La Jornada - Martedì 2 settembre 2003
"Sono i 15 minuti più lunghi della storia"
A 7 anni dalla rottura del dialogo in Chiapas, non ci sono le condizioni per riallacciarlo

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 1° settembre - Segnati dall'inizio di una nuova tappa di lotta politica da parte dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), questo 2 settembre si compiono sette anni dalla sospensione del dialogo con il governo federale.

Il poeta Juan Bañuelos, il vescovo Felipe Arizmendi Esquivel e l'avvocato Miguel de Los Santos coincidono nelle interviste avvenute separatamente sul fatto che non esistono condizioni affinché, nel breve periodo, si riallaccino i negoziati sospesi il 2 settembre del 1996 dall'EZLN, a causa dell'inadempienza degli accordi di San Andrés. Bañuelos afferma che "in questi sette anni si è persa l'opportunità di giungere alla pace ed è aumentata la repressione". Arizmendi Esquivel sostiene che "si sono perse la fiducia e la capacità di ascoltarci mutuamente". E De Los Santos, afferma: "Il costo politico lo ha pagato il governo, che continua con la politica di simulazione e di non rispetto degli accordi di San Andrés".

Il presidente Vicente Fox, dice Bañuelos, "è stato un fallimento in tutto, i (suoi) 15 minuti si sono trasformati in 500 anni di schiacciamento dei diritti degli indigeni". Membro della Commissione Nazionale di Intermediazione (Conai) fino al 7 giugno 1998 quando si è dissolta, Bañuelos aggiunge che con le giunte del Buon Governo, l'EZLN "tenta una ricomposizione della società contro al sistema dei partiti, che oggi non rispondono ai cittadini; lo abbiamo già visto con l'enorme astensionismo" nelle elezioni del passato 6 luglio.

A sua volta, il vescovo Arizmendi Esquivel pensa che la creazione dei caracoles e delle giunte del Buon Governo zapatiste indicano un allontanamento dal cammino della ripresa del dialogo. "Guardo positivamente al fatto che è una decisione politica, non militare, però non va verso il dialogo, al contrario, è un serrarsi in se stessi nella loro autonomia". Manifesta che anche se le Giunte del Buon Governo "possano essere positive sotto molti aspetti, devono essere fatte di comune accordo, anche perché possano ricadere dentro la legge e siano accettate da tutti e non generino conflitti, ma anzi siano un avanzamento verso la giustizia, la democrazia e la libertà".

Da parte sua, l'avvocato De Los Santos, consigliere giuridico della Rete dei Difensori Comunitari dei Diritti Umani, afferma che mentre il governo "paga il costo politico" per la mancanza di negoziati e per i "15 minuti più lunghi della storia", l'EZLN è concentrato "nel rafforzamento delle loro istituzioni interne, che riflettano tutto il lavoro che stanno continuando a sviluppare all'interno, e dato che i villaggi indigeni non stanno aspettando seduti che il governo federale decida di continuare con il dialogo".

Dice d'essere sicuro che durante il governo di Fox non si riallaccerà il dialogo. "Se ci fosse la volontà si sarebbero già trovati i canali e create le condizioni necessarie, però il governo federale continua con la sua politica di simulazione, gioca sulle apparenze pretendendo di far credere che ha fatto ciò che gli compete per riallacciarlo e che è l'EZLN quello che si rifiuta... Davvero non si vedono le condizioni per una ripresa del dialogo: c'è da aspettare una nuova situazione politica, che potrebbe aver a che vedere con il cambio della Presidenza della Repubblica".


Maestri del SNTE chiedono di riaprirla
Preparano un negoziato sulla Normale di Mactumatzá

Nei prossimi giorni, maestri chiapanechi del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione (SNTE) si riuniranno con le autorità educative per cercare di risolvere il conflitto nella Normale Rurale di Mactumatzá, che ha lasciato un saldo di 22 persone, il cui fermo è già stato trasformato in arresto formale, e di altre 10 che rimangono fermati.

Fortino Vázquez Pérez, segretario generale del sindacato locale, ha detto che presenteranno alle autorità locali una proposta di "distensione", per risolvere la situazione degli arrestati ed anche per elaborare "un informe sul sistema educativo nella zona, per stabilire se esiste o no richiesta di posti lavorativi per i professori".

Ha aggiunto che si chiede la riapertura delle installazioni della normale rurale. Se vogliamo riallacciare le condizioni accademiche e lavorative - ha detto - si deve riaprire la normale e discutere con la presenza del procuratore generale di Giustizia dello stato, Mariano Herrán Salvatti, "perché dia risposte concrete di fronte alla situazione dei compagni arrestati".

Vázquez ha affermato che gli insegnati diplomati che protestano rifiuta la proposta del governo locale di creare nella sede della Normale Rurale di Mactumatzá una Università Politecnica, così "non si è detto chiaramente che professionisti formerà e se gli studenti, figli di contadini, potranno continuare lì loro studi come maestri".

LAURA POY


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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