PUEBLA

INCONTRO CON L'UNION CAMPESINA EMILIANO ZAPATA VIVE(1)


Union Campesina Emiliano Zapata Vive

L'Union Campesina Emiliano Zapata Vive (d'ora in poi UCEZ) è un organizzazione contadina composta da 1500 agricoltori di undici municipi della zona di Tepeaca nello stato di Puebla.

Essa è nata nel gennaio 2001 per lottare contro l'implementazione del "Progetto Millennium". Questo progetto, promosso dal governo e dall'impresa omonima, ha come obiettivo la costruzione di due complessi industriali , di un'autostrada (Puebla-Tecamachalco), di complessi residenziali e di campi da golf, equitazione, tiro con l'arco e paracadutismo.

Per portare avanti questo progetti, l'impresa necessita delle terre di questi undici municipi. Esse sono terre ejidali e l'impresa Millennium e il governo stanno premendo sulle comunità per acquistarle a bassissimi prezzi. Membri del governo statale stanno attuando una politica speculativa acquistando le terre ai contadini a prezzi irrisori per poi rivenderli all'impresa a prezzi di mercato.

Il lavoro dell'UCEZ ha l'obiettivo di denunciare questo progetto e di impedire che venga realizzato, perché questo comporterebbe la perdita delle loro terre ( unica fonte di sostentamento) obbligando i contadini a spostarsi o ad andare a lavorare all'interno delle maquiladoras, complessi industriali costruiti sulle loro stesse terre, a condizioni salariali e di tutela sindacale carenti se non assenti.

Alcuni contadini, denuncia l'UCEZ, hanno già venduto le loro terre a prezzi irrisori (circa un dollaro il metro quadrato).

Piano Puebla Panama

L'UCEZ nasce anche con l'obiettivo di lottare contro il Plan Puebla Panama di cui il progetto Millennium è considerato l'anticamera. L'obiettivo dell'autostrada è quello di collegare i porti del Pacifico con quelli dell'Atlantico, presupposto necessario per l'implementazione del PPP. Altro obiettivo del PPP è quello di creare un corridoio di maquilladoras per soddisfare le necessità di consumo degli Stati Uniti e per esportare la biodiversità della regione.

L'UCEZ fa parte del "Foro Nazionale Permanente contro il Plan Puebla Panama" assieme a molte altre organizzazioni civili dello stato di Oaxaca, del Guerriero e di Puebla.

Repressione

L'UCEZ denuncia la continua repressione che subiscono i membri dell'organizzazione, sia nelle loro sedi che durante manifestazioni pubbliche di protesta, per mano della polizia giudiziaria. Nella seconda settimana del settembre 2001 è stato detenuto e picchiato il dirigente dell'UCEZ, Concepcion Coltola, da agenti della procura generale della Repubblica.

Caso Teodoro Lozano

Il 25 di agosto il deputato statale del PRD, Teodoro Lozano, muore in un incidente stradale le cui dinamiche tutt'oggi lasciano molti dubbi e su cui l'UCEZ sta chiedendo di far luce. Secondo quanto affermato dall'Union Campesina non si trattò di un incidente casuale, bensì di una volontà precisa di uccidere Lozano per porre fine al lavoro che stava portando avanti all'interno del Congresso Statale in appoggio ai contadini dell'UCEZ. Fino ad ora la procura non ha chiarito la dinamica precisa dell'incidente, assecondando la tesi di un errore del guidatore perché sotto effetto di alcolici.

La moglie di Teodoro Lozano denuncia il completo disinteresse dell'apparato giudiziario nel far chiarezza su quanto avvenuto e chiede alla Commissione Civile di far pressione, anche a livello internazionale, affinché si possa finalmente scoprire la verità sulla morte di suo marito.


GUERRERO

COMITATO DI DIFESA DEI DIRITTI UMANI DELLA COSTA CHICA

Il Guerrero è uno Stato prevalentemente agricolo, dove si trovano soprattutto coltivazioni di caffè e di palma da cocco. Questo Stato sta soffrendo fortemente del modello neoliberista che viene imposto. La struttura economica è letteralmente sovvertita dalle politiche globalizzatrici che si concretizzano con il massiccio disboscamento a opera di grandi imprese e con la privatizzazione della terra. Questo fattore ha sempre creato forti tensioni in Messico, ricordiamo che la rivoluzione del 1910 si ebbe proprio per la questione agraria.

In Guerrero è nato un movimento campesino ecologista che si oppone a queste imposizioni che vanno a tutto svantaggio del popolo, costretto a subire i prezzi imposti dal grande mercato che si appropria delle coltivazioni, e le violenze dei militari, massicciamente presenti nello Stato.

