BOLLETTINO STAMPA

20 febbraio 1997.

Come già di conoscenza dell'opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione sociale, lo scorso 15 febbraio è stato teso un agguato ad una brigata costituita da membri di organismi che difendono i diritti umani, osservatori e giornalisti internazionali, nella città di Paraiso, appartenente al municipio di Sabanilla.

Siamo dispiaciuti che a dispetto della conoscenza delle autorità competenti, non siano state date garanzie di sicurezza a coloro che si sono mobilitati per documentare la situazione di violazioni di diritti umani. E' doveroso segnalare che il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomè de las Casas, in uno studio denominato NÉ PACE NÉ GIUSTIZIA ha fornito una seria e profonda informazione sulla regione.

D'altra parte, le autorità giudiziarie, il giorno 18 di febbraio, hanno deplorevolmente posto ostacoli nel ricevere la denuncia penale e nel dare fede al danno causato ai veicoli, giustificando il loro atteggiamento con la motivazione che potevano ricevere solo denuncie di organismi pubblici.

Questi fatti sono deplorevoli, inoltre non è stata eseguita nessuna investigazione, sebbene sia responsabilità delle autorità giudiziarie farlo, e ciò è la prova visibile che questo processo è oscurato. Una mancanza di volontà appare quando fu necessaria la pressione stessa delle vittime di questi atti, per poter essere ascoltati.

Disapproviamo in maniera energica i fatti accaduti il passato 15 di febbraio e denunciati in un precedente comunicato del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomè de Las Casas. Richiamiamo le autorità statali e federali, perché agiscano con prontezza ed adeguatamente.

Gli avvenimenti del 15 febbraio scorso sono stati preceduti da numerosi avvertimenti alle autorità competenti sull'attività di questi gruppi senza che si sia manifestata la volontà politica e giuridica nel contenere le azioni violente che hanno avuto luogo nei municipi di Salto de Agua, Sabanilla, Tila e Tumbalà.

La dimensione dei fatti accaduti il 15 di febbraio è ancora più grande in quanto si è attentamente notificato a tutte le autorità competenti la visita che si stava per portare a fine, come era formata la commissione di visitatori e l'obiettivo che aveva. Ciò che è accaduto serve affinché si veda platealmente il grado di insicurezza e di carenze nelle quali giacciono altre persone impossibilitate a domandare una protezione adeguata. Questo fa in modo che un dialogo di Pace, già purtroppo interrotto ma non ancora rotto, venga trascurato poiché il controllo della violenza nella Zona Nord dello Stato del Chiapas è una delle condizioni che il Governo Federale ignora ma è di degno di considerazione.

Speriamo che i passi consistenti che ci saranno nella situazione della zona Nord, contribuiscano efficacemente al rinforzamento del processo di Pace ed al rinnovamento del dialogo.

+ Samuel Ruiz G. PTE. Del CDHFBLC.

Vescovo di S. Cristo'bal di L.C., Chis.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)


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