusi milioni nel nostro stesso paese - che si oppone a che gli Stati Uniti scatenino una guerra implacabile in Iraq. Abbiamo visto molte guerre, abbiamo molte e diverse idee politiche ma tutti siamo d'accordo sul fatto che questa guerra è un male.

Molti di noi credevano che servire nell'esercito fosse il nostro dovere e che il nostro lavoro fosse difendere questo paese. Le nostre esperienze nell'esercito hanno fatto sì che mettessimo in discussione molto di quello che ci avevano insegnato. Ora crediamo che il nostro autentico dovere sia incoraggiare voi, come membri delle forze armate, a comprendere perché vi stanno mandando a lottare e morire, e quali conseguenze avranno le vostre azioni sull'umanità.

Invitiamo voi, militari attivi e della riserva, ad ascoltare la vostra coscienza e a fare ciò che è giusto.

Durante la scorsa Guerra del Golfo a noi truppe fu ordinato di assassinare da una distanza sicura. Abbiamo distrutto molto dell'Iraq dal cielo, uccidendo migliaia di persone, compresi i civili. Ricordiamo la strada verso Bassora - la Via della Morte - dove ci fu ordinato di uccidere gli iracheni che fuggivano. Schiacciammo con i bulldozer le loro trincee, seppellendo persone vive.

L'uso dell'uranio impoverito lasciò radioattivi i campi di battaglia. L'uso massiccio di pesticidi, droghe sperimentali, l'incendio di depositi di armi chimiche e gli incendi nei pozzi petroliferi si fusero in un cocktail tossico che oggi colpisce tanto il popolo iracheno quando i veterani della Guerra del Golfo. Uno ogni quattro veterani è disabile.

Durante la guerra nel Vietnam ci fu ordinato di distruggere tutto dal cielo e dalla terra. A My Lai uccidemmo più di cinquecento donne, bambini e anziani. Usammo l'Agente Orange contro il nemico e sperimentammo i suoi effetti nella nostra stessa carne. Sappiamo come si individua, si sente e che sapore ha la sindrome da stress post-traumatico, perché i fantasmi di più di 2 milioni di uomini, donne e bambini ci perseguita ancora nei sogni.

Tra noi sono più quelli morti per loro propria mano dopo essere tornati a casa che quelli che sono morti in battaglia.

Se voi scegliete di partecipare all'invasione dell'Iraq sarete parte di un esercito di occupazione. Sapete che significa vedere gli occhi di un popolo che vi detesta fino al midollo? Dovete pensare a quale sia davvero la vostra "missione". Se vi si sta mandando a invadere e occupare un popolo che, come te come me, sta solo cercando di vivere la sua vita e di fare i suoi figli.

Questa gente non è una minaccia per gli Stati uniti, anche se hanno un brutale dittatore come leader. Chi, negli Stati uniti, può dire al popolo iracheno come deve essere governato il suo paese, quando molti negli Usa non credono neppure che il loro presidente sia stato eletto legalmente?

Saddam è accusato per aver usato gas velenosi contro il suo stesso popolo e per cercare di sviluppare armi di distruzione di massa. Eppure, quando Saddam ha commesso i suoi peggiori crimini godeva dell'appoggio degli Stati Uniti, che gli fornirono pure i mezzi per produrre armi chimiche e biologiche.

Mettete a confronto questo con gli orrendi risultati delle sanzioni economiche promosse dagli Stati Uniti. Più di un milione di iracheni, principalmente neonati e bambini, sono morti a causa di queste sanzioni. Dopo aver distrutto totalmente le infrastrutture del paese, inclusi gli ospedali, le centrali elettriche, gli acquedotti, gli Stati Uniti - con le sanzioni - hanno reso impossibile l'importazione di beni, medicine, pezzi di ricambio e sostanze chimiche necessari alla ricostruzione.

Non esiste onore nell'assassinio, e questa guerra è un assassinio con un altro nome.

Quando in una guerra ingiusta una bomba vagante uccide una madre con il suo bambino, questo non è un "danno collaterale": è un assassinio.

Quando in una guerra ingiusta un bambino muore di dissenteria perché una bomba ha danneggiato l'impianto di trattamento delle acque reflue, non si sta "distruggendo l'infrastruttura nemica": è un assassinio.

Quando in una guerra ingiusta un padre di famiglia muore per attacco cardiaco perché una bomba ha distrutto le linee telefoniche e non si è potuta chiamare un'ambulanza, questo non è "neutralizzare le installazioni di comando e controllo": è un assassinio.

Quando in una guerra ingiusta muoiono in una trincea mille contadini poveri che servivano come coscritti per difendere il paese nel quale avevano passato tutta la loro vita, non è una vittoria: è un assassinio.

Ci saranno dei veterani in prima fila nelle proteste contro questa guerra in Iraq e contro la vostra partecipazione. Durante la guerra del Vietnam migliaia, tanto in Vietnam che negli Stati Uniti, si rifiutarono di obbedire agli ordini. Molti sono diventati obiettori di coscienza ed altri hanno preferito andare in prigione piuttosto che prendere le armi contro il presunto nemico.

Durante la scorsa Guerra del Golfo, molti soldati hanno resistito in diversi modi e per molte ragioni differenti. Molti di noi sono tornati da queste guerre e si sono uniti al movimento contro la guerra.

Se mai un giorno la popolazione della terra sarà libera, questo avverrà quando essere cittadino del mondo avrà la precedenza sull'essere soldato di una nazione. Ora è questo il momento. Quando arriva l'ordine di partire, la vostra risposta avrà un profondo effetto sulla vita di milioni di persone in Medio Oriente e qui a casa nostra. La vostra risposta determinerà il corso del nostro futuro.

Voi dovrete fare delle scelte, lungo il cammino. I vostri comandanti vogliono che obbediate. Noi vi invitiamo a pensare, a prendere decisioni in base della vostra coscienza. Se sceglierete di resistere, vi appoggeremo e rimarremo al vostro fianco, perché siamo riusciti a capire che il nostro autentico dovere è verso la gente del mondo e il nostro comune futuro.

http://www.carta.org/editoriali/index.htm



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