La Jornada - Sabato 3 maggio 2003

Il governo federale non può aspettare passivamente che ci sia un'aggressione

Senatori chiedono a Fox di condannare qualsiasi minaccia d'invasione di Cuba

Messico pure a rischio, dato che è ubicato nello stesso spazio geopolitico

ANDREA BECERRIL

Senatori dei Partiti Rivoluzionario Istituzionale (PRI) e della Rivoluzione Democratica (PRD) hanno fatto appello al presidente Vicente Fox Quesada affiché condanni subito qualsiasi tentativo di aggressione contro Cuba. "Il governo federale ed il suo cancelliere non possono aspettare passivamente che gli Stati Uniti invadano l'isola per agire", ha detto Dulce María Sauri, mentre Humberto Roque Villanueva ha sottolineato che i principi costituzionali di politica estera devono prevalere.

Il perredista Jesús Ortega Martínez ha dichiarato che sarebbe "un errore storico imperdonabile che l'attuale governo facesse prevalere la sua avversione verso il governo di Fidel Castro Ruz, sul rischio di un intervento armato che sta affrontando questa nazione".

La senatrice priista Sauri Riancho ha detto che dopo l'invasione dell'Iraq, non ci va molta immaginazione per prevedere altri intenti militari statunitensi, e per questa ragione "il governo federale in nessun modo deve tapparsi le orecchie di fronte ai messaggi di allerta di Fidel Castro, dato che sia in Miami come in Washington si discute su quando sarà l'intervento contro Cuba".

La ex dirigente nazionale del PRI ha detto che è preoccupante uno scenario di questa natura e Fox Quesada ed il cancelliere Luis Ernesto Derbez dovrebbero preoccuparsi e impegnarsi nella ricerca della pace. "Devono vedere con tutta serietà ciò che Messico può fare nei mesi che gli restano nel Consiglio di Sicurezza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) per gestire una proposta" che possa curare la stessa ONU da "questa grave infermità che accusa dallo scorso mese di marzo, quando si sono vulnerate le sue capacità".

Sauri ha insistito che "Messico può essere fattore importante per recuperare il ruolo dell'ONU all'interno della comunità internazionale, perché al di fuori delle Nazioni Unite ciò che impera è la legge della giungla, del più forte e questo non conviene a nessuna nazione".

Non è possibile, ha sottolineato, "aspettare passivamente che Cuba sia aggredita per reagire, c'è da alzare la voce adesso e non solo per i legami di affetto e amicizia che ci uniscono con i cubani, ma per la nostra propria sicurezza, dato che si tratta di un paese ubicato nello stesso spazio geopolitico".

Anche il senatore del PRI, Humberto Roque Villanueva ha ricordato che il Messico si è guadagnato riconoscimenti nell'ambito internazionale per le sue posizioni a favore dell'autodeterminazione dei popoli, il non intervento e la soluzione pacifica dei conflitti, le stesse posizioni che deve ora tenere nel caso di Cuba.

Sul tema, il coordinatore dei senatori del PRD, Jesús Ortega, ha fatto notare che né il governo foxista né nessuno in Messico deve scartare come una battuta la pretesa del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, di organizzare un'altra invasione, questa volta contro Cuba, dato l'atteggiamento egemonico di Washington. "È sempre stato presente questo rischio, però ora più che mai, visto che coloro che dominano alla Casa Bianca sono animati da puro spirito bellicista".

Su questo "non possono passar sopra Fox ed il cancelliere Derbez", che dovrebbero esprimere una condanna pubblica di qualsiasi intenzione di attaccare Cuba, e nello stesso senso dovrebbero agire le altre nazioni dell'America Latina. "Un gran fronte latinoamericano può arrestare l'impero nei suoi affanni bellicisti".

Il senatore Ortega ha ribadito che sarebbe un grande errore storico se Fox facesse prevalere le sue liti e la sua avversione contro il governo di Fidel Castro passando sopra al rischio che Cuba possa essere attaccata e ferita. "Gli Stati Uniti, che da 40 anni mantengono un blocco economico illegale contro il popolo cubano, pretendono adesso di commettere un'altra illegalità e bisogna opporsi fermamente a questo".

Non solo è indispensabile la difesa di Cuba per ragioni di giustizia e solidarietà; "se il governo messicano si allineasse al capriccio degli Stati Uniti, perderemmo sovranità e capacità di difesa". Sauri ha ribadito ancora: "Se lasciamo che si aggredisca Cuba, dopo seguirebbero altre nazioni ed il Messico non è escluso da questo rischio".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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