LA JORNADA 1° MARZO 2003

EDITORIALE

MESSICO-IRAQ: INTERESSI CONTRO PRINCIPI?

Messico si è fondato come nazione indipendente con la lotta contro un potere coloniale ed ha consolidato la sua sovranità resistendo alle ambizioni espansioniste di potenze straniere. Gli Stati Uniti ci hanno spogliato di quasi la metà del nostro territorio, e la Francia, alleata con i conservatori, voleva convertirci in un'appendice del suo impero.

Le migliori tradizioni della nostra politica estera si sono nutrite di quelle traumatiche esperienze. La rivendicazione radicale della sovranità contenuta ne I Sentimenti della Nazione di José María Morelos y Pavón, il detto juarista di "Tra gli individui come tra le nazioni il rispetto del diritto straniero è la pace", e la dottrina Estrada del non intervento, sono referenze fondamentali che guidano la nostra diplomazia con dignità. In questi si riepilogano i principi che devono guidare il comportamento del Messico di fronte al resto del mondo, non per nostalgia di un passato ormai andato, ma perché sintetizzano un'esperienza storica che oggi deve essere tenuta in conto. L'ambito della sua validità oltrepassa le nostre frontiere.

Coloro che dal mondo intellettuale, politico ed economico chiedono di buttare a mare questi principi e di porre davanti a tutto i nostri interessi, pretendono che il nostro paese giustifichi l'ingiustificabile, ed avalli l'azione punitiva unilaterale di un potere imperiale contro una nazione indipendente. Vogliono che ci dimentichiamo della nostra stessa storia e che ci aggreghiamo ad una aggressione similare a quelle che abbiamo subito nel secolo XIX ed agli inizi del XX.

La maggioranza dei messicani si oppone alla guerra contro l'Iraq. Non sono disposti a passar sopra ai principi per presunti benefici immediati. Così lo dimostrano praticamente tutti i sondaggi di opinione ai quali è così affezionato l'attuale governo. Per molti cittadini risulta incomprensibile giustificare la morte di un milione e 200 mila bambini iracheni innocenti in cambio di un ipotetico accordo sull'immigrazione, o aggregarsi ai desideri di espansione imperiale del nostro vicino paese del nord quando questi usa verso i nostri compatrioti senza documenti un comportamento vessatorio che non modificherà per quante promesse faccia. Non sono poche le organizzazioni binazionali di migranti che hanno partecipato alle mobilitazioni contro la guerra negli Stati Uniti e che hanno detto, così come milioni di statunitensi, "non nel nostro nome".

Senza dubbio, nonostante questi principi e la vocazione pacifista del popolo messicano, il governo di Vicente Fox ha cominciato ad allinearsi con l'amministrazione Bush. Il presidente ha modificato il suo linguaggio ed ha avvertito che circa la posizione messicana di fronte al Consiglio di Sicurezza "non c'è nessuna posizione inamovibile", dando a Saddam Hussein del tiranno.

In sincronia con questa metamorfosi linguistica del capo dell'Esecutivo, è arrivato pure il suo segretario di Governo, Francisco Gil Díaz, che ha intensificato il suo lavorio a favore dell'appoggio del governo messicano alla guerra contro l'Iraq tra i governatori statali e quello della capitale. Ha offerto entrate straordinarie nei bilanci finanziari: "se la guerra contro l'Iraq dura una settimana" e i prezzi del petrolio si elevano a più dei 30 dollari per barile, col proposito di preparare il terreno affinché i governatori difendano la posizione che prenderà il governo messicano nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Ovviamente, la dinamica bellicista del suo vicino del nord ha collocato il Messico in una difficile e complessa situazione. Però il peggio che la nostra diplomazia potrebbe fare è rinunciare alla propria esperienza ed alla propria storia. Si sono già vissuti altri momenti gravi con gli Stati Uniti a proposito delle lotte di liberazione nazionale in Centramerica e per le relazioni fra Cuba ed il nostro paese, ma mettendo sempre davanti le migliori tradizioni e non rinunciandovi, s'è sempre andati avanti.

Non è interesse del popolo messicano appoggiare un'incursione militare immorale e ingiusta, né può essere in nome dei suoi interessi legittimare la costituzione di un potere che pratica l'unilateralismo. Gli autentici interessi del Messico stanno oggi nella difesa dei suoi principi.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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