Messico
Il massacro del '68 fu ordinato dal governo, documenti lo dimostrerebbero
Oggi la marcia commemorativa

Città del Messico - 2 ottobre 2003 ore 9:35 - Il 2 ottobre di trentacinque anni fa, più di 360 tiratori scelti hanno sparato, su ordine del governo, contro i manifestanti, contrariamente a quanto era stato affermato finora, provocando un massacro che rimane impresso nella memoria dei messicani. A rivelarlo è un documento segreto del governo in mano all'Associated Press.

I responsabili governativi dell'epoca avevano affermato che dissidenti armati avevano provocato lo scontro mortale sparando sui poliziotti il 2 ottobre 1968, dieci giorni prima dell'inizio dei giochi olimpici del Messico. La sparatoria era avvenuta nel corso di una manifestazione studentesca contro la mancanza di democrazia nel Paese, nella Piazza delle Tre Culture, quartiere di Tlatelolco di Città del Messico. Il numero dei morti fu stimato in centinaia. 250 secondo la Cia, 500 secondo i giornalisti.

"Hanno sparato su una folla inerme", disse la giornalista Oriana Fallaci che era presente e fu anche ferita negli scontri. Morirono uomini, donne e bambini: molti dei cadaveri non furono mai ritrovati.

Un massacro voluto dal governo

Mentre i messicani organizzano oggi la marcia annuale per ricordare il massacro, prove sempre più importanti sembrano mostrare che, come dicevano gli studenti allora, il governo aveva ordinato il massacro.

Un'inchiesta difficile

La Corte suprema messicana ha ordinato al ministero della giustizia di indagare sulle responsabilità del governo dell'epoca nel massacro, ma l'inchiesta condotta da un procuratore speciale non è andata lontano, perché i responsabili di allora non hanno voluto testimoniare.

Ex presidente Echeverria sotto accusa

Tuttavia, sono stati scovati documenti inediti che contengono nomi di poliziotti e un numero di tiratori e ciò potrebbe dare nuova vita all'inchiesta. Negli archivi governativi recentemente resi pubblici, i ricercatori affermano che ci sono prove che alti responsabili, tra i quali il segretario di Stato al ministero dell'interno dell'epoca, Luis Echeverria, ne sapevano molto più di quel che hanno voluto dire. Echeverria è poi diventato presidente del Messico nel 1970.

Le prove

Alcuni tiratori scelti, avrebbero fatto fuoco sulla piazza da un appartamento della cognata di Echeverria, secondo i documenti ottenuti dall'Associated Press. Echeverria ha smentito nel passato qualsiasi implicazione diretta nel massacro, ma ha rifiutato, come i suoi assistenti, di rispondere alle domande dell'Ap.

[da www.rainews24.it]



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