La Jornada - Mercoledì 1^ ottobre 2003
Hanno presentato ai media le prove che si è trattato di omicidio
Difesa e famiglia cercano dimostrare che Digna Ochoa è stata assassinata
Venerdì presenteranno un ricorso alla PGJDF

CLAUDIA HERRERA BELTRAN

La difesa ed i familiari della avvocato Digna Ochoa y Plácido hanno presentato ieri una serie di prove per dimostrare il presunto assassinio della donna - che si occupava della difesa dei diritti umani - ed hanno annunciato che il prossimo venerdì presenteranno un ricorso alla Procura Generale di Giustizia del Distretto Federale (PGJDF) per evitare che si serri il caso e con il proposito che si faccia marcia indietro sulla conclusione che si è trattato di un suicidio.

Due medici e un chimico, di parte della famiglia, hanno spiegato in conferenza stampa, che hanno riscontrato lesioni sul cadavere di Ochoa, che potrebbero esser state provocate da un aggressore, che il corpo è stato spostato per fuorviare i fatti e che non ci sono indizi che provino che si sia sparata.

Gli specialisti hanno illustrato con fotografie le loro conclusioni e l'avvocato José Antonio Becerril ha annunciato che solleciteranno presso la PGJDF la riesumazione del cadavere, una seconda autopsia ed agevolazioni affinché i periti possano lavorare bene.

Se non ci sarà una risposta positiva, Becerril ha informato che la famiglia ricorrerà in tutte le sedi possibili.

Il corpo di Ochoa y Plácido - che si era distinta per il suo lavoro in difesa dei diritti umani - fu trovato il 19 ottobre 2001 in un ufficio di avvocati. Le autorità della capitale hanno assicurato al principio che era stata assassinata, però dopo conclusero che si era trattato di suicidio.

Alla presenza dei quattro fratelli di Ochoa, i medici Carlos Morales e Hugo Reyes, così come il chimico Fernando Lara, hanno spiegato dettagliatamente tutti gli elementi che li portano ad assicurare che Ochoa y Plácido non si è suicidata.

L'avvocato Becerril ha detto che non tutte le lesioni presentate dal corpo di Ochoa sono state osservate ed analizzate dalla procura della capitale. Il dottor Morales ha spiegato che si sono lesioni nella coscia sinistro ed al collo, così come escoriazioni alle labbra e all'occhio destro che avrebbero potuto essere opera di un aggressore.

L'altra irregolarità è che la posizione in cui è stato trovato il cadavere che non corrisponde alla posizione che avrebbe dovuto avere dopo lo sparo, il che significa che il corpo è stato spostato.

La PGJDF sostiene che Digna è morta tra le 10 e le 11 della mattina del 19 ottobre 2001, però gli studi sulla rigidità cadaverica danno l'indicazione delle due del mattino di quel giorno.

La meccanica del suicidio elaborata la procura non è sostenibile rispetto alla quantità di sangue ed al posto dove è stato trovato. Non ci sono neppure prove che la avvocato si sia sparata da sé: infatti non c'è sangue sui guanti che portava Ochoa e nemmeno sull'arma.

Fino ad ora, la PGJDF non ha neanche spiegato se Digna ha preso la pistola con la sua mano sinistra e si sia sparata al cranio da quel lato, visto che il corpo è caduto verso il lato sinistro e la pistola è stata trovata sotto il cadavere. "Questo, fisicamente, non è ammissibile", hanno affermato gli esperti.

Di fronte a questi elementi, i familiari e l'avvocato hanno chiesto al capo di Governo del Distretto Federale, Andrés Manuel López Obrador, che dimostri nei fatti la sua volontà di tener aperto il caso Digna Ochoa.

Il direttore di Cejil della regione ha insistito che esiste responsabilità da parte dello stato in questo caso, perché non si è mai proceduto contro le minacce che riceveva la avvocato e dopo si sono commesse troppe omissioni nell'inchiesta penale.

"Il giudice (del caso, Margarita Guerra) ha misconosciuto queste irregolarità, però sul piano internazionale continueremo a portare avanti la nostra versione per promuovere una condanna dello stato messicano e perché questi fatti non rimangano impuniti".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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