Gli obiettivi che si pone il Comité sono principalmente tre:

  1. Demilitarizzazione
  2. Difesa dei diritti umani
  3. Collaborazione con la Chiesa di base

Con il cambio di governo, non c'è stato alcun cambiamento nella situazione generale dello Stato: persiste la stessa violenza, gli stessi abusi, la stessa repressione, diretta anche contro i difensori dei diritti umani.

Quello che noi denunciamo insieme ai movimenti campesini, sono le ripercussioni del trattato di libero commercio sulla popolazione e il suo impatto nei vari campi: l'economia, l'ambiente, la situazione dei diritti umani.

Denunciamo anche la forte presenza dell'esercito, come conseguenza della strategia di controinsurgenza promossa dal governo, che prosegue nella repressione anche dopo l'arrivo di Fox al potere. Le tattiche fondamentali utilizzate per attuare questa strategia sono:

Gli accordi firmati dal governo sia a livello internazionale che nazionale in materia di diritti e cultura indigeni, sono rimasti completamente inattuati e le azioni di violenza contro la popolazione indigena e campesina si sono ripetuti in Guerrero e in altri Stati del Messico.

Nel 1990 il Messico ha firmato la convenzione 169 dell'OIL; nel 1996 firmò gli accordi di San Andrés con gli zapatisti sull'autonomia delle comunità. Ma nonostante questi impegni presi a livello nazionale e internazionale, nel 1998 si verificò il massacro di El Charco, comunità agricola del Guerrero: in quell'occasione l'esercito assaltò una scuola dove stavano dormendo membri dell'ERPI (Esercito Rivoluzionario del Popolo Insorto) e altri contadini sostenitori di questo gruppo, uccidendo 11 persone.

L'esercito dimostrò in quell'occasione una natura violenta e razzista, come già nei decenni precedenti.

Negli anni '60 - '70 si sviluppò nel Guerrero un movimento campesino, di lavoratori e di studenti.

Emersero due personalità: quella di Genaro Vazquez Rojas e quella di Lucio Cabanas. Alla morte di quest'ultimo, nel 1974, si formarono nello Stato gruppi di dubbia natura, probabilmente infiltrati dalla polizia. Fino al 1994 la situazione fu tragica sotto ogni punto di vista, perché non esisteva alcun gruppo affidabile a cui i contadini potessero appoggiarsi e tanto meno potevano contare sul governo. Quando nel 1994 scoppiò in Chiapas la rivolta zapatista, l'allora presidente del Guerrero, Figueroa, intraprese una politica assistenzialista, per evitare che si formassero movimenti insurrezionali che potessero legarsi all'EZLN.

Il 28 giugno 1995 si verificò il terribile massacro di Aguas Blancas, dove l'esercito uccise 17 persone e ne ferì altre 23, alcune giustiziate con un colpo alla nuca. Queste persone erano contadini appartenenti o simpatizzanti dell'OCSS (Organizzazione Contadina della Sierra del Sud) che stavano recandosi ad una manifestazione.

Come reazione a questa strage, si formò L'EPR (Esercito Popolare Rivoluzionario) che si propone il compimento del socialismo, attraverso uno stato di guerra popolare prolungata.

Nel '98 si ebbe la scissione di una parte, che fondò l'ERPI e in seguito sono nati anche altri gruppi minori, sempre dalla stessa matrice rivoluzionaria.

Si propaga nel Guerrero e non solo un ampio movimento di autodifesa contadina, non necessariamente armato.


OAXACA

LOXICHA, REGIONE SCONVOLTA DALLA VIOLENZA ISTITUZIONALE(2)


Cenni storici: alle origini della repressione

Loxicha è una regione situata nella Sierra Sur di Oaxaca. E' una regione ricca di agricoltura e formata dalla popolazione indigena Zapoteca molto industriosa.

Negli anni '80 cominciò da parte dei municipi indigeni un lavoro per avvicinarsi ad un regime di autonomia che ebbe buoni esiti favorendo la formazione di più di 100 municipi a conduzione indigena. Quando gli indigeni ottennero il controllo delle istituzioni municipali cominciarono a presentarsi le prime azioni di repressione per indebolire l'acquistata autonomia.

Repressione ce aumentò a dismisura nel 1996 in contemporanea alla nascita dell'Esercito Popolare Rivoluzionario nello stato messicano. Il 28 agosto del 1996 apparve l'EPR e risale al 25 settembre successivo la prima detenzione preventiva a danno della popolazione da parte delle autorità e dell'esercito. Fu l'inizio di un cammino di repressione paragonabile a quello sofferto dal popolo de Guerrero negli anni '70 e tutt'oggi. Si ebbero in due anni 138 persone hanno subito detenzioni extragiudiziali 40 campesinos e indigeni sono stati assassinati. In quattro luoghi diversi di Loxicha vennero installate altrettante basi militari permettendo così l'accerchiamento di tutta la popolazione che abita la regione montagnosa e potendo così controllare l'esercito e il governo l'unica via d'accesso ai mezzi di trasporto della regione che racchiude 25 municipi indigeni.

