Come già di conoscenza dell'opinione pubblica e dei mezzi
di comunicazione sociale, lo scorso 15 febbraio è stato
teso un agguato ad una brigata costituita da membri di organismi
che difendono i diritti umani, osservatori e giornalisti internazionali,
nella città di Paraiso, appartenente al municipio di Sabanilla.
Siamo dispiaciuti che a dispetto della conoscenza delle autorità
competenti, non siano state date garanzie di sicurezza a coloro
che si sono mobilitati per documentare la situazione di violazioni
di diritti umani. E' doveroso segnalare che il Centro dei Diritti
Umani Fray Bartolomè de las Casas, in uno studio denominato
NÉ PACE NÉ GIUSTIZIA ha fornito una seria e profonda
informazione sulla regione.
D'altra parte, le autorità giudiziarie, il giorno 18 di
febbraio, hanno deplorevolmente posto ostacoli nel ricevere la
denuncia penale e nel dare fede al danno causato ai veicoli,
giustificando il loro atteggiamento con la motivazione che potevano
ricevere solo denuncie di organismi pubblici.
Questi fatti sono deplorevoli, inoltre non è stata eseguita
nessuna investigazione, sebbene sia responsabilità delle
autorità giudiziarie farlo, e ciò è la prova
visibile che questo processo è oscurato. Una mancanza di
volontà appare quando fu necessaria la pressione stessa
delle vittime di questi atti, per poter essere ascoltati.
Disapproviamo in maniera energica i fatti accaduti il passato
15 di febbraio e denunciati in un precedente comunicato del Centro
dei Diritti Umani Fray Bartolomè de Las Casas. Richiamiamo
le autorità statali e federali, perché agiscano
con prontezza ed adeguatamente.
Gli avvenimenti del 15 febbraio scorso sono stati preceduti da
numerosi avvertimenti alle autorità competenti sull'attività
di questi gruppi senza che si sia manifestata la volontà
politica e giuridica nel contenere le azioni violente che hanno
avuto luogo nei municipi di Salto de Agua, Sabanilla, Tila e Tumbalà.
La dimensione dei fatti accaduti il 15 di febbraio è ancora
più grande in quanto si è attentamente notificato
a tutte le autorità competenti la visita che si stava per
portare a fine, come era formata la commissione di visitatori
e l'obiettivo che aveva. Ciò che è accaduto serve
affinché si veda platealmente il grado di insicurezza e
di carenze nelle quali giacciono altre persone impossibilitate
a domandare una protezione adeguata. Questo fa in modo che un
dialogo di Pace, già purtroppo interrotto ma non ancora
rotto, venga trascurato poiché il controllo della violenza
nella Zona Nord dello Stato del Chiapas è una delle condizioni
che il Governo Federale ignora ma è di degno di considerazione.
Speriamo che i passi consistenti che ci saranno nella situazione
della zona Nord, contribuiscano efficacemente al rinforzamento
del processo di Pace ed al rinnovamento del dialogo.
+ Samuel Ruiz G. PTE. Del CDHFBLC.
Vescovo di S. Cristo'bal di L.C., Chis.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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