La foja coleta
Numero 1146 - Venerdì 1° Agosto 2003

L'autonomia, questione di interpretazione: De Los Santos
L'avallano la Costituzione Messicana ed i Trattati internazionali

- Amalia Avendaño -


San Cristóbal de Las Casas, 31 Luglio
- Come il primo giorno della sua irruzione quasi dieci anni fa ed ogni volta che annunciano nuove azioni, la più recente strategia politica lanciata dalla guerriglia zapatista ha risvegliato polemiche reazioni a favore e contro però ha finalmente obbligato l'opinione pubblica a guardare verso gli indigeni ed a analizzare la loro emarginazione dalle leggi.

Martedì si è conclusa una serie di comunicati del subcomandante Marcos, il portavoce dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), che con stile umoristico, ironico e solenne, ha annunciato la formalizzazione dell'autonomia nei territori dove sono presenti con la creazione di Giunte di Buon Governo, cinque organizzazioni che reggeranno 30 municipi ribelli che funzionano da ormai sette anni.

Mentre il governo messicano si astiene dal dire la sua, in Chiapas si apprende con prudenza della "offensiva" politica dei guerriglieri che avrà come punto culminante un festoso incontro di massa di "centinaia di migliaia" di indigeni con la presenza dei massimi dirigenti del Comando Generale dall'8 al 10 agosto ad Oventik nelle montagne del sudest.

L'avvocato Miguel Angel de Los Santos, attivista dei diritti umani e difensore di zapatisti incarcerati, ha spiegato che gli zapatisti non violentano la legge perché "stanno solo esercitando il diritto a crearsi le proprie forme di governo", che è un diritto riconosciuto a livello internazionale.

Ha ribadito che il Trattato 169 della Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT) riconosce l'autodeterminazione dei popoli e che il Messico ha firmato questo trattato.

Anche se le leggi messicane puniscono la "usurpazione di funzioni", in questo caso e nonostante che gli zapatisti stendano i loro documenti - come i certificati di educazione, gli atti di nascita, credenziali o certificazioni -, non stanno ponendosi come autorità ufficiali, al contrario, chiaramente dimostrano che sono autorità estranee al governo.

Questa autonomia, ha detto De Los Santos, "la esercitano le comunità da anni e chi sta perdendo, ignorandola, è il governo, che in un quadro strettamente legale dovrebbe rispettarla e riconoscere il loro lavoro".

Il subcomandante, nei suoi scritti, ha spiegato che "da vari anni, le comunità indigeni zapatiste sono impegnate in un processo di costruzione dell'autonomia. Per noi l'autonomia non è frammentazione del paese o separatismo, ma l'esercizio del diritto a governare e governarci, secondo quanto stabilisce l'articolo 39 della Costituzione politica degli Stati Uniti Messicani".

Parlando delle frizioni che si possono verificare con comunità non zapatiste o antizapatiste, Marcos ha annunciato che le Giunte di Buon Governo, chiamate così per differenziarle dal "mal governo" hanno tra le loro funzioni quella di mediare tra i municipi autonomi e quelli governativi.

L'avvocato ha detto che è una questione d'interpretazione della legge "dato che dalla mia prospettiva non c'è violazione della legge, però dalla prospettiva non indigena può darsi di sì" e allora si potrebbe riattivare la persecuzione dei ribelli sospesa nel 1995 con la Legge del Dialogo emessa dal Congresso al fine di favorire i negoziati che, senza essere formalmente rotti, sono però sospesi dall'aprile del 2001.

L'arrivo al potere, per la prima volta dopo 70 anni, di un partito dell'opposizione ha provocato un rilassamento nella politica di attacco ai municipi zapatisti e adesso si tollerano le "autonomie" che, secondo gli zapatisti "governerà" su coloro che appartengono alla sua struttura ed accettano volontariamente questa amministrazione.


E d i t o r i a l e
EZLN - SPECULAZIONI

1° Agosto - La riapparizione dei comunicati dell'EZLN verso il mondo ha scatenato tutta una serie di speculazioni sulla loro interpretazione.

Sono ben scritti e molto chiari. Il timore o l'ignoranza in fatto di cultura maya e di realtà politica, economica e sociale, fa sì che sorgano "opinioni" molto distanti da ciò che l'intelligenza comune ci può leggere.

I Caracoles sono un cambiamento ciclico del nome che avevano i simbolici Aguascalientes di discendenza rivoluzionaria, di quando i generali si erano uniti in quella città, tentando di metter insieme il comando del paese. Adesso si ridipingono con l'allegoria indigena maya, conforme a cicli puntuali.

In ogni Caracol si costruisce la Casa del Buon Governo. Lì ci saranno le Giunte del Buon Governo, con rappresentanti regionali, dove le autorità comanderanno obbedendo.

Queste autorità non hanno salario: gli indigeni coltivano loro la terra, portano loro la legna, danno loro il necessario in natura perché non manchi niente a loro e alle loro famiglie. Non si possono corrompere assolutamente.

La nuova organizzazione prevede il comando civile: le forze rivoluzionarie zapatiste saranno garanti del buon funzionamento e dell'ordine che deve prevalere nella nuova struttura.

Perché si azzardano a far questo? - Perché il governo federale non ha rispettato quanto concordato in San Andrés Larráinzar nonostante le opinioni della Cocopa e della Conai. Non hanno lasciato loro altro cammino! Loro in qualsiasi modo avanzano nella misura che glielo permettono le circostanze. La loro pazienza è infinita, mancano sessenni che non raccontano: i tempi maya si adempiono fatalmente.

Gli speculatori sanno ciò che richiedono gli zapatisti. Speculano per distrarre e per distrarsi. La situazione del paese è brutta e gli indios sono previdenti: si posizionano mentre i cicli del caracol si compiono con precisa lentezza senza retrocedere di un millimetro, senza lasciarsi distrarre dalle speculazioni.


Direttrice: CONCEPCIÓN VILLAFUERTE
Editore: Amado Avendaño Figueroa
Collaboratori: Carlos Herrera, Heriberto Velasco, Manuel Martínez López
Uffici: Via Venustiano Carranza, 26, Barrio di San Diego, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
Telefono (967) 678-90-62
E-mail: lafojacoleta@yahoo.com.mx www.lafoja.com



(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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