La zona è caratterizzata soprattutto dalla completa assenza di osservatori internazionali che possano vigilare sulle violenze che gli apparati istituzionali compiono quotidianamente sugli indigeni (e la violenza hanno sottolineato le testimoni è molto maggiore che quella riscontrabile in Chiapas).

Nel gennaio del 2002 le autorità fermarono ed espulsero un osservatore Nordamericano accorso a verificare la situazione nella regione. Così come Amnesty International della Danimarca è dovuta andarsene dalla zona per le moltissime pressioni ricevute tali da mettere in pericolo la propria presenza e soprattutto quella della popolazione indigena.

La testimonianza della vicenda di Estrella Garcia

Il 2 gennaio del 2002 è stato ucciso, nella regione di Loxicha, un presidente municipale indigeno. Un altro venne detenuto in precedenza con l'accusa di aver assassinato il marito di Estrella Garcia Ramirez (vedi in seguito la vicenda) e di appartenere all'EPR e vittima di oltre 250 ordini di cattura.

Il 24 aprile del 1997 nella casa di Estrella Garcia Ramirez, indigena sposata e facente parte di una famiglia estranea all'EPR, arrivarono durante le notte 50 poliziotti senza divisa ufficiale ma vestiti di abiti civili neri. Arrivarono alle otto della sera e presero il marito di Estrella, originario di San Augustine Loxicha, cominciandolo a trascinare per i capelli e a pestarlo. Perse subito molto sangue così come il fratello di Estrella torturato anche lui dai poliziotti. Questi non risposero alle domande delle donne che assistevano alla scena e continuarono a pestare gli uomini dopo averli spogliati.

Poi, alle sei del mattino, portarono via lo sposo di Estrella e fu l'ultima volta che lo vide vivo. Poche ore dopo accorse il padre di Estrella e seppe dell'accaduto. L'idea della famiglia era quella che l'uomo fosse stato incarcerato come gli altri 138 nei due anni precedenti.

Nei giornali non apparse nessuna notizia della fine dell'uomo. La famiglia avvertì subito l'organizzazione dei diritti umani (Liga Mexicana por los Derechos Humanos).

Il giorno dopo raggiunsero gli uffici della Polizia Judicial i cui agenti affermarono davanti alla donna di non aver ricevuto nessun prigioniero e di non sapere niente di suo marito. Solo dopo il secondo giorno le dissero che suo marito era in carcere e il terzo finalmente la informarono della morte del marito. Le dissero che era morto durante uno scontro a fuoco fra militari ed EPR essendo un guerrigliero dell'organizzazione armata. Il 28 dello stesso mese Estrella raggiunse la sede del governo di Oaxaca molto lontano dal suo villaggio di origine. Nell'agenzia del ministero pubblico la Policia Judicial le permise di vedere il corpo del marito. Era nudo con la testa spaccata. Le mani non avevano più carne e le bracca erano conficcate dai picchetti. Non era più presente sangue nel suo corpo ma soltanto acqua. Il corpo stesso era trapassato da molte pallottole arrivate da ogni direzione e il funzionario del ministero pubblico stesso ammise che era stato ucciso a colpi di pistola.

La Policia Judicial accusò l'uomo di fare parte dell'EPR e di aver avuto armi in mano al momento dello scontro a fuoco. E fu con questi pretesti che perseguitarono anche Estrella dopo la morte del marito. Quello stesso giorno il funzionario del ministero pubblico la intervistò dalle dieci del mattino alle sette della sera. Le chiedeva ogni cosa e soprattutto dove si trovasse il 28 di agosto. La accusarono di fare parte anche lei dell'EPR divulgando la sua foto sui giornali. Dopo la accusarono di essere pazza dal momento che chiedeva di rivedere vivo il marito. Le chiesero di pagare 2900 pesos e la P. J. la minacciò che avrebbe saccheggiato la sua casa se non avesse pagato la cifra.

Dopo averle estorto molti soldi le ridettero il corpo del marito nudo.

Alcune persone ella città la aiutarono per trasportare il morto, per vestirlo e seppellirlo. A partire da quel momento Estrella ha subito in continuazione minacce e durante ogni interrogatorio fu accusata di ogni crimine.

