La Jornada - Mercoledì 1^ ottobre 2003
Si realizzeranno lavori tecnici informativi
La SRA ha firmato accordi con 30 gruppi ubicati nei Montes Azules
MATILDE PEREZ U.

La Segreteria della Riforma Agraria (SRA) ha firmato accordi con 30 gruppi ubicati nella riserva della biosfera dei Montes Azules ed ha assicurato che non ha nella sua agenda sgomberi o l'utilizzo della forza pubblica contro le persone ubicate in quelle terre: così ha dichiarato il titolare della dipendenza, Florencio Salazar Adame.

Secondo lui questo "fuoco rosso" potrebbe risolversi l'anno prossimo, visto che esistono progressi sostanziali e in quattro mesi non c'è stato nessun conflitto né atto di violenza. "Si sta avanzando per la via del dialogo e della conciliazione" e durante questo periodo è stata consegnata informazione tecnica a 63 villaggi e 71 presunti piccoli proprietari sui programmi in corso.

Ha già inviato le istruzioni alla delegata della SRA in Chiapas, Martha Cecilia Díaz Gordillo, affinchè si metta in contatto con il gruppo di 70 famiglie dell'ejido Alfredo B. Bonfil, che reclamano terre in Palenque, le stesse che sono state promesse loro durante il governo di Absalón Castellanos.

La SRA è riuscita a siglare accordi con 140 nuclei agrari ubicati nella riserva della biosfera dei Montes Azules per inviare informazioni tecniche e delimitare le aree geografiche. Per il momento, ci sono progressi nella compilazione della relazione, che comprende aspetti giuridici e tecnici e permetterà di mettere fine l'anno prossimo a questo problema.

Nei Montes Azules esistono 22 villaggi con soluzione presidenziale precedente ai beni comunali - decreto del novembre del 1971 -, che coinvolgono 32 mila ettari; esistono pure 47 villaggi con determinazione presidenziale posteriore alla consegna delle terre ai lacandoni, che coinvolgono una superficie di 87 mila ettari, oltre a 71 gruppi irregolari nella zona comunale.


Un saldo di migliaia di morti

Lungo la frontiera tra Baja California e la California sono morti più di 2 mila 600 clandestini - 375 solamente negli ultimi 12 mesi - dal 1994 ad oggi, da quando è entrata in funzione l'Operazione Guardiano nella regione. Per ricordare la "tragica" data dell'inizio di questa politica antimigrante statunitense, attivisti di Tijuana, Baja California, e San Diego, in California, hanno collocato lungo il recinto di protezione metallico che segna la frontiera nove bare con la cifra dei clandestini morti in ognuno di questi anni nella regione confinante tra Messico e Stati Uniti.

JORGE A. CORNEJO - CORRISPONDENTE


SMANTELLANO IN TLAHUAC 400 CASE IN UNA ZONA ECOLOGICA

I celerini hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere gli abitanti del Rancho Las Tablas, ejido San Francisco Tlaltenco, che non volevano andarsene. L'operazione, alla quale hanno partecipato 600 uomini in uniforme e più di 300 lavoratori della delegazione, ha provocato scontri con un saldo di tre persone ferite, un veicolo ufficiale danneggiato e due case incendiate.

Scontri tra poliziotti ed occupanti di un terreno sgomberato in Tláhuac

AGUSTIN SALGADO

Personale della delegazione Tláhuac, appoggiato da elementi della Polizia metropolitana e lavoratori della Commissione Risorse Naturali (Corena), ha sgomberato gli abitanti del terreno noto come Rancho Las Tablas, che è una zona di riserva ecologica ed appartiene all'ejido San Francisco Tlaltenco.

Nell'operazione che doveva distruggere circa 400 case, costruite a partire dal 12 gennaio del 2002 su 46 dei 300 ettari dell'ejido di Tlaltenco, è cominciata alle 14 e 30 ed hanno partecipato 600 uomini in uniforme della Segreteria di Sicurezza Pubblica (SSP), 300 lavoratori della delegazione e 80 impiegati della Corena.

I vicini del terreno hanno opposto resistenza all'azione della autorità, per cui ci sono stati alcuni scontri tra polizie ed abitanti del luogo. Il saldo è stato di almeno tre persone ferite, tra loro un sottufficiale del raggruppamento a cavallo della SSP, un veicolo della delegazione ha avuto i finestrini rotti e due case incendiate dagli stessi coloni.

Per l'ampia estensione del terreno, lo sgombero è continuato durante la notte.

Il direttore giuridico e di Governo della delegazione, Mario Peña Urquieta, ha segnalato che molti degli abitanti di Rancho Las Tablas sono stati ingannati dall'ex deputato Humberto Serrano, che era d'accordo con la ejidataria di Tlaltenco Reyna Alvarez.

"Queste persone hanno frazionato indebitamente e venduto qualcosa che non apparteneva loro. Sappiamo che per ogni appezzamento di terreno facevano pagare circa 45 mila pesos e la signora Alvarez è stata quella che, senza nullaosta dell'assemblea degli ejidatari, ha cominciato a frazionare per vendere a privati", ha assicurato Mario Peña.

Vicini dei quartieri Selene, ampliamento Selene e El Triángulo, rendendosi conto dello sgombero sono scesi nelle strade limitrofe per appoggiare gli abitanti di Las Tablas.

Questo appoggio, insieme alla resistenza delle persone sgomberate, ha provocato lo scontro tra civili e elementi della SSP, comandati dal sottosegretario Gabriel Regino García.

José Ramiro Jaimes, sottufficiale del raggruppamento a cavallo, ha ricevuto un colpo in testa e si trova all'Ospedale Metropolitano; anche due civili, Angel Castañeda e Roberto Carlos Contreras Martínez, hanno dovuto che essere curati dal personale del Squadrone di Riscatto e Urgenze Mediche. Contreras Martínez, di 17 anni, è stato portato all'ospedale di Xoco, per "una probabile frattura alla mandibola per una contusione diretta", ci ha informato un paramedico.

I vigili del fuoco sono arrivati dopo che sono state incendiate due case, per ostacolare lo sgombero.

Alle 17 e 20 sono arrivati altri bulldozer per buttar giù le case, ma c'è stata pure "qualche opposizione da parte dei lavoratori della delegazione (per lo sgombero), perché alcuni vivono qui o avevano comprato un po' di terreno".

Le persone sgomberate hanno spiegato che vari ejidatari non c'erano oggi perché erano andati all'udienza di Reyna Alvarez nel Reclusorio Nord.

"Reyna per noi è una leader che ci appoggia ed è per questo che ce l'hanno con lei. Queste terre sono già state vendute al signor Miramón, che è di Santiago Zapotitlán, per costruire dei condomini ma noi ci appelleremo perché non possiamo permettere che ci tolgano le nostre proprietà", ha spiegato Carolina Reynoso.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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