Gli sviluppi recenti della situazione

Colui che dirige, nel municipio di Estrella, tutto l'operativo di repressione è il presidente municipale Lucio Vasquez. Nel 1999 il governatore lanciò una amnistia per liberare i 138 prigionieri politici. Alcune organizzazioni indigene e della società civile organizzarono un foro nella città di Oaxaca per chiarire se accettare o meno l'amnistia ai prigionieri (alcuni dei quali familiari di Estrella. Nel foro emersero due posizioni: il primo pensò che l'amnistia fosse inammissibile perché avrebbe significato accettare che i prigionieri erano stati parte dell'EPR e accettare che fossero liberati per concessione dello Stato. La Liga Messicana per i diritti umani invece, a detta del primo gruppo della società civile in accordo con il governo, face sapere la sua posizione di accettare l'amnistia. Alcune donne hanno accettato l'amnistia per la liberazione dei familiari o mariti pur non polemizzando con l'organizzazione di Estrella come invece ha fatto la LIGMEX. Grazie al lavoro di denuncia della sua organizzazione finalmente Lucio Vasquez venne incarcerato. Nonostante questo la fustigazione sulla popolazione indigena continua essendo ancora gli artefici degli assassini liberi e continuano ad uccidere presidenti municipali e a detenere persone.

In questa situazione di conflitto il governo giustifica la maggiore presenza militare e la regione è completamente accerchiata militarmente.

Attualmente Estrella non vive più nella sua casa ma nella città di Oaxaca. Quando corre i maggiori pericoli va nel Distretto Federale. E' continuamente minacciata e riceve pressioni continue. La seguono in continuazione, le lanciano pietre e le hanno anche orinato addosso.

Ha partecipato nell'agosto del 1998 ad una sessione ONU sui Diritti Umani in cui ha portato la sua testimonianza personale e quella dell'organizzazione in cui milita Xichees - U.P.C.R.M.R.L. (Union de Pueblos Contra la Represion y la Militarizacion de la Region Loxicha).

Richiese di essere ricevuta dal governo ma Fox non la ricevette mentre un segretario di governo che accettò di vederla le disse la avrebbe ricevuta al suo posto un sottosegretario ma da allora non è più stata contattata e non riceve risposte. Il governo può essere competente per i 29 prigionieri politici rimasti in carcere e che sono stati condannati a decine di anni di carcere anche per delitti federali su cui lo stato di Oaxaca non ha competenza in campo di amnistia.

Le ragioni della repressione

Loxicha è utilizzata politicamente dal governo di Oaxaca che punta al dominio e al controllo totale del territorio. Non c'è un fortissimo interesse per questioni economiche, anche se la terra mette in gioco molti interessi soprattutto sul campo del transgenico, il paese attraversa una crisi agricola e il governo anziché appoggiare la produzione preferisce importare i prodotti a grande scapito della popolazione che lavora. La regione ha attraversato un periodo di siccità di sette anni e quando le piogge sono ricominciate abbondanti il terreno secco è stato eroso dalla pioggia portando via molto dello strato di terra produttivo per la popolazione.

Il processo agricolo nella regione è molto simile a quello del Chiapas. Si sta forzando la regione ad utilizzare le sementi transgeniche.

In Messico muoiono di fame ogni anno 50.000 bambini e i bambini indigeni sono quelli più colpiti in un contesto di 30 milioni di persone in povertà estrema.

Necessità di appoggio

Le intervistate hanno sottolineato molto la necessità e l'osservazione dei diritti umani non si fermi al Chiapas ma che coinvolga anche tutte le regioni indigene e soprattutto la zona nord del Guerrero e Oaxaca. Nella regione di Loxicha non arrivano osservatori e le autorità possono compiere qualunque violenza nei confronti della popolazione civile con il pretesto della lotta alla guerriglia.

In particolare visitare, anche solo per osservare la situazione, la zona sarebbe molto prezioso per la popolazione. Le donne hanno molto bisogno di essere ascoltate sulle violenze subite da loro e dai loro mariti o familiari. C'è per anche grande necessità di appoggio ai progetti produttivi essendo la popolazione in grave difficoltà economica. Per ultimo siamo stati invitati a pronunciarci nei confronti delle autorità messicane affinché non venga liberato Lucio Vasquez.


DOSSIER LOXICHA a cura di Xichees - U.P.C.R.M.R.L. che racchiude i seguenti articoli:

INSERTO MASIOSARE DE LA JORNADA di domenica 10 marzo "La region Loxicha, Los ejercitos de la noche" di Fabricio Mejia Madrid.


(1) Incontro effettuato la sera del 20 febbraio a Puebla.

(2) Incontro con Estrella Garcia Ramirez dell'associazione Xichees, Lugar de Pinas, A.C. e Ofelia Medina di SOS Oaxaca